Calendari venatori, la Liguria ignora l'accordo tecnico

Le associazioni animaliste, con un comunicato congiunto, chiedono alle Regioni di redigere i calendari venatori secondo i termini dettati dall'ISPRA, rispettando anche l'accordo tecnico raggiunto tra le parti interessate che dovrebbe essere ratificato in questi giorni dalla Conferenza Stato-Regioni. Dopo l'approvazione della Liguria del proprio calendario, con una lettera aperta, i Radicali si uniscono all'appello. Se altre Regioni infrangeranno l'accordo, l'Italia entrerà in conflitto con l'Unione Europa.

Calendari venatori, la Liguria ignora l'accordo tecnico
Dopo sei mesi di duro lavoro, di lunghe discussioni e mediazioni, le associazioni venatorie, gli agricoltori, gli enti locali, gli ambientalisti e gli animalisti hanno raggiunto un accordo tecnico sui calendari venatori per la stagione di caccia 2011-2012, che dovrà essere varato dalla Conferenza Stato-Regioni. Il gruppo di lavoro era formato dalla Regione Puglia (coordinatrice dei lavori in quanto prima amministrazione regionale in materia di agricoltura, caccia e pesca), dai rappresentanti regionali in materia di caccia delle Regioni Emilia Romagna, Liguria, Toscana, Calabria, Marche, dall'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), dai rappresentanti del settore agricolo, dalle associazioni venatorie nazionali (Arcicaccia, Federcaccia, Associazione Italiana della Caccia, Italcaccia, Enalcaccia, Libera Caccia) e dalle associazioni ambientaliste e animaliste (Legambiente, Fare Verde, Lipu, Wwf e l'Ente Nazionale Protezione Animali). L'accordo stabilisce delle linee guida per le Regioni sul periodo in cui è consentito l'esercizio delle attività venatorie (dalla terza domenica di settembre al 31 gennaio) e prevede la riduzione di alcuni giorni per la caccia all'anatra, al tordo o alla beccaccia, in seguito alle richieste fatte dalla legge comunitaria 157/92. Nella legge, così come modificata dalla legge comunitaria 2009, sono “presenti norme recepite dalla Direttiva Uccelli, che prevedono la tutela attiva della specie a sfavorevole stato di conservazione e il divieto assoluto di caccia nei periodi di riproduzione e migrazione preriproduttiva degli uccelli”. Le Regioni che non dovessero rispettare tali regole non solo violerebbero “norme e principi comunitari e costituzionali” ma arrecherebbero “un consapevole e irreparabile danno al patrimonio pubblico di cui si dovrà rendere conto”. È quanto affermano le associazioni animaliste e ambientaliste (Ente Nazionale Protezione Animali, Fare Verde, Legambiente, Lipu, Amici della Terra, Animalisti Italiani, Lac, Lav, Vas), le quali, con un comunicato congiunto inviato a tutti i Presidenti di Regione e agli assessori regionali all'Ambiente e alla Caccia, chiedono che le Regioni rispettino le norme europee e internazionali e le linee guida fornite dall'ISPRA, escludendo dalle liste degli animali cacciabili alcune specie e vietando la caccia nei periodi di riproduzione e migrazione prenuziale, al fine di tutelare al massimo gli uccelli selvatici. Ma le notizie degli ultimi giorni non fanno ben sperare! La Liguria ha varato il proprio calendario venatorio, ignorando la legge comunitaria. Con 17 voti favorevoli, 2 voti contrari e 14 astenuti, il consiglio regionale ligure ha approvato il disegno di legge “Calendario venatorio regionale per le stagioni 2011/2012, 2012/2013, e 2013/2014”. “La decisione della Liguria è particolarmente grave perché viola l'intesa trovata in Conferenza delle Regioni per la definizione di calendari venatori condivisi dalle categorie interessate” afferma Marco Ciarafoni, responsabile biodiversità e politiche faunistiche del Pd. “Il testo approvato dalla Liguria viola la Costituzione - sostengono la senatrice Donatella Poretti e Alessandro Rosasco (Comitato Nazionale di Radicali Italiani) - adottando con legge un provvedimento che andrebbe approvato in via amministrativa, sia la normativa nazionale e comunitaria di settore, ignorando del tutto le indicazioni dell'ISPRA sui tempi di caccia in relazione alla tutela nei periodi di migrazione”. Il calendario venatorio stabilito dalla Regione ligure prevede periodi e orari di caccia sul territorio, specie cacciabili e relativi periodi di caccia, specie vietate, il prelievo del cinghiale e degli ungulati in forma selettiva, l'esercizio della caccia nella zona delle Alpi e nelle zone di protezione speciale, i carnieri massimi consentiti al giorno e nell'intera stagione. Tra le novità, l'apertura alla caccia alla minilepre (specie non appartenente alla fauna locale ma presente sul territorio soltanto a causa di "involontarie" liberazioni di animali d'allevamento; a causa del fondato timore che possa favorire altre liberazioni illecite, l'ISPRA ne ha sconsigliato la caccia), il carniere ridotto per la beccaccia (da tre a due capi giornalieri a cacciatore) e l'obbligo di raccogliere le cartucce e i bossoli. Si teme, fortemente, l'effetto domino. Se le altre Regioni dovessero seguire la Liguria, l'Italia rischierebbe un contenzioso con l'Unione Europea. Il nostro paese non è nuovo a tali iniziative. Lo scorso anno la Corte Europea del Lussemburgo ha già condannato l'Italia per la legge varata dalla Regione Lombardia che autorizzava la caccia in deroga a quattro specie protette, e l'ha sanzionata per le deleghe sistematiche decise dalla Regione Veneto; e la Corte di Giustizia europea ha condannato la Liguria per l'uso scorretto delle deroghe a cacciare uccelli protetti.

Lascia un commento


Per lasciare un commento, registrati o effettua il login.