LiscaBianca cerca equipaggio per impresa epica

Un progetto per favorire l’inclusione sociale e lavorativa di giovani svantaggiati, attraverso il restauro di una delle imbarcazioni simbolo della cultura mediterranea nel mondo.

LiscaBianca cerca equipaggio per impresa epica

Due amici, un'antica e gloriosa imbarcazione abbandonata in un cantiere e l'idea di restaurarla coinvolgendo ragazzi meno fortunati per creare nuove opportunità di crescita e formazione. E' il progetto no profitLiscaBianca – navigare nell’inclusione”, che nasce in Sicilia nel 2013, con l'obiettivo di offrire ai ragazzi significative esperienze di vita di gruppo all'interno di un contesto educativo fortemente tutelato e in un ambiente naturale quale è il mare. Progetto che affonda le radici in un passato non troppo lontano.
È il 1978 quando Licia e Sergio Albeggiani, lei un’insegnante delle scuole elementari, lui un ingegnere, oramai in pensione, tornano con la loro barca a Porticello da Gibilterra, convinti che nel prossimo viaggio salperanno per «andare a vedere l’oceano». Anticipando di circa 40 anni quello che sta accadendo oggi in Italia, ovvero l’emigrazione di molti pensionati dal Belpaese verso terre migliori, i coniugi prendono la decisione di vendere tutto per costruire un Carol Ketck di 36 piedi, versione più lunga del Tahiti Ketch, noto per le caratteristiche marine e la sicurezza. «Avevamo le idee abbastanza chiare circa il tipo di barca che avrebbe fatto al caso nostro – racconta Sergio Albeggiani nel libroLe Isole lontane”, scritto durante 3 anni di navigazione – Una costruzione in legno a dislocamento pesante con chiglia continua e pescaggio contenuto; lunghezza fuori tutto tra i 10 e i 12 metri ed armamento velico a ketch; cominciammo allora a dedicarci alla ricerca su tutte le riviste specializzate su cui riuscivamo a mettere le mani di servizi illustrativi di barche aventi tali caratteristiche. Fu così che su di un vecchio numero di “Forza 7” avemmo occasione di leggere un servizio sul “Tahiti ketch”, progetto dell’americano John Hanna del 1924, derivato dai battelli-pilota norvegesi a vela e destinato ad essere impiegato in Pacifico». La “follia” dei coniugi Albeggiani prende così forma nella barca LiscaBianca, nome dato in omaggio all’omonimo scoglio che si trova nei pressi dell’isola di Panarea, nelle Eolie. Il varo avviene nel settembre 1981 e dà il là al primo giro del mondo. Trenta mila miglia, tanto oceano, molti incontri e storie raccontate nel diario di bordo, “Le Isole Lontane” appunto. Un giro del mondo però non basta alla sete di conoscenza e vita dei coniugi Albeggiani. Così, nel 1989, di fronte a mille cittadini e accompagnata da uno stuolo di imbarcazioni, LiscaBianca lascia Porticello per avventurarsi verso il secondo giro del mondo. Da allora la barca diverrà ambasciatrice dei prodotti e della cultura siciliana nelle isole più lontane del mondo: il pane, lo sfincione (specie di pizzotto tipico palermitano), o il pesce alla siciliana toccheranno i palati di migliaia di persone lungo le coste degli altri continenti. Ma, purtroppo, la traversata si interromperà a Las Palmas, per l’improvvisa scomparsa di Sergio a causa di un malore. Licia decide quindi di tornare a casa con LiscaBianca, che, durante gli anni, complici gli alti costi di mantenimento per una barca interamente in legno, subisce un progressivo abbandono, rischiando più volte la demolizione.
E’ solo poco tempo fa, nel 2013, che Fancesco Belvisi, progettista navale, ed Elio Lo Cascio, sociologo e mediatore penale, scoprono in un cantiere a Palermo una barca meravigliosa e abbandonata. E’ proprio LiscaBianca. I due amici se ne innamorano subito e, complice anche la recente lettura del libro “Le Isole Lontane”, nasce in loro la voglia e l’idea di restaurarla. Con uno scopo sociale: coinvolgere nell'opera ragazzi in difficoltà, per creare nuove opportunità di crescita e formazione, affiancandoli a mastri d’ascia e maestranze esperte. Ovvero tutti quei giovani in difficoltà e a rischio di devianza, accolti all’interno di comunità per minori, strutture di prima accoglienza, comunità per tossicodipendenti, centri aggregativi, disabili psichici e fisici.
L’associazione Apriti Cuore e l’Istituto Don Calabria, con cui Elio collabora da tempo, sposano l’iniziativa. Viene formalizzato un protocollo d’intesa con l’Istituto Penale per i minorenni di Palermo, il cui direttore vede le potenzialità educative e formative del progetto, primo in Italia in questo genere. La famiglia Albeggiani, nella persona del figlio Attilio, concede la barca in comodato d’uso gratuito con l’impegno di utilizzarla, una volta restaurata, per navigazione a scopi sociali. Professionisti nel campo marketing, comunicazione, organizzazione ed educazione mettono a disposizione tempo e competenze costituendo un team di lavoro eterogeneo e multidisciplinare, investendo su quello che si configura come un progetto innovativo, ambizioso e dalle enormi potenzialità. Nasce così “LiscaBianca – navigare nell’inclusione”, presentato a pubblico e stampa il 4 dicembre 2013, in cui la crescita e la formazione sono il fine, la barca e il restauro il mezzo.
«L’obiettivo principale - racconta Marco Calatroni, Project Management e Comunicazione - è quello di fornire a ragazzi svantaggiati gli strumenti e le possibilità di affrontare la vita in società ripartendo dal lavoro per vivere la vita nella legalità. In quest’ottica - continua Calatroni - il cantiere LiscaBianca vuole continuare ad essere operativo anche dopo il restauro della barca, creando un team di lavoro e know how capaci di porsi in maniera competitiva e strutturata nel panorama della nautica in Sicilia, terra dove l’offerta è carente in termini di qualità e professionalità. Come cantiere saremo in grado di ricevere e gestire commesse di privati, restauro di barche d'epoca e non, costruzione di nuovi scafi e, grazie alla combinazione di tecniche artigianali con nuove tecnologie, affrontare anche sfide più innovative come la realizzazione di prototipi (o parti di essi) in collaborazione con progettisti e designer. I giovani formati con il progetto, oltre che cercare lavoro fuori, potranno continuare a lavorare nel cantiere che diventerà un vero e proprio sbocco occupazionale sia per le maestranze già formate, sia per nuovi utenti (sempre provenienti dal circuito penale e terapeutico) in fase di formazione. I professionisti formatisi grazie all'esperienza di LiscaBianca potranno contribuire alla formazione dei nuovi. Una volta in acqua, LiscaBianca sarà utilizzata per scopi sociali: velaterapia, navigazione con utenti disabili, scuola di marineria tradizionale, percorsi turistici sostenibili volti alla valorizzazione del territorio e delle coste Siciliane».
Il progetto sta ottenendo un considerevole successo e annovera tra i vari testimonial anche l’attore Luigi Lo Cascio, il pittore Maurilio Catalano e il velista Checco Bruni. Nel futuro immediato Lisca Bianca parteciperà il 24 maggio allaRegata della Legalità”, con un equipaggio composto da 2 membri dello staff Lisca Bianca e 2 ragazzi dell’Istituto Penale per i Minorenni di Palermo. Non solo. A breve sarà pubblicata la nuova edizione de “Le Isole Lontane”, il cui ricavato delle vendite sarà interamente devoluto al progetto. Perché, come scriveva Sergio Albeggiani, «le isole lontane esistono. Sono dentro di noi e non ce ne accorgiamo – o, forse, ce ne dimentichiamo – dimentichiamo d’essere nati liberi».

 

Se Muore il Sud

Lascia un commento


Per lasciare un commento, registrati o effettua il login.