"Tutti su Macao", a Milano l'arte occupa la torre Galfa

Dal 5 maggio scorso la torre Galfa di Milano, un palazzo abbandonato da anni, è stata occupata da lavoratori dell'arte e della conoscenza per dare vita a Macao, un nuovo centro per le arti che sia aperto a tutti. Il progetto sta raccogliendo sempre più consensi. ULTIM'ORA: all'alba del 15 maggio le forze dell'ordine sgomberano Macao, finisce già il 'sogno comune'?

Dal 5 maggio scorso la torre Galfa di Milano, un palazzo di 31 piani a due passi dalla stazione centrale, è stato occupato dal collettivo culturale e artistico Macao con l'obiettivo di creare un grande centro per le arti aperto a tutti. Nonostante le minacce di sgombero, i lavoratori dell'arte e dello spettacolo intendono portare avanti il loro progetto di dar vita ad uno spazio in cui artisti e cittadini possano incontrarsi per sperimentare forme condivise di arte. Gli occupanti, per evitare lo sgombero, stanno lavorando sulla sicurezza dello stabile, disabitato dalla metà degli anni Novanta. La torre Galfa è infatti un grattacielo abbandonato da anni. Costruito alla fine degli anni ’50, a metà degli anni ’70 è stato venduto alla Banca Popolare di Milano. Dal 2006 è passato alla Immobiliare Lombarda, del gruppo Fondiaria Sai della famiglia Ligresti. I lavori di ristrutturazione sarebbero dovuti partire l'anno scorso, ma la torre è tuttora vuota. Il gruppo dei Lavoratori dell'Arte (artisti, curatori, critici, grafici, performer, attori, danzatori, musicisti) ha scelto simbolicamente di occupare questo immobile in quanto rappresenta un esempio di uno spazio mal utilizzato e mal gestito. “Il vuoto lasciato dalla torre – scrive il collettivo – era il simbolo della crisi diffusa di un sistema che, al di là dell'economia, non riesce a trovare alcun utilizzo positivo delle risorse territoriali; e di una politica che non fornisce risposte alla crisi ma è piuttosto parte del problema stesso. Invece di aspettare soluzioni dall'alto, gli occupanti hanno preso nelle loro mani il destino di questi spazi, facendo così un prezioso dono alla città”. Le attività di Macao si articolano in performance, dibattiti e laboratori sperimentali che durante lo scorso fine settimana hanno attirato un migliaio di persone. Ogni giorno, infatti, Macao accoglie nuovi visitatori e si arricchisce di nuove attività. Accademie, università e intellettuali vogliono cooperare. “Ognuno – scrivono i Lavoratori dell'Arte – porta saperi e competenze, offrendo mezzi di produzione e trasferendo interi corsi e laboratori all'interno del nuovo spazio, con l'obiettivo di farne la forza motrice della creatività, del desiderio comune e della libera espressione collettiva”. Sempre più lunga, inoltre, diventa la lista dei sostenitori dell'iniziativa. Tra questi vi è anche il premio Nobel Dario Fo, che ha partecipato ad una delle riunioni del collettivo e ha firmato l' appello in difesa del progetto. Come si legge nel testo dell'appello, secondo i Lavoratori dell'Arte il processo di partecipazione messo in moto da Macao rappresenta la nascita di una nuova prospettiva che permetta ripensare l’idea stessa di cultura, in particolare in un momento storico in cui proprio la cultura viene erronemanente relegata in una posizione di secondaria importanza, “a causa di una crisi generalizzata che sempre più ci ostacola e ci impedisce di immaginare il futuro per come lo vorremmo”. Secondo il gruppo dei Lavoratori dell'Arte è necessario attribuire all'arte e alla cultura lo status di beni comuni. “Il bene comune non è un concetto astratto ma una nuova forma viva di democrazia che mira a superare la dicotomia tra pubblico e privato”. AGGIORNAMENTO 15 MAGGIO ORE 8.00 All'alba di questa mattina le forze dell'ordine hanno sgomberato la torre occupata da dieci giorni da artisti e intellettuali. Che ne sarà del progetto comune?

Commenti

Peccato che questi okkupanti guadagnano troppo poco per destare l'interesse ai proprietari dello stabile per un'affitto congruo....
Sandrolibertini, 15-05-2012 10:15
Caro Sandro, purtroppo credo che questo stabile e tanti altri nelle sue stesse condizioni fruttino ai proprietari più da sfitti. Milano (e non solo) è piena di stabili inutilizzati ma queste costruzioni...generano reddito...che genera altro reddito...e i puntini di sospensione continuano...
Chiara F., 15-05-2012 11:15

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