Maltempo: nubifragio in Sicilia, tre le vittime nel messinese

Tre vittime nel messinese, compreso un bambino di 10 anni. A Messina, Barcellona Pozzo di Gotto, Milazzo, Villafranca Tirrena e Saponara, il nubifragio del 22 novembre ha riprodotto lo scenario osservato con sgomento a Genova solo qualche settimana fa.

Maltempo: nubifragio in Sicilia, tre le vittime nel messinese
Nel tratto della provincia di Messina raccolto attorno ai Peloritani, sono caduti ben 140 mm d’acqua l’ora in un solo giorno, un volume maggiore di quello previsto di media - 120 mm - per l’intero anno. A Messina, Barcellona Pozzo di Gotto, Milazzo, Villafranca Tirrena e particolarmente a Saponara, il nubifragio di ieri - 22 novembre - ha riprodotto lo scenario osservato con sgomento a Genova qualche settimana fa: corsi d’acqua straripati, strade, negozi ed edifici travolti dall’acqua e dal fango, il crollo di un ponte. Al tutto si aggiunge il dramma delle vittime annoverate a tre, almeno alle prime ore di questa mattina. Secondo le dichiarazioni rilasciate al TG Regione Sicilia da Bruno Manfrè, Direttore Protezione civile Messina, fino alle prime luci si è recuperato solo il cadavere di un bambino di 10 anni, ma i corpi di altre due vittime, un uomo di 55 anni e un ragazzo di 25, padre e figlio, sono stati individuati con certezza. Il Direttore Manfrè, inoltre, non conferma la notizia riportata da alcune testate secondo cui ci sarebbe anche una ragazza morta. Alla Protezione Civile non risulta neanche dispersa. Il bambino e gli altri due uomini abitavano nello stesso edificio a Scarcelli, frazione di Saponara trasformata in un vero e proprio fiume di fango dopo essere stata colpita dalla frana. La madre della piccola vittima si è salvata solo perché è riuscita ad aggrapparsi alla ringhiera del balcone. Ora è ricoverata all'ospedale Piemonte di Messina. Le precipitazioni erano state previste (non così copiose e persistenti) due settimane fa. La Protezione Civile aveva quindi emesso lo stato d’allerta, raccolto dal sindaco di Messina Giuseppe Buzzanca che ordinava la chiusura delle scuole di ogni ordine e grado per la giornata del 22 novembre. Un evento meteorologico così grave non avveniva da circa vent’anni. La pioggia è ritenuta la principale causa. Il sito di Saponara non era compreso tra quelli a rischio idrogeologico perché la montagna circostante è ricca di vegetazione, tuttavia un costone è franato sul centro abitato. Il maltempo ha interessato una vasta area geografica comprendente anche la Calabria, dove la pioggia ha invaso Catanzaro e Reggio e i detriti hanno bloccato il tratto ferroviario tra Lamezia Terme e Catanzaro. La località forse più colpita in termini materiali (omettendo le vite umane per cui il triste primato spetta a Scarcelli) è Barcellona Pozzo di Gotto, dove è crollato un ponte, intere frazioni restano isolate e le strade si trovano allagate dalle acque del torrente Longano nel marasma di auto e detriti al seguito. “I danni, vista l'ampiezza della zona colpita dal fango, potrebbero essere anche maggiori di Giampilieri”, dice il sindaco Candeloro Nania. Colpito duramente dalla tragica alluvione di due anni fa, il territorio di Giampilieri ha ancora i segni di quello smottamento della montagna che drammaticamente trascinò a mare case e vite umane. Con la ricostruzione non ancora approntata e i fondi persino dirottati ad altre emergenze, il paese ha subito nuove aggressioni e un nuovo allarme lo scorso 9 novembre, data in cui temporali violenti si sono abbattuti per ore sull’intera provincia di Messina, causando problemi soprattutto nella zona ionica del messinese a Gaggi e Letojanni. Torrenti esondati, strade invase dal fango o dall’acqua alta un metro, case prive di elettricità, nonostante l’adozione di alcune misure di sicurezza. Già in quell’occasione la Protezione civile emise l'avviso di persistenza precipitazioni su Sicilia, Calabria, Basilicata e Puglia. Il nubifragio di ieri riporta in auge l’attività di prevenzione e messa in sicurezza del territorio e delle scelte di dislocazione dei fondi e degli interventi; di alcuni piuttosto che altri in una provincia tanto menzionata per l’opera avveniristica del Ponte sullo Stretto piuttosto che per le infrastrutture esistenti. La provincia di Messina, insieme a Caltanissetta, risulta la provincia siciliana a più alto rischio idrogeologico (86%) nell’indagine Ecosistema Rischio 2011 di Operazione Fiumi, redatta da Legambiente e Dipartimento della Protezione Civile e presentata a Palermo lo scorso 29 ottobre in conferenza stampa presso la sede di Legambiente Sicilia. Lo studio monitora le attività di prevenzione e mitigazione del rischio dei comuni della Sicilia in cui siano presenti zone classificate ad alto rischio idrogeologico, prendendo in esame l'urbanizzazione delle aree a rischio, le attività dei comuni legate all'informazione della popolazione sui comportamenti da adottare in caso di calamità e considera l'esistenza e l'efficienza dei piani comunali d'emergenza. Sul tema dei fenomeni franosi, secondo il quadro emerso dal Progetto IFFI (Inventario dei Fenomeni Franosi in Italia) realizzato dall’ISPRA insieme alle Regioni e Province Autonome, solo nel 2010 si sono verificati 88 eventi principali di frana sul territorio italiano. Tra le cause più importanti nell’innesco delle frane ci sono sicuramente le precipitazioni concentrate e intense, i terremoti e un’errata gestione del territorio (disboscamenti, tagli stradali, abusivismo edilizio), ma non vanno trascuratele modificazioni del clima e quelle del sistema sociale e infrastrutturale.

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