Manovra economica: gli effetti dei tagli sul trasporto pendolare

Legambiente presenta i dati allarmanti sulle conseguenze dei tagli sul trasporto pendolare: folle aumento del prezzo del biglietto e milioni di persone in auto. Roma più cara di Berlino e Parigi. Ogni anno 1.320 euro in più per gli abbonamenti. Legambiente chiede “subito un Decreto per 3 centesimi di accisa a sostegno della mobilità sostenibile, da recuperare a spese di petrolieri e distributori”.

 Manovra economica: gli effetti dei tagli sul trasporto pendolare
Milioni di pendolari appiedati e costretti a riversarsi sulle strade oppure prezzi di biglietti e abbonamenti raddoppiati o addirittura triplicati. Queste le conseguenze dirette dei tagli inseriti nella manovra finanziaria a danno del trasporto locale. “Ipotesi inaffrontabili in un periodo di crisi profonda e di vera difficoltà per tante famiglie”, ha dichiarato il presidente nazionale di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza, a sostegno della protesta dei governatori che oggi pomeriggio consegneranno simbolicamente al Governo i contratti del trasporto pubblico locale. L’elaborazione di alcuni dati da parte dell’associazione ambientalista sugli effetti dei tagli nei trasferimenti alle Regioni previsti dalla manovra, rende un quadro allarmante: il taglio drastico del servizio di trasporto locale provocherebbe il caos nelle città italiane, impedendo di fatto a centinaia di migliaia di studenti o lavoratori di muoversi e aumentando traffico e inquinamento. Per far fronte alla situazione, le Regioni dovrebbero effettuare tagli tali da cancellare tutti i treni prima delle 6 e dopo le 21, cancellandone anche la metà nelle altre fasce orarie. In questo modo, per esempio, verso Milano, ogni mattina si avrebbero 300 mila persone in auto in più, con evidenti conseguenze in termini di congestione e inquinamento. Gli aumenti delle tariffe per recuperare le risorse mancanti sarebbero enormi: un pendolare, ad esempio, della tratta Chivasso-Torino, vedrebbe il suo abbonamento mensile passare da 51,5 a 167 euro con un aumento di spesa di 1.380 euro in più ogni anno. Un cittadino di Roma, Bologna o Napoli si troverebbe a pagare un abbonamento mensile superiore a quello di Parigi (130 euro) ma con la beffa di dover sopportare sempre gli stessi disagi in termini di disservizi, ritardi, scarsa igiene. Tra le capitali europee proprio Roma risulterebbe avere il secondo prezzo più alto per un abbonamento mensile, pari a 151 euro, superando città come Berlino (145 euro), Parigi (130) e Madrid (111) che vantano però un’offerta di treni pendolari e metropolitane di gran lunga superiore alla nostra per qualità e quantità. Questi, in sintesi, gli effetti della riduzione nei trasferimenti alle Regioni per il servizio ferroviario, che in due anni ha portato a un taglio pari al 75% delle risorse. Una prospettiva drammatica che riguarda oltre 2,7 milioni di italiani che ogni mattina usano il treno per spostarsi per motivi di lavoro e di studio, e che vengono completamente trascurati dal Ministro dei Trasporti Altero Matteoli che, proprio in questi giorni, ha invece annunciato un piano per il rilancio delle infrastrutture con risorse per autostrade e grandi opere. Legambiente lancia quindi un appello, per spingere il Governo a porre riparo a questa situazione attraverso un Decreto Legge che introduca un’accisa di 3 centesimi per litro di benzina e gasolio al fine di coprire i tagli e, soprattutto, di dare certezze per il futuro, perché permetterebbe di generare un’entrata annua di circa 1,3 miliardi di euro. “Questa soluzione – ha sottolineato Cogliati Dezza – è oggi l’unica percorribile per garantire disponibilità finanziarie per il trasporto ferroviario locale in modo da realizzare un miglioramento del servizio e gli investimenti necessari senza incidere sulle tasche dei cittadini. Il peso in termini di rincari per gli automobilisti può essere, infatti, facilmente recuperato attraverso un’azione seria e incisiva da parte del Governo nei confronti dei petrolieri e distributori di benzina, intervenendo su quegli accordi di cartello che ad oggi mantengono i prezzi alti anche quando scende il prezzo del petrolio. Ci schieriamo quindi al fianco di Governatori regionali e Sindaci in questa battaglia, che dovrà portare a una rapida ed efficace soluzione da parte del Governo”.

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