Porto Torres, il risarcimento per la 'marea nera' è una beffa

Uno spot promozionale all'interno della trasmissione 'Pianeta Mare', per il quale la società tedesca E.On ha sborsato 54mila euro a Publitalia 80. Sembra essere tutta qui l'entità del risarcimento per il disastro ambientale del gennaio scorso, che ha visto riversarsi in mare, nei pressi di Porto Torres, decine di migliaia di litri di combustibile. Una beffa per la popolazione sarda, che dopo il danno ambientale vede ridicolizzato l'impatto economico del disastro.

Porto Torres, il risarcimento per la 'marea nera' è una beffa
Quanto valgono le acque limpide del 'Capo di sopra' della Sardegna? Quanto le spiagge di Porto Torres e del sassarese? In una società che basa i propri ingranaggi sull'attribuzione di un valore monetario a qualsiasi cosa, ora i cittadini sardi lo sanno con esattezza: 45mila euro più Iva, 54mila in tutto. È quanto la multinazionale tedesca E.On è stata disposta a spendere per risarcire i territori devastati dalla marea nera del gennaio scorso. Per cosa poi? Per finanziare un servizio promozionale all'interno della trasmissione di Rete4 'Pianeta Mare'. I soldi, dunque, sono andati a Publitalia 80, concessionaria esclusiva della pubblicità del gruppo Mediaset fondata da Silvio Berlusconi nel 1979. La E.On ritiene in questo modo di aver risarcito il danno arrecato all'economia del territorio sassarese in seguito allo sversamento di combustibile. Il disastro ha avuto inizio la sera dell'11 gennaio scorso, quando, durante le operazioni di trasferimento del petrolio da una nave cisterna alla centrale idroelettrica E.On di Fiumesanto (Porto Torres), una falla nelle tubature ha causato lo sversamento in mare di una grossa quantità di combustibile. Una reazione tardiva, un allarme dato con sei ore di ritardo, ed ecco che la marea nera si espande rapidamente arrivando a toccare le coste. La società tedesca parla di uno sversamento di 10mila litri, ma subito viene smentita dalle associazioni ambientaliste: si tratterebbe di decine di migliaia. In pochi giorni la marea nera è arrivata a lambire il santuario dei cetacei ed il parco dell'Asinara. Parallelamente un altro velo scuro si andava stendendo sugli occhi dei media nazionali, che scordavano rapidamente l'accaduto. Trovando, in questo, degli insperati complici proprio in una parte della popolazione sarda, atterrita dall'eventualità di aggiungere al terribile danno ambientale quello economico – visto l'impatto che una notizia del genere può avere sul settore turistico. Che dunque preferiva tacere, facendo il gioco della multinazionale E.On. L'allarme è invece girato sul web, dove tramite Facebook è stata lanciata la campagna E.Off. spegni la luce, accendi i riflettori sul Golfo dell’Asinara per chiedere a media e istituzioni di rivolgere al disastro ambientale di Porto Torres la dovuta attenzione. Centinaia di persone hanno lavorato alacremente per giorni e notti per ripulire le coste e le acque dal catrame. Adesso che l'emergenza può considerarsi conclusa – per quanto sia tutto da verificare che siano scomparsi i segni del disastro – i cittadini chiedono che E.On li risarcisca. Ecco allora che come prima mossa la società tedesca finanzia la campagna pubblicitaria 'Primavera in Romangia' del Comune di Sorso. A questo punto il sindaco di Sassari, Gianfranco Ganau, decide di avanzare anch'egli una richiesta. Chiede che la E.On sponsorizzi la Dinamo, squadra di basket cittadina fra le più importanti a livello nazionale ma sull'orlo del fallimento finanziario. Ben poca cosa per una società che nel 2010 fatturava 92,9 miliardi di euro. Ma non c'è niente da fare, pare che alla E.On interessi soltanto il settore pubblicitario. Così decide di cavarsela sborsando 54mila euro a Publitalia 80 per la realizzazione di un servizio promozionale. Il Comune di Sassari ratifica l'accordo con un'apposita delibera di Giunta. Ad oggi non è dato conoscere nel dettaglio quali siano i punti dell'accordo, ma se è vero che questo servizio è l'unica forma di risarcimento previsto, l'operazione assume le sembianze della beffa. La pensa così Antonio Cardin, capogruppo del Psd'Az in Consiglio comunale, che ha veracemente dichiarato: “Pensare di liquidare con un piatto di lenticchie un danno simile che ha avuto ripercussioni economiche enormi in tutte le attività commerciali e di servizi rappresenta uno schiaffo per tutti i sardi”.

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