Medicina cinese: mante e mobule sono a rischio estinzione

Lo sforzo congiunto di due organizzazioni, Shark Savers e WildAid Shark, impegnate entrambe nella conservazione degli squali, ha permesso la pubblicazione del rapporto intitolato Manta Ray of Hope: The Global Threat to Manta and Mobula Rays. Il testo documenta l'eccessivo sfruttamento di mante e mobule nella medicina cinese. Il commercio delle loro branchie e branchiospine, se non sarà fermato, causerà il collasso delle due popolazioni.

Medicina cinese: mante e mobule sono a rischio estinzione
Shark Savers e WildAid Shark supportate da Silvercrest Foundation in collaborazione con i migliori ricercatori di tutto il mondo, hanno creato l'unico progetto globale chiamato Manta Ray of Hope costituito da un rapporto e da un documentario, per salvare mante e mobule dal commercio insostenibile. Il rapporto intitolato Manta Ray of Hope: The Global Threat to Manta and Mobula Rays - redatto dalle due organizzazioni - fornisce la prova scioccante che questi pesci giganti, graziosi e gentili stanno rapidamente scomparendo a causa della pesca indiscriminata: da pesca di pura sussistenza si è trasformata in pesca commerciale per soddisfare la crescente domanda delle branchie e delle branchiospine di questi animali. Il progetto nasce casualmente. Mentre era impegnato in un’indagine decennale sul commercio di pinne di squalo, il team ha notato un altro straziante trend che coinvolgeva il mercato ittico. Il fenomeno, fino alla pubblicazione del rapporto, era poco conosciuto al grande pubblico e al mondo degli ambientalisti e animalisti. "Se non interverremo rapidamente - ha dichiarato Michael Skoletsky, direttore esecutivo della Shark Savers - assisteremo all'estinzione di queste popolazioni a causa della pesca non regolamentata". "Chiunque abbia nuotato accanto ad una manta durante un’immersione, ha vissuto un'esperienza coinvolgente, grazie all’intelligenza e all'eleganza di questi pesci. Non possiamo permetterci di perderli, sarebbe una tragedia", ha concluso Michael Skoletsky. Shawn Heinrichs, regista e direttore di fotografia di fama mondiale alla guida del team che ha realizzato il rapporto e il documentario, ha aggiunto: "Il commercio delle branchie deruba le economie e l'ambiente di una delle creature oceaniche più carismatiche; ogni esemplare può far guadagnare un milione di dollari l'anno grazie all'ecoturismo". Quanto affermato da Heinrichs è in linea con quanto dichiarato anche da Peter Knight, direttore esecutivo della WildAid Shark: "le mante possono generare reddito ai paesi meno ricchi, portando decine di milioni di dollari a lungo termine grazie al turismo sostenibile che si potrebbe sviluppare nei paesi meno ricchi". Nuotare con le mante è tra le esperienze più richieste dai sub. "Non possiamo permettere che questi esemplari rischino l'estinzione a causa di una cura popolare e indubbia". Le branchiospine di mante e mobule sono essiccate e bollite per la preparazione del cosiddetto 'tonico della salute'. Al rimedio sono attribuite diverse proprietà curative, come stimolare il sistema immunitario (soprattutto quando i giornali e i mass media riportano a grandi titoli la notizia della febbre suina e aviaria), favorire la circolazione sanguigna, guarire una serie di malattie quali l'infertilità o alcune tipologie di tumori. I commercianti di pesce secco, in Cina, affermano che i praticanti di Medicina Tradizionale Cinese sostengono questa tesi e, sebbene non ci sia ancora nessuna letteratura scientifica che supporti le rivendicazioni di questi professionisti, il commercio delle branchie di mante e mobule muove una cifra davvero allettante: arriva a valere ben 11 milioni di dollari l'anno solo in alcune regioni della Cina. La pesca delle mante e delle mobule è diventata un grande business perché al commercio per le presunte proprietà benefiche, si aggiunge il mercato delle pelli, usate per borsette e scarpe e la vendita delle cartilagini che, mischiate alle pinne di squalo, forniscono una versione più economica della famosa zuppa. La pesca di mante e mobule è diffusissima oramai in tutti i luoghi in cui sono presenti quali Indonesia, Mozambico, India, Tanzania, Messico, Ecuador e Perù, anche a causa della facilità della cattura (con reti o lance). Una singola imbarcazione da pesca può distruggere un'intera popolazione locale in pochi mesi; le mante non riescono a contrastare la perdita degli individui con la riproduzione, sia a causa della lenta maturazione sessuale, sia per la periodicità dei cicli produttivi (un cucciolo ogni due/tre anni). L'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN) ha inserito la manta della barriera corallina Manta alfredi e la manta gigante Manta birostris nella Red List classificandole nella categoria Vulnerabili (VU) che comprende specie considerate a rischio di estinzione in natura. Non ci sono leggi internazionali per far cessare questo disastro imminente; le mante sono protette solo in sei piccole aree del mondo (Maldive, lo Stato delle Haway, l’isola di Yap, la costa dell’Ecuador, la Revillagigedo biosfera - Messico, le isole Yaeyama – Giappone), ma anche in questi luoghi 'protetti' avviene ancora la pesca illegale. Secondo gli ideatori del progetto Manta Ray of Hope, il vero cambiamento sarà guidato dalla consapevolezza globale che potrà nascere anche da programmi di conservazione mirati. Il film-documentario avrà il compito di diffondere, attraverso campagne di sensibilizzazione, maggiore attenzione e coscienza nei consumatori, soprattutto cinesi. Le due organizzazioni, grazie al supporto dei media, delle emittenti televisive pubbliche e delle celebrità cinesi, raggiungeranno centinaia di milioni di consumatori; il futuro delle mante e delle mobule è assolutamente nelle loro mani. Se calerà presto la domanda, allora forse ci sarà un raggio di speranza per questi straordinari animali.

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LA PROTESTA DEI PESCATORI SI DIFFONDE SUL TERRITORIO NAZIONALE Inserita lunedì 23 gennaio 2012 alle 10:14 da Anapi Il Movimento dei Pescatori che ha preso avvio in Sicilia con la consegna delle licenze di pesca ai Sindaci dei propri Comuni di residenza, e che ha visto anche la partecipazione delle Imprese associate ad Anapi Pesca, prosegue in Calabria, Basilicata, Puglia, Campania, Lazio, Sardegna, Toscana, Liguria, Lombardia, Veneto, nel Medio Adriatico e nelle Piccole Isole. Da Lunedì 23 gennaio 2012 le imprese di pesca di queste Regioni consegneranno le licenze ai Sindaci dei propri Comuni di residenza, chiedendo loro di rendersi promotori di un incontro col Presidente del Consiglio dei Ministri, dato che i tre Ministri delle Politiche Agricole succedutisi negli ultimi tre anni hanno continuato a promulgare Leggi e Decreti sulla Pesca senza aver mai indetto un tavolo di concertazione con i Pescatori Italiani. Avremmo voluto consegnare le licenze alle istituzioni nazionali della pesca, hanno riferito ad Anapi Pesca alcuni di questi Pescatori, ma, mentre si fa irresponsabilmente affondare la pesca italiana, apprendiamo dalla Commissione Europea che si stanno per recepire regolamenti comunitari per rendere trasferibili le nostre licenze di pesca. Esse potranno essere vendute ad altre organizzazioni industriali, anche non nazionali, interessate a rilevare le attività di pesca nella acque italiane, attività che nel frattempo viene a noi preclusa. Questa è l'ultimo scempio legislativo a danno della pesca costiera italiana che sta per essere messo in atto per interessi diversi, avvantaggiati pure dalla mancanza di un responsabile controllo politico del settore, ben quattro sono i Ministri che si sono avvicendati dal 2008 al 2011. La pesca tradizionale italiana, costiera, ricca di produzioni tradizionali ad alto valore aggiunto, facilmente tracciabili, varie e non massive viene affossata, e con essa l'economia ed il lavoro di migliaia di famiglie non ricche, a vantaggio di grandi gruppi commerciali italiani e stranieri titolari di supermercati e di società di importazione che, forti del loro potere economico, hanno invaso, complice l'apparato amministrativo e rappresentativo, i tavoli istituzionali impedendo che i Pescatori Italiani fossero correttamente rappresentati. Le stesse Associazioni che si titolano rappresentative dei Pescatori Italiani e che appartengono a Confederazioni nazionali con proprietà di grandi catene di supermercati, mentre ci invitano alla calma, fanno accordi di pesca con Cile, Santo Domingo ed altri paesi come Cina, Taiwan e del Sud Africa. Ciò mentre lo Stesso Presidente del Consiglio, il Senatore Monti, responsabilmente invita tutti ad acquistare il Prodotto Italiano per contribuire al superamento dello stato di crisi nazionale. Riteniamo sia inutile parlare di "Iva al 21%", di " Log-Book", di "Licenza a Punti", di "Blue- Box", di "Raddoppio di Sanzioni", di " Eccessi di Burocrazia" e "Rigetti in Mare" , quando questi argomenti, norme inapplicabili in Italia, sono frutto di un preciso, perverso disegno che così vuole imporre uno stato di crisi permanente per indurci a cambiare mestiere. E' assurdo che con 8000 Km di costa l'Italia sia costretta ad importare oltre l'80% del pesce, mentre tutto il mondo riconosce il valore della Dieta Mediterranea e l'eccellenza del Prodotto Italiano. Non siamo d'accordo a dismettere le nostre licenze di pesca, di dover rinunciare al nostro lavoro, ma se è questo che vuole l' Italia a discapito di decine di migliaia di famiglie italiane, che vivono dove non ci sono alternative a questo lavoro, a discapito di un comparto reso improduttivo da norme prodotte per favorire interessi che non rispettano la millenaria tradizione della pesca italiana e l'Italia, noi siamo disposti, se costretti, a smettere di lavorare in questo settore, ma riconoscete il giusto valore al lavoro che ci volete togliere per affidarlo ad altri, dateci un corrispettivo congruo per dismettere i nostri attrezzi di lavoro, finanziateci l'avviamento di possibili attività alternative o dateci un impiego stabile. Ma soprattutto, abbiate rispetto della nostra intelligenza e non additateci come delinquenti quando non si vuole identificare e controllare la pesca illegale e perciò, ma non solo, colpite i Pescatori le cui attività professionali sono dichiarate, riconoscibili, tassate e da sempre rispettose dell'ambiente e delle risorse del Mediterraneo. Altrimenti, restituite la Pesca Costiera Italiana ai Pescatori Italiani le cui regole non scritte hanno per secoli prodotto a miglio zero la nostra economia, non assistita, nel rispetto delle risorse comuni, dell'ambiente e dell'eccellenza del Prodotto Ittico Italiano !
ivan corea, 08-02-2012 01:08
Tra poco non ci sarà più nulla da pescare, con tutto il lordume che si trova nei mari, non mangerei un pesce manco se da questo dipendesse la mia vita. A parte che sono vegetariano da decenni.
Roby, 02-03-2012 05:02

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