La memoria del futuro

Dalle elezioni amministrative in Italia alle proteste pacifiche in Siria: "Italian Revolution che si lega al movimento degli ‘indignados’ spagnoli, che si apparenta, mutatis mutandis, alla così chiamata 'primavera araba'… Ma certo, è una conferma che niente più sarà come prima".

La memoria del futuro
Via Giandomenico Puppa, Sucate (MI). Un indirizzo assurdo, 'sucate' è del resto una brutta parola in siciliano. Tuttavia la Moratti ci è cascata. Nel periodo immediatamente a ridosso delle elezioni aveva aperto uno sportello (internet) per i cittadini perché segnalassero le cose che non andavano a Milano. Così ad un internauta era venuta in mente una burla che si è rivelata un'immensa sberla per la Moratti e la sua amministrazione. Scriveva questo cittadino indignato di abitare appunto nell’hinterland milanese a Sucate (nome che più fittizio di così non si può ), un quartiere oramai degradato e malfamato, ripopolato da zingari, da magrebini, dove appunto in via Puppa, altro nome beffa, avevano costruito una moschea abusiva. Ibernati da tutti questi assurdi, sempre più veri, incatenati a reti unificate tutte lì al servizio del 'trombino' qualunque, con quello della Lega che si fregava le mani e andava in pellegrinaggio a Pontida, rincretiniti dal profluvio di barzellette confezionate da qualche vecchio porcone che l’omino qualunque tirava fuori ogni volta che gli andava bene, e cioè sempre, noi gli italiani avevamo perso il gusto di ridere. Napoli con la maledizione delle immondizie, Milano razzista anziché no. Eh già, Milan l’è un gran Milan che improvvisamente si scopre xenofoba… fino alla questione di Sucate appunto. Dunque la storia della moschea abusiva a Sucate provoca la risposta immediata della Moratti: quello che era accaduto in via Giandomenico Puppa con la moschea non stava né in cielo né in terra, i solerti amministratori avrebbero immediatamente indagato e senz’altro cancellato l’abuso edilizio. Che era oltretutto un’offesa alle tradizioni cristiane del paese e del Pdl. Lucah il geniale blogger autore dello scherzo lo consegnava tel quel al popolo della rete il quale, eravamo sotto le importantissime elezioni amministrative, rapidamente se ne appropria: twitter, facebook e siti consimili si sbizzarriscono con ricostruzioni digitali della moschea (come una piccola Mecca), nel fatiscente e inesistente quartiere di Sucate popolato da zingari e da nordafricani. Ed ecco succedere il miracolo del sorriso prima e poi, col crescere di questa fantasia collettiva, delle risate incontenibili. Un miracolo nei miasmi del serioso Corriere, nei miasmi delle barzellette da caserma del Cavaliere della sera. Gli italiani si stavano risvegliando e, ancora mezzo intorpiditi, incominciavano a ridere sempre più increduli e giovani. Sucate immaginario era su tanti cartelli in Piazza Duomo a Milano dove Pisapia aveva vinto. Da Sucate alla Siria, alla feroce repressione del regime di Assad delle proteste pacifiche e inermi dei suoi cittadini. Da mesi i siriani chiedono semplicemente libertà e democrazia e muoiono giorno dopo giorno nelle carceri e nelle piazze. Ma non solo gli uomini, anche i bambini sono vittime della efferatezza della polizia segreta di Assad. Hamza al-Khateeb aveva l3 anni ed era di una cittadina di campagna nel sud della Siria. Allevava piccioni sul tetto quadrato della sua piccola casa, la sua famiglia viveva appena dignitosamente del magro stipendio del padre. Ogni volta che poteva Hamza era ad aiutare i più poveri. Un giorno chiese in casa una cifra molto alta per le disponibilità della famiglia: l’equivalente di circa 2 dollari. Ai genitori Hamza obiettò che il povero cui aveva promesso quella cifra non aveva proprio nulla mentre loro avevano una casa e da mangiare e a quelle argomentazioni il padre accondiscese. Il 29 aprile fu portato dai genitori ad una marcia di protesta in una città a circa 10 km dal paese dove viveva. Ci furono cariche di polizia e arresti, Hamza si trovò fra la cinquantina di persone finite nelle mani della polizia. Il 24 maggio il suo corpo orribilmente torturato e mutilato fu restituito alla famiglia. Questo ennesimo e terribile delitto del regime di Assad ha riacceso e moltiplicato il movimento di protesta in tutto il paese e attivato ancor più le associazioni per i diritti umani. Quali colpe aveva il povero ragazzino per meritare un accanimento cosi feroce e spietato? Da chi e da che cosa si difende il regime? Come può un governo legittimo opporre questa crudeltà di fronte a cittadini inermi? Le arbitrarie e in certo modo fittizie divisioni geopolitiche sopra il vecchio impero ottomano (retaggio degli inglesi) stanno collassando. La cosiddetta primavera araba ha una doppia valenza: sta per stagione politica e storica come pure, e sempre più, indica il mondo dei giovani che dovunque si fa avanti per fare i conti con tutto ciò (tribalismo, condizione della donna, settarismo) che appare superato. Nel mondo, leggi occidente uber alles, chi di fatto decide dei destini della Terra è ancora lo strapotere delle multinazionali. Ma forse non per molto. La parola democrazia (forza del popolo) è relativamente recente, ha avuto origine intorno al 1500, per ragioni classificatorie, in quanto contrapposta a monarchia e aristocrazia. È ritornata a noi dalla Francia alla fine del ‘700. E poi è stata servita in tutte le salse europee. I giovani della cosiddetta primavera araba che stanno uscendo dal tribalismo ancestrale - che capiscono bene, sulla propria pelle, che cosa sia la geopolitica e le ragioni della geopolitica - non sono molto interessati a questo termine. Non prendono l’occidente per modello. Pensano ad altro, come i giovani indignados spagnoli, o il popolo di Sucate, o il popolo di Scampia. Hamza al-Khateeb che ti sia lieve la terra che ti ricopre. La tua tenera vita che ti è stata strappata così ignobilmente e crudelmente, il tuo sangue innocente non sia stato fatto versare invano. In nome tuo ora i siriani hanno raddoppiato la loro pacifica ribellione. L’occidente non è più un modello per il mondo nuovo che si oppone alle rovine (Fukushima, asfalti, sempre più inutili megalopoli, cancri, l’atomo…) di un mondo vecchio e finito. Hamza al-Khateeb, Vittorio Arrigoni, Leonardo Cocito, Falcone e Borsellino, Josè Ribeiro e sua moglie… Chissà come avrebbe voluto esserci in questa primavera la scrittrice Gina Lagorio, assistere finalmente alla batosta di B&B, respirare nella sua Milano quest’altra aria. Chissà come avrebbe voluto partecipare alla festa dei ragazzi in Piazza Duomo a Milano, che non è stata una festa ‘politica’ ma una festa di liberazione da un incubo. Quanto alla politica, quale politica, come, in che tappe, si vedrà. Nel 1991 Gina aveva scritto un libretto per opera, La memoria perduta, musicato dal maestro Scogna e rappresentata al Teatro di Roma. Una trama semplice, così attuale spiegata da una voce narrante: “La fame dei poveri incombe e incalza. I confini non tengono più. Umane maree si spostano come gli oceani sotto la luna...”. Attualissimo. Prendeva spunto il libretto operistico dai primi sbarchi sulle coste adriatiche della gente dei Balcani. E mentre si avviava al commiato finale la scrittrice faceva in tempo a lasciarci l’opera più emblematica e significativa, Capita. Costretta da un’emiplegia, questa poliedrica, generosa personalità, sempre disposta a mettersi in gioco (compresa l’esperienza, sommamente deludente, di parlamentare come indipendente di sinistra) dovrà fare i conti col male e con sé stessa giunta al traguardo estremo. ...“Finiamola con il bipartisan e con il revisionismo, via le ipocrisie, i ladri non possono fare i poliziotti, i picchiatori i medici, i bancarottieri i maestri di economia, un fascista è un fascista…”, dice Gina a pag.186. Tornerà a trovarci ancora la Lagorio. In questa pagina nuova e irripetibile del mondo c’è anche lei: l’aveva sognata, testimoniata, perseguita fino allo stremo. Italian Revolution che si lega al movimento degli ‘indignados’ spagnoli, che si apparenta, mutatis mutandis, alla così chiamata ‘primavera araba’… Ma certo è una conferma che niente più sarà come prima. Col nucleare per esempio, se si continua ci saranno, diversi magari, ma pur sempre incidenti come quello di Fukushima. La vita sulla terra non potrà sopportarli né tollerarli. Ed è una conferma come tutti questi problemi siano il lascito delle passate generazioni ai trentenni, ai ventenni di oggi, ai bambini del mondo. Un lascito transazionale, multinazionale. Lo Sviluppo (distruttivo) portato avanti dall’occidente ha contagiato le cosiddette economie emergenti: Cina, India, fino al parossismo. Dove ci porteranno le megalopoli cinesi di decine di milioni di abitanti? Ma vi sono segni di inversione di tendenza. Li testimonia quotidianamente, ad esempio, questo giornale Il Cambiamento. Sembrava che l’Iran che aveva anticipato quanto ora sta mutando radicalmente il mondo islamico (e il mondo tout court….), sotto la sapiente e spietata repressione del regime, fosse tagliato fuori oramai da questo generale vento del rinnovamento. Ne Le paradoxe iranien una coraggiosa giornalista francese (Le Monde) Claire Trean, aveva sollevato la cappa che avvolgeva quanto si stava delineando. 260 pagine pregnanti e anticipatrici sul ruolo dei giovani e soprattutto delle donne iraniane. Il libro ebbe il massimo di vita consentita dal mercato, alcuni mesi e nemmeno fu recuperato come documento quando esplose in Iran la protesta dei giovani, anticipatrice della ‘primavera’ di questo 2011. Le leggi del mercato che ancora si credono così importanti e decisive. Ieri, lo riporta Al Jazeera, è morta un’autorevole esponente della troppo isolata e anticipata ‘primavera’ in Iran: Haleb Sahab. Era in prigione per scontare una condanna per aver partecipato a una manifestazione. Il 31 maggio aveva ottenuto un permesso speciale per partecipare ai funerali del padre Ezzatollah Shabi un anziano e rispettato attivista per la libertà e la democrazia, la voce più autorevole dell’Iran del cambiamento. Essendo una sorvegliata speciale nel corso della cerimonia funebre è stata strattonata brutalmente da un poliziotto e gettata a terra dove è morta per un attacco cardiaco. Una vittima in più di un movimento non violento che pare sempre più prevalere e imporsi. Ghandi non c’entra. Si tratta un fenomeno radicalmente nuovo e generalizzato, queste vittime immolate qui, come in Siria, come altrove, arrivano a sembrare antichi martiri cristiani, ma il cristianesimo ovviamente non c’entra. E che cosa allora sta avvenendo? Da noi sta avvenendo che siamo alle porte dei referendum. Una bella scadenza con la storia dell’acqua e del nucleare. Ma c’è anche, incombente, il redde rationem per il ventennio di B e poi di B&B. Tutti a fare finta di niente a cominciare da B, che gli è andata sempre bene. Tutti che parlano tranquilli a cominciare da D’Alema e da (indovinate chi viene a cena?) Scaloja il quale non si è accorto che il vento è cambiato. Resta tanto da fare. Cominciano Pisapia e De Magistris. Sono degli apripista del dopo. Poi ci sono i ragazzi del 5 stelle. Ma il movimento ha tante facce, è anche imprevedibile. E c’è da crederci. Siamo stati vent’anni e più a portare tanta, ma tanta pazienza. Abbiamo toccato il fondo così fondo che ci hanno preso per i fondelli. E a cominciare dall’ineffabile Corrierone, al popolo di Pontida col suo Bossi Asterix, a quei furbi matricolati del Pdl tutti che fanno finta di niente. Compreso Bersani che si crede, si fa per dire, il leader carismatico dell’opposizione. Il cambiamento va tutto da un’altra parte.

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