I mercanti della notizia, guida al controllo dell’informazione in Italia

Chi detiene il 'quarto potere' in Italia? I mercanti della notizia, del Centro Nuovo Modello di Sviluppo, si propone l'obiettivo di far conoscere quei soggetti che detengono il potere economico e politico nel nostro Paese e, nel contempo, aiutare a riconoscere i mezzi di informazione in base a chi li governa.

I mercanti della notizia, guida al controllo dell’informazione in Italia
Il Centro Nuovo Modello di Sviluppo è nato a Vecchiano (Pisa) ed è coordinato da Francesco Gesualdi. CNMS: una sigla in più nel panorama affollato? Non proprio per chi conosce Gesualdi, che viene da Barbiana, dalla Barbiana di Don Milani. Ma non vogliamo qui fare una storia troppo lunga. Vogliamo semplicemente dire che il Centro si pone come alternativo, diremmo minuziosamente, comportamentalmente alternativo all’andazzo delle cose. Con l’EMI ha pubblicato una serie di guide: al risparmio responsabile, al consumo e al vestire critico. Ne I mercanti della notizia Gesualdi riprende quelle ricerche che hanno occupato l’interesse del Centro nel corso di 25 anni. L’Italia, o meglio, quelli che contano in Italia, sono sempre gli stessi almeno da 50 anni a questa parte. Sono vere e proprie famiglie che perseguono guadagno e potere; il potere, che deriva dai soldi, si traduce anche nella proprietà delle principali testate di giornali, delle reti televisive e via dicendo. I Caltagirone ad esempio, fratelli, cugini e relativi figli che hanno costituito il loro impero a partire dal mattone. Attualmente sono la seconda famiglia con maggior presenza nelle società quotate in Borsa, fanno o hanno fatto parte del consiglio di amministrazione di 120 società. Poi c’è la Caltagirone Editore che gestisce Il Messagero, Il Gazzettino, Il Mattino etc. Lo spazio per il puro elenco di tutte le attività di questa famiglia, in puro stile siciliano, coprirebbe pagine e pagine. Berlusconi così preso dalle faccende politiche per il bene del paese, in un anno, 'a sua insaputa', ha raddoppiato il reddito personale. Di lui si è detto troppo. Su La Repubblica e su L’Epresso che sono di proprietà di un suo antagonista, De Benedetti, sul quale più avanti intendiamo soffermarci. I Benetton di Treviso erano noti nel Veneto per il maglificio, si parla degli anni cinquanta. Ora sono un impero e sono al 3° posto fra le famiglie più ricche d’Italia (92° nel mondo). In Argentina hanno ben 900.000 ettari e 280.000 capi di bestiame. Tanto per dirne una. Le principali critiche al loro operare sono il ricorso ai paradisi fiscali (un vizietto diffuso), il lavoro malpagato e il contenzioso ben lungi dall’essere risolto col popolo Mapuche in Patagonia. I Curinaco avevano occupato ‘abusivamente’ un lotto di 385 ettari e chiedevano di non essere sloggiati. Ma i 'Benetton de Benettonis' se cedevano anche su un unghia di territorio avevano paura di eventuali altre richieste. Hanno provato, alla maniera del loro modello Paperone a offrire in cambio altre terre degradate, ma quei miserabili indios non ci sono cascati. Vi ricordate United Colors Benetton, quelle belle foto di ragazzi con tutti i colori della pelle? Dicevamo di De Benedetti. Se tramontano B&B ( Berlusconi-Bossi per intenderci) e le vaccate di quanti li osannano e se finisce il dominio di B sulla televisione, rimane in pool position l’editore ‘illuminato’ de L’Espresso e de La Repubblica. Carlo De Benedetti si vanta di avere la tessera numero uno del Partito Democratico. Illuminato è illuminato in quanto possedendo il Gruppo Sorgenia (65 %) è il terzo operatore nazionale dell’energia dietro Enel ed Eni. Già patròn della Olivetti nel ’93 aveva spontaneamente, si fa per dire, confessato ad Antonio Di Pietro (toh come è piccolo il mondo!) nell’inchiesta di Mani pulite, di aver versato alle Poste italiane tangenti per 10 miliardi di lire onde ottenere commesse in appalto. Altri tempi più ingenui. Ora è del Pd e vabbè c’è l’ampliamento della centrale a carbone di Vado Ligure( Sorgenia) e pare qualche migliaio di morti in più rispetto allo standard. Ma insomma è da vedere e poi c’è lo scotto delle famose ‘magnifiche sorti e progressive’. Sorgenia è coperta bene (Pd). Idem per il contenzioso nel Comune di Aprilia. Non parliamo di piccolezze come l’orrenda centrale a biomasse (sempre Sorgenia) a Gallina piantata nel bel mezzo della Val d’Orcia subito a ridosso di una splendida fattoria fortificata del ‘500 o giù di li. Un quadrato assurdo che deturpa una valle dichiarata dall’UNESCO patrimonio dell’umanità. I bravi giornalisti di Repubblica dal giorno in cui l’Enel ha concluso un affare da 650 milioni di euro con la Regione Toscana sulla geotermia, non si sa perché, loro e i colleghi de L’Espresso, di geotermia non ne vogliono sentir parlare. Nessuna notizia sull’intensificarsi delle lotte dei Comitati. Niente. Silenzio di tomba. L’Espresso addirittura ha cancellato un servizio fatto molto bene da una giornalista esterna di cui si serve con una certa continuità. Mi dilungo su De Benedetti perché è un emblema del nostro paese. Di come si sia venuto adeguando ai tempi. Ma che c’entra con l’Enel l’ex patron della Olivetti? Detto e fatto, Sorgenia ha presentato delle richieste per centrali a ciclo binario tutto intorno all’Amiata, dopo il primo girone di centrali Enel. Andrebbero anche bene, anche molto meglio di quelle che l’Enel ha in funzione e in progetto. A parte le offese al paesaggio. Ma voi vi fidereste? Che accordi ci sono fra Enel e ‘l’illuminato’ De Benedetti, un Enel spalleggiato dal silenzio complice, come altro si può chiamare, di Repubblica e L’Espresso. La quarta parte del prezioso libro I mercanti dell’informazione s’intitola I burattinai dell’informazione. Entrambe le definizioni, mercanti e burattinai, la dicono assai lunga, anzi con due soli termini si sintetizza il rebus. Personalmente sono stato già da tempo costretto a gettare la tele e progressivamente a rinunciare alla stampa. È stata una liberazione. Almeno per l’inciviltà sulla quale ci siamo incamminati in Italia non conviene prestare ascolto a quanto ci propinano mercanti ed ai burattinai. Si salvano in pochi, quelli de Il fatto quotidiano quando non sono troppo ossessivi e quelli de Il Manifesto, che fanno quello che possono, quando possono. Bisogna fare come i giovani che hanno vinto il referendum e prima ancora le amministrative. Si fidano di poche cose. Analizzano gli indizi. Hanno il tam tam di internet. È l’arma globale internet. Per quelli over 60 costa fatica magari cercare di adeguarsi. Ma la notizia, qualsiasi notizia, te la devi decostruire e ricostruire. Sennò ci sono i mercanti burattinai. Maestri della notizia confezionata ad arte. Provare per credere, la strada liberatoria è quella del libro del Centro Nuovo Modello di Sviluppo.

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