Molte le verifiche

Dal movimento No Tav in Val di Susa, alle rivolte nel mondo arabo fino alla morte del pacifista Vittorio Arrigoni. I fatti del presente che segnano il passaggio ad un nuovo tempo in cui niente sarà più come prima.

Molte le verifiche
Era una verifica. Il cosiddetto governo del nostro paese aveva preso la risoluzione di avviare i lavori per il Tav in Val di Susa, per non perdere, si fa per dire, i soldi stanziati dalla Comunità Europea. 70.000 persone sono andate a manifestare pacificamente contro il Tav. Contemporaneamente la sentenza di appello ribaltava (Martini and company, la cupola della Regione Toscana, ne erano sicuri) la condanna in primo grado per i vertici del Pdmenoelle della Regione Toscana per la Tav (realizzata). Era accaduto semplicemente che si erano seccate più di cento fonti d’acqua plurisecolari, il materiale di scavo era stato arbitrariamente (era tanto…) e impropriamente stoccato etc. etc. Un pezzo d’Italia, il Mugello, appena intaccato dal piuttosto orrido circuito di F1, aveva avuto la cresima definitiva, aveva pagato il suo scotto alle 'magnifiche sorti e progressive', come le chiamava ironicamente il nostro Leopardi. Ne valeva la pena? Un angolo prezioso del Bel Paese sventrato e violentato, e si parla, tanto per fare dei nomi, della patria di Giotto e del Beato Angelico, di quel paesaggio inimitabile che fa da sfondo a quei quadri che sono patrimonio dell’umanità (i quadri e il paesaggio). Per far guadagnare una manciata di minutini a quelli che guidano appunto le 'magnifiche sorti e progressive' nel nostro sempre più Brutto Paese. E chi sono quelli che prendono i Treni ad Alta Velocità? Chi sono quelli che possono spendere la cifra del biglietto molto più caro di un low cost aereo Malaga-Milano, tanto per intenderci? E tanto per intenderci la sempre più grande stragrande maggioranza degli italiani darebbe chissacchè per un treno più 'lento', si fa per dire (una manciata di minutini), ma a portata della sua borsa sempre più leggera. Perché la splendida dirigenza delle Ferrovie dello Stato, ora ribattezzata Trenitalia le studia bene le cose, o paghi il Tav oppure sei costretto con mille trucchi, se vuoi risparmiare, a triplicare i tempi di percorso normali. I Pd locali e nazionali fanno da coro ossequiente alla Banda Bassotti all’opera. La Banda Bassotti era però una banda democratica di malfattori. Cosa che non è col Pdl e il coro del Pdmenoelle. Per questo la gente, tantissima gente, capeggiata da un comico Beppe Grillo, che si è data convegno in Val di Susa, proprio sul confine francese difendeva non solo la valle. Ma quello che resta del Bel Paese. Pazienza se dei ragazzi tiravano i sassi. Era meglio se non lo facevano. Ma non sono certo i famigerati Black Bloc di Genova che si erano dati appuntamento, pare, in questura dove vi era un ministro degli interni già fascista convinto. Ma questa è un’altra storia. Che un giorno non lontano verrà riscritta. In Libia continua la sceneggiata tragica. Gli insorti, che erano sospetti, per l’aiuto dei raid aerei USA, francesi e inglesi e poi della Nato, stanno guadagnando sensibilmente terreno e anche simpatia. Sono grati dell’aiuto che ricevono e non guardano le ragioni profonde che muovono le ragioni ‘pelose’ dell’aiuto. Gheddafi nel suo isolamento paranoico è certamente più patetico ora di Assad in Siria. E i siriani non demordono. Continuano a pagare un tributo di sangue, di repressione brutale, di torture. Quelle che da tempo stanno pagando in Iran, intellettuali compresi. Vi è un’enorme vitalità repressa nella galassia del mondo arabo. E il sentimento religioso non ne è coinvolto, nel senso che sempre di più, e non scientemente, è relegato alla sfera che gli compete, quella privata. A Vittorio Arrigoni, l’indimenticabile attivista per i diritti umani italiano, l’emittente araba Al Jazeera ha dedicato un bellissimo servizio. Un collage di due o tre interviste indimenticabili. Per ricordarlo, per capire non solo le sue scelte, ma le ragioni dell’esistenza oramai irrinunciabile dello stato palestinese. Vik, come amava essere chiamato, coi suoi piercing e tatuaggi, era una persona vera, matura, allegra, impegnato fino a dare la vita per una causa, quella del popolo palestinese. Una frangia ‘impazzita’ religiosa, da un malinteso senso della religione, dei ragazzi che frequentavano con lui la palestra lo hanno rapito, gli hanno strappato i ‘simboli’ della degenerazione occidentale, i piercings e lo hanno soffocato. E tutta Gaza si è ribellata all’accaduto, si è immediatamente stretta in un cordoglio unanime e profondo e nel ripudio dell’assassinio. Il sacrificio estremo di Vittorio Arrigoni ha molti e profondi risvolti. Diceva Vik nel ricordo trasmesso dall’emittente araba che i ‘potenti’ marinai israeliani che lo arrestavano sui poveri pescherecci di Gaza, sui quali ‘prestava servizio’ in realtà avevano paura della violenza che essi esercitavano. Una violenza di cui l’attivista italiano portava i segni e profondi sul suo corpo. Ma senza iattanza. I marinai israeliani avevano paura di quello che commettevano contro gli oppressi, i palestinesi. Avevano paura mentre lo minacciavano armi alla mano. È già un grande passo in avanti. Come è un passo avanti la ripulsa totale dei palestinesi per il crimine della sua morte. E non è certo un caso che il responsabile materiale dell’omicidio si sia ucciso prima della cattura. Insomma, come si diceva una volta, Vittorio non sei morto invano. Anzi. La sostanza del tuo sacrificio estremo e il tuo indelebile sorriso segna il passaggio a un tempo in cui niente sarà più come prima. Ciao Vik.

Commenti

Grazie Carlo per queste tue stupende parole...hai dato voce anche ai miei pensieri e alle mie sensazioni. NIENTE SARA' PIU' COME PRIMA!! Urliamolo tutti insieme!!
Simone, 07-07-2011 03:07

Lascia un commento


Per lasciare un commento, registrati o effettua il login.