Moria delle api e insetticidi neurotossici, nuovi studi confermano il legame

Nuovi studi stanno dimostrando gli effetti letali degli insetticidi neonicotinoidi per bombi e api. Le riserche riaccendono il dibattito sulla questione del divieto all’uso di questi insetticidi neurotossici, usati per la concia del mais.

Moria delle api e insetticidi neurotossici, nuovi studi confermano il legame
Siamo entrati nella stagione della semina del mais e si riaccende il dibattito sull’impiego degli insetticidi neonicotinoidi e la tutela delle api. In Italia, il primo divieto non definitivo sull’uso di questi insetticidi è scattato nel 2008 e, da allora, il divieto è stato rinnovato ogni anno per ben 4 volte consecutive senza mai divenire definitivo, come invece chiedono da tempo le associazioni ambientaliste e gli apicoltori. La prossima scadenza è prevista per il mese di giugno e il Governo dovrà decidere se rinnovare il divieto oppure no, e le eventuali modalità di sospensione. Intanto un dato è certo: dopo le gravi morie di api e i fenomeni di spopolamento di interi alveari, registrate negli ultimi anni soprattutto nelle aree maidicole del Paese, il settore dell’apicoltura ha potuto tirare un sospiro di sollievo e anche le api sono tornate sui campi. I neonicotinoidi restano però gli insetticidi più utilizzati al mondo e l'Italia è il primo consumatore a livello europeo. Le ricerche infatti continuano a dimostrare che questi tipi di insetticidi possono avere effetti letali sugli insetti impollinatori. Due recenti ricerche, la prima francese e la seconda inglese, hanno verificato come a seguito dell’esposizione ad alcuni neonicotinoidi - imidacloprid e thiametoxan -, le api e i bombi risultano affetti da disorientamento, fanno fatica a trovare cibo e muoiono, non riuscendo a fare ritorno negli alveari. Da diversi anni si discute di ciò che la progressiva scomparsa di questi preziosi insetti implicherebbe e le due ricerche, seppur condotte in posti diversi, convergono su un punto comune: dove il numero di api decresce, decresce anche la produzione agricola. Bisogna considerare, infatti, che cinquantadue delle 115 piante più coltivate dipendono dall'impollinazione delle api. Cinque di queste colture sono api-dipendenti e secondo un recente studio se ci fosse una riduzione di questi impollinatori avrebbero una riduzione della resa di circa il 90%. Andare verso un divieto definitivo di queste sostanze è quanto di più ragionevole si possa fare, per permette alle api di continuare ad impollinare migliaia di fiori, compiendo un’opera insostituibile per la vita del pianeta. LEGGI GLI ALTRI ARTICOLI SULLE API

Commenti

E' necessario vietare definitivamente l'uso di tutti i neonicoinoidi per tutti gli impieghi in agricoltura. Attualmente sono usati per: concia sementi mais, viti, frutta, ortaggi, fiori, piante appartamento; e per formiche, scarafaggi, ecc. E' provato che questi principi attivi inquinano anche acque di superficie e di falda (vedi Prof. Tennekes Olanda). Nel 2011 abbiamo fatto lo sciopero della fame [www.rfb.it/bastaveleni] davanti alla Regione Piemonte per chiederne il divieto. La nostra azienda è nel bel mezzo dalla coltura intensiva della vite e le nostre api spariscono e/o muoiono da anni. E' un paradosso: mentre gli ultimi recentissimi studi confermano il legame tra questi insetticidi e declino irreversibile delle api l'EFSA continua ad accettare su semplice richiesta dei fabbricanti di aumentare a volte decuplicando il limite dei neonicotinidi nei prodotti/cibi che mangiamo. In sostanza l'Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (fonte indipendente.....! di consulenza scientifica), che raggruppa esperti scientifici della Comunità Europea, è al servizio delle multinazionali e non certo dei cittadini. E' per il bene della nostra salute che dobbiamo accettare di ingurgitare livelli sempre maggiori di insetticidi tossici come i neonicotinoidi? www.rfb.it/bastaveleni Marisa Valente ApiCultrice Asti
marisa, 13-04-2012 04:13

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