MUOS: i cittadini contro la militarizzazione della Sicilia

Continua la protesta dei cittadini contro il MUOS, la base militare statunitense di Niscemi che minaccia salute, ambiente ed economia locale. Dario Lo Scalzo era presente all'ultima manifestazione che si è tenuta sabato 8 dicembre nel comune siciliano.

MUOS: i cittadini contro la militarizzazione della Sicilia
Dopo il dissequestro della base militare statunitense deciso il 28 ottobre dal Tribunale della Libertà di Catania continua la protesta di molti siciliani contro il MUOS. Da oltre 15 giorni infatti i Comitati NO MUOS hanno costituito dei presidi nei punti cruciali della riserva della Sughereta affinché si eviti alle gru di accedere alla base di contrada Ulmo per la continuazione dei lavori e quindi per l’installazione delle mega antenne satellitari. Senza sosta, ventiquattro ore su ventiquattro, nei presidi si alternano semplici cittadini, uniti e motivati in un’annosa battaglia che comincia ad assumere il sapore di ricerca di verità oltre che di salvaguardia dei diritti in un paese democratico. La vicenda delle 41 antenne installate negli anni passati all’interno della splendida riserva naturale della Sughereta nonché l’attuale problematica del sistema satellitare MUOS sembrano essere lo specchio della storia dell’isola. Vicissitudini che presentano aspetti molto oscuri che la gente, ormai stanca della subordinazione, cerca con fatica di scoperchiare. E così occorrerebbe cominciare dalla genesi dell’intera storia. Bisognerebbe scoperchiare alcuni vecchi coperchi per accertare e comprendere le circostanze che, negli anni '80, hanno portato alla serie di compravendite di quei terreni oggi di proprietà del Ministero della Difesa, ceduti in comodato d’uso agli USA, che si trovano nella riserva naturale. La vox populi nutre tanti sospetti sui giri, forse raggiri, che hanno permesso a diversi attori, non ultimi quelli che profumano di criminalità organizzata, di speculare sul territorio niscemese, sulla bellezza della sua natura e sulle teste e la salute della gente. Così come, nel corso degli anni, sulla vicenda MUOS sono sembrati strumentali e partigiani gli avvicinamenti a singhiozzo dei politici di turno, portatori ora di questo ora di quell’altro interesse. Non ultimi quelli del neo insediato Governatore Crocetta che, a fronte delle promesse da campagna elettorale in cui intendeva dare un segno forte al MUOS promettendo un’azione in autotutela da parte della Regione, oggi cambia rotta e strategia tergiversando con storie di controlli e verifiche da attuare su antenne ancora non attive. Si, è vero, bisogna dare tempo al neo Governatore, tempo al tempo, ma, nella questione MUOS e in quella delle nocive 41 antenne attive, prolungare i tempi è sinonimo di malattie e morte. Bisognerebbe effettuare dei test completi sull’attività elettromagnetica a pieno regime delle antenne esistenti, bisognerebbe fare luce sui recenti sventramenti autorizzati in seno alla riserva della Sughereta per creare strade e punti di accesso per camion e gru, bisognerebbe fare chiarezza sulle recinzioni apposte in un’area protetta e bisognerebbe valutare quanto dannosa non sia e non sarà la presenza della base, non solo sulla salute delle persone e sulla biodiversità ma anche sull’economia reale delle popolazioni. A Niscemi, patria del carciofo, così come nelle aree circostanti, si vive di agricoltura e, ci si chiede, in un’epoca che tende sempre più al prodotto bio, quanto spiazzante e poco concorrenziale possano risultare dei prodotti provenienti da aree inquinate da potenti onde elettromagnetiche. E non facciamo neppure accenno alle falde acquifere né al mare molto prossimo alla base militare. E tante altre sono le zone grigie e tanti i chiaroscuro intorno alla base militare di Niscemi, tante le domande senza risposta e gli episodi mai emersi all’opinione pubblica. Ecco perché il MUOS è un groviglio di fatti e situazioni. Ecco perché il MUOS e le 41 antenne sono divenuti la battaglia della gente per la verità, per il diritto alla salute, la mobilitazione contro i reati ambientali e quella contro inconfutabili interessi ed affari ancora sommersi e sottaciuti. In occasione dell’ennesimo corteo di mobilitazione regionale di sabato 8 dicembre a Niscemi, siamo andati a vedere con i nostri occhi ed abbiamo ascoltato la voce della gente. È gente che tiene a sottolineare con veemenza di essere militante della vita e del diritto alla salute; gente che si è svestita delle ideologie, dei colori politici, della faziosità e che, in maniera pacifica, pone il buon senso e i propri corpi alla ricerca della verità e della salvaguardia di diritti fondamentali. Oggi sono la loro determinatezza e la loro caparbietà a fronteggiare la militarizzazione dei nostri territori.

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