Nasrin difende i diritti umani in Iran: condannata a 38 anni di carcere e 148 frustate

Nasrin Sotoudeh è un'avvocato donna in Iran, difende i diritti umani, anche quelli delle donne che si battono contro l'obbligo del velo. Ebbene, è stata condannata a 38 anni di carcere e 148 frustate. Ora Amnesty ne invoca la liberazione.

Nasrin difende i diritti umani in Iran: condannata a 38 anni di carcere e 148 frustate

Nasrin Sotoudeh, nota avvocata iraniana per i diritti umani, è stata condannata a 33 anni di carcere e a 148 frustate. A questa condanna si aggiunge quella del 2016 a 5 anni, per un totale di 38 anni e 148 frustate. Le accuse contro di lei, come denuncia Amnesty International, sono la conseguenza del suo pacifico lavoro in favore dei diritti umani, inclusa la sua difesa delle donne che protestano contro l’obbligo di indossare il velo in Iran e la sua pubblica opposizione alla pena di morte.

«Nella sua incriminazione - prosegue Amnesty - le autorità hanno elencato sette capi di accusa contro di lei, quattro dei quali erano basati sulla sua opposizione all’obbligo del velo: “incitamento alla corruzione e alla prostituzione“; “impegnarsi apertamente in atti peccaminosi (…) e apparire in pubblico senza un hijab“; “irrompere l’ordine pubblico“; e “disturbare l’opinione pubblica“».

Quindi, le pacifiche attività in favore dei diritti umani di Nasrin Sotoudeh sono state utilizzate per costruire una causa penale contro di lei.

«Le altre tre accuse, come “la formazione di un gruppo con lo scopo di interrompere la sicurezza nazionale“, “diffusione di propaganda contro il sistema” e “raccolta e collusione per commettere crimini contro la sicurezza nazionale”, si sono basate sulle sue attività pacifiche che le autorità hanno considerato come “criminale” - aggiungono da Amnesty International - Queste attività includono l’appartenenza a gruppi per i diritti umani come il Centro per difensori dei diritti umani e la Campagna Step by Step per l’abolizione della pena di morte, la pubblicazione di notizie su Shaparak Shajarizadeh, che è stata condannata a 20 anni di carcere, 18 dei quali sono stati sospesi, per la sua protesta pacifica contro l’obbligatorietà del velo».

«Anche l’insistenza di Nasrin Sotoudeh sulla scelta di un avvocato indipendente invece di uno dall’elenco dei venti selezionati dal capo del potere giudiziario è stato riconosciuto dalle autorità giudiziarie come un atto criminale».

Il suo processo, che ha avuto luogo il 30 dicembre 2018 davanti alla sezione 28 del Tribunale rivoluzionario di Teheran, è stato celebrato in sua assenza. Nasrin si è era rifiutata di partecipare al processo, citando l’ingiusta natura del procedimento.

«Nel mese di settembre 2016, nella sezione 28 del Tribunale rivoluzionario di Teheran Nasrin Sotoudeh ha affrontato l’accusa di “propaganda contro il sistema” e “raccolta e collusione per commettere crimini contro la sicurezza nazionale“ - ricostruisce ancora Amnetsy - Il giorno del suo processo, le fu negato l’accesso al tribunale e l’udienza si svolse in sua assenza. Non è stata informata di esser stata processata e condannata fino a quando non è stata riarrestata. Il verdetto del tribunale non ha fatto menzione delle accuse. Il giudice l’ha condannata per “aiuto a nascondere le spie con l’intento di danneggiare la sicurezza nazionale” ai sensi dell’articolo 510 del codice penale a 5 anni di carcere, due anni in più rispetto al massimo della pena prevista per legge per questo reato».

«Nel verdetto le autorità l’hanno accusata di lavorare con i “controrivoluzionari” che vivono dentro e fuori l’Iran al fine di minacciare la sicurezza nazionale” e di “incontri segreti con diplomatici stranieri e persone sospettate di essere agenti dei servizi segreti con sede in ambasciate straniere in Teheran” con il “pretesto” dei diritti umani. Il giudice ha inoltre affermato che “le sono stati dati 50.000 euro per il Premio Sacharov in modo che potesse sostenere le sue attività contro la sicurezza nazionale e per il rovesciamento dello stato“».

Nel 2012, scontando una precedente pena detentiva nel carcere di Evin, Nasrin Sotoudeh ha ricevuto dal Parlamento europeo il premio Sakharov per la libertà di pensiero, in collaborazione con il regista iraniano Jafar Panahi. Ad Amnesty International risulta che non abbia mai riscosso il premio in denaro.

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