Né finta solidarietà, né razzismo: ci vuole un’altra società

Sulla tematica dell’immigrazione si distinguono, fra gli altri, i razzisti e i finti solidali. I razzisti sono le persone di qualsiasi orientamento politico che, pur di prendersela con qualcuno e sfogare così le proprie frustrazioni, trovano negli “stranieri” (ancor meglio se neri, "diversi" per "illusione ottica") il bersaglio ottimale.

Né finta solidarietà, né razzismo: ci vuole un’altra società

I razzisti? E' gente che da sempre si è fatta e si fa fregare montagne di soldi dallo Stato, dai politici, dagli industriali dai datori di lavoro, senza opporre nessuna valida opposizione o protesta, ma che poi diventa una belva se vede nel proprio quartiere gente diversa che fa cose che non piacciono.  Perché è molto più difficile rivendicare i propri diritti, pretendere onestà dalla politica, pretendere cultura, strutture e servizi funzionanti, ambiente e cibo sano, acqua e aria pulita, lavoro degno di questo nome e qualità della vita, piuttosto che prendersela con gli ultimi che magari hanno anche pelle e lingua diversa.

Poi ci sono quelli che difendono gli immigrati e parlano di una solidarietà che non si capisce che capo e coda abbia.

Come ho spiegato in un articolo precedente sul tema, l’immigrazione nasce soprattutto da un modello di sviluppo totalmente sbagliato che fa della crescita economica e del denaro il suo unico obiettivo. Questo modello produce consumatori che, sfruttando il lavoro degli schiavi di tutto il mondo, comprano a getto continuo prodotti della pubblicità martellante. Questo modello è quello concepito e applicato dalla politica (di destra o sinistra che sia, poco importa) e concepisce solo la produzione, a scapito di persone e ambiente. E’ evidente che se si vuole mantenere il nostro livello di consumo sfrenato, bisogna avere schiavi in casa nostra e in tutto il mondo che lavorino per noi al costo più basso possibile per permetterci di comprare di tutto.  Quindi, come si fa ad essere solidali con gli immigrati e poi condurre una stile di vita che è quello che li porta qui?

Fra i finti solidali, i peggiori sono quelli che hanno appoggiato o costituito governi che da sempre non hanno fatto altro che alimentare le condizioni affinchè masse di disperati si riversassero da noi. Proprio quelli che fino a ieri hanno avallato politiche di crescita e devastazione e oggi diventano improvvisamente difensori degli ultimi. E lo diventano solo per opportunismo, perché devono criticare il governo attuale per magari veder tornare quelli di prima. 

A livello politico istituzionale si pensa davvero che la Merkel, il PD, i partiti cosiddetti progressisti siano davvero interessati alle sorti degli ultimi del mondo? A questi non interessa nulla, gli immigrati sono solo pedine buone per tutti gli usi e per alimentare politiche di crescita economica a discapito degli stessi paesi di provenienza degli schiavi.

Fra i cosiddetti solidali, ci sono anche VIP vari che fanno pure pubblicità in televisione dei prodotti più disparati. Gente che guadagna molti soldi e ha stili di vita assai discutibili e che vuole vestire l'abito del buono, di quello che sta dalla parte della povera gente, magari da bordo piscina. Il radical chic è insopportabile in questa sua finta versione solidale. Il vero solidale non è certo chi si mette una maglietta di qualche colore tanto per fare audience, che fa petizioni, firma qualcosa, manda un messaggino agli amici e trova argomenti contro questo o quel razzista parlando di umanità. Umanità? Ma dove è l’umanità in gente che, se gli parli di sobrietà, di non sprecare, come minimo ti dice che vuoi tornare all’età della pietra? Vuoi la società con tutti gli optional? Allora beccati Salvini.

La Chiesa parla di accoglienza, di fratellanza, ecc.; ma le sue politiche sono spesso speculari a quelle dello sfruttamento e gli immigrati servono anche a rimpinguare un clero che ormai coinvolto da scandali di ogni tipo, è sempre più ridotto. ll primo gesto di vera solidarietà e umanità sarebbe smettere di essere consumisti. Ai solidali spesso non interessa granchè dell’ambiente e dei cambiamenti climatici, di conseguenza non fa nulla in merito e i primi a rimetterci le penne sono proprio i paesi poveri per i quali una sola siccità o inondazione può essere devastante e la salvezza è andarsene.

Ora io chiedo a tutti i solidali con gli immigrati se la loro politica, che non è certo quello che votano o dicono ma quello che fanno, va in una direzione che arresta il processo di devastazione dei paesi e dell’ambiente che è all’origine della gran parte di immigrazioni. Quelli che si dicono solidali risparmiano energia e acqua? Utilizzano le energie rinnovabili? Evitano qualsiasi possibile spreco? Sono sobri e vivono con poco facendo massima attenzione alla loro impronta ecologica? Supportano gente che davvero fa lavori solidali e per un cambiamento reale e concreto del modo di produrre, lavorare e vivere? Cercano il più possibile di aumentare la loro indipendenza energetica e alimentare? Sono contrari alla crescita del PIL e ai media che elevano il consumo a stile di vita e ci propongono di comprare milioni di oggetti superflui? Hanno conti correnti nelle banche che trafficano in armi e investono in opere devastatrici in paesi del sud del mondo? Si battono perché la cultura sia protagonista dei loro quartieri e città, contro l’apertura di nuovi negozi e supermercati? Si domandano se il loro lavoro alimenti sfruttamento di persone e ambiente? Costruiscono progettualità dove la rinascita della comunità sia al centro? Se si fa poco o niente di tutto questo, la solidarietà oltre che lasciare il tempo che trova, è ben poco credibile e non cambia di certo nulla alle radici della situazione.

Il solidale forse non sa che senza porsi alcun problema circa il sistema che anche lui alimenta, sta solo ingrossando le fila di consumisti che voteranno Salvini (insieme ai loro figli) o chiunque garantisca che il ruolo di consumista, ottenuto a prezzo di sacrifici enormi, non sia intaccato da nuovi arrivati. Non votano Lega gli ex comunisti, gli operai, la gente dei quartieri? Addirittura i Rom, quindi è evidente che lo faranno anche i nuovi consumatori ed ex schiavi. Vuoi fermare Salvini e i razzisti? Cambia il tuo stile di vita, altrimenti stai facendo il suo gioco e la tua solidarietà è solo una facciata. Anche perché la solidarietà assai debole di chi è consumista fino al midollo, può ben poco contro la rozza politica fatta di slogan senza senso come “Prima gli italiani”, “Padroni a casa nostra” e bestialità simili che attecchiscono certo di più che non i commenti solidali fatti dalla spiaggia di Capalbio.

L’unica possibilità per fermare l’immigrazione di disperati è cambiare dalle fondamenta la società, prevedendo altri valori, altri parametri economici e culturali; altrimenti stiamo solo cercando di svuotare il mare con un cucchiaino. E se ci fosse ancora qualche dubbio sul fatto che la crescita è il vero obiettivo e allo stesso tempo il problema, ecco la dichiarazione di Salvini dopo la recente vittoria della staffetta femminile italiana della 4 x 400 metri ai giochi del Mediterraneo in cui le quattro donne che hanno vinto erano tutte nere. Esempio ripreso ovviamente da tutti i solidali per dire che il nero è anche il futuro del paese.

«Bravissime, mi piacerebbe incontrarle e abbracciarle. Come tutti hanno capito (tranne qualche “benpensante” e rosicone di sinistra), il problema è la presenza di centinaia di migliaia di immigrati clandestini che non scappano da nessuna guerra e la guerra ce la portano in casa, non certo ragazze e ragazzi che, a prescindere dal colore della pelle, contribuiscono a far crescere il nostro Paese» (Matteo Salvini, 2 luglio 2018).

Il povero Salvini non riesce ad allargare il pensiero sul fatto che forse i genitori di quelle ragazze potevano essere sia gente che scappava da guerre, sia “clandestini”. Ma lasciando stare questa ovvietà, l’importante da notare è Salvini che ci dà la chiara prova di quello che deve fare chi viene qui. Venite a fare crescere il paese, venite, fate comodo a tutti: razzisti e falsi solidali.

 

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