Nel regno della morte

Proponiamo ai lettori questa intensa e suggestiva poesia di Sonia Savioli, scrittrice e collaboratrice de Il Cambiamento.

Nel regno della morte

Il regno della morte è il regno di cui l’uomo è sovrano. Ma io canto i ribelli, coloro che resistono e non si piegano.

Nel regno della morte

la vita è piccola, nascosta

come le fate dei fiori

come i topi campagnoli,

deve trovare buchi nella terra

cavi negli alberi

piccole correnti, rivoli

coperti d’erba e foglie

può solo bisbigliare

e stare all’erta.

Deve sperare

che l’uomo non la scovi.

L’entrata è stretta

difficile e crudele

a volte riesce a entrare

chi la morte non accetta,

per esempio l’ingenua gazza.

Ci guarda come fossimo

fratelli ancora,

la più stordita

o la più audace

tenta un approccio,

l’occhio è fugace

e malizioso.

Che stia provando

a convertirci?

Qui c’è un rifugio

è quasi una fortezza

inespugnabile

noi siamo di vedetta

insospettabili

nel sottoscala dormono

avvolti nei mantelli

i notturni, i tenaci

fragili pipistrelli,

c’è un nido sopra il leccio

non si vede da sotto

si sentono le gazze

fan gazzarra,

i ragni nelle travi

filano invisibili,

nelle crepe dei muri

s’infilano le cince

come spiriti,

e non vi starò a dire

chi c’è sotto le tegole

nell’oscuro fittume

dei cipressi

tra la legna ammucchiata

e sotto i sassi

all’umido.

Vi dico solo:

hanno un comune intento

vi resistono

aspettano fedeli

che passi il vostro tempo.

Ho fatto un patto

con i bombi pelosi,

quelli vestiti

di buio e di sole,

tondi come pianeti

con le ali.

Abbiamo fatto un patto:

io alleverò per loro

rosmarini,

loro mi canteranno

le canzoni.

Forse ci salveranno i topi

e i piccoli uccelli,

gente così,

come le cinciarelle,

felice

di ogni briciola di vita

che il tempo gli concede.

Gente che la tempesta

dovrebbe cancellare

e che invece rispunta

da ogni angolo

come fiammelle nuove

dalla brace smossa.

Gente che il vento arruffa

e scompiglia e porta

in palmo di mano

come minuscoli

fragili tesori

venuti da lontano,

gente felice di un seme

di una briciola

di un canto o di un odore

di splendere un momento

come un pulviscolo di brina

nel grande firmamento.

Gente che può valere

come un pianeta intero

perché è l’intera vita

e la sua gioia,

l’essenza profumata

di quello che sarebbe

la terra

senza il regno della morte.

 

Commenti

...grazie
Eliana Gambaretti, 27-09-2016 09:27

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