Paesi Bassi, cento scienziati contro il consumo di carne

Dai Paesi Bassi parte l’appello di cento scienziati che chiedono ai governi di tutto il mondo di prendere dei provvedimenti per ridurre il consumo di carne. Le motivazioni sono molte e valide: riduzione della produzione di gas serra, del consumo di territorio e di quello d’acqua, e migliore trattamento per gli stessi animali. Ma il gruppo di accademici olandesi non si limita a denunciare ciò che non va, propone anche delle soluzioni.

Paesi Bassi, cento scienziati contro il consumo di carne
Un gruppo di cento scienziati nei Paesi Bassi si è recentemente formato per chiedere l’interruzione degli allevamenti zootecnici di tipo industriale. Ma non si sono limitati a questo, ovviamente. In un documento che esprime i loro comuni intenti, hanno descritto a quali problemi possono portare gli allevamenti di massa e, soprattutto, hanno fornito una serie di soluzioni. Le richieste, molto importanti, vanno a toccare i principali punti dolenti del sistema economico e produttivo del settore zootecnico, e sono ancora più importanti se si considera che l’agricoltura e gli allevamenti sono la principale causa di emissioni di gas serra e, quindi, dei famigerati cambiamenti climatici, provocandone una quota del 50% superiore a quella dovuta ai mezzi di trasporto esistenti, aerei inclusi. Il documento redatto dai cento accademici olandesi presenta queste dieci richieste: 1) I governi devono introdurre cambiamenti e non aspettarsi una semplice presa di coscienza da parte dei consumatori, che è di per sé insufficiente. Sono necessari dei governanti che mostrino chiara indipendenza rispetto agli interessi economici in atto. 2) Il consumo dei prodotti animali deve calare almeno del 33% da qui al 2020. Ai governi il compito di informare in modo aperto e incisivo sulle conseguenze di un consumo eccessivo di tali prodotti.  3) Tutti i costi della produzione di carne e latticini devono includere il costo aggiuntivo per la salute pubblica e la distruzione dell'ambiente. Si richiede la disposizione di una nuova tassazione su questi prodotti. 4) Se non si ottiene nessun accordo su scala europea o internazionali, i singoli Paesi dovranno fungere da modello.  5) Alla protezione degli animali deve essere accordato un ruolo centrale, incluso e menzionato all'interno delle Costituzioni e disciplinato da leggi in modo da abolire pratiche crudeli. 6) L'utilizzo di antibiotici o ormoni nella produzione di alimenti deve essere vietata.  7) Si deve sostenere la reintroduzione di cicli chiusi e autosufficienti nella produzione alimentare.  8) L'espansione edilizia e degli allevamenti deve fermarsi. È opportuno introdurre limiti precisi con una soglia massima di capi per ettaro, regione o paese. 9) Ai  contadini deve essere data la possibilità di passare alle nuove disposizioni. La politica, come matrice di un modello di sviluppo errato, deve saper accompagnare un nuovo processo orientato alla sostenibilità.  10) Deve essere incentivato lo sviluppo di alimenti sani e gustosi di origine vegetale per facilitare i consumatori nel passaggio ad un'alimentazione povera di carne e non appesantita da troppi latticini. Dieci punti, quelli elencati sopra, che trattano in sintesi le problematiche più sentite da chiunque abbia a cuore la sostenibilità, che vanno a toccare la salute ed il bene comune, la politica e l’ambiente, addirittura e giustamente associando alla necessità di frenare l’espansione degli allevamenti quella di frenare il consumo di territorio. Per gli autori del documento, infatti, la distruzione del suolo, così come le deforestazioni, la progressiva acidificazione del terreno e l’inquinamento delle le falde acquifere, sono un problema di primaria importanza. Tra le motivazioni presentate, inoltre, una posizione di spicco è riservata al trattamento che subiscono gli animali ed alla conseguente necessità di una loro protezione, dato che maltrattamenti, mutilazioni e sovralimentazione delle varie specie sono purtroppo all’ordine del giorno, in un sistema in cui "gli animali vengono adattati alle esigenze dell'industria". L'argomento più forte di questa richiesta, però, è lo stesso che ha portato ormai moltissime persone a diventare vegetariane, ossia il fatto che la fame del mondo non può essere combattuta nemmeno a parole, quando il 40% della raccolta cerealicola nel mondo viene utilizzato per l'alimentazione animale, e quando in media, come viene scritto nel documento, servono 5 kg di cereali per produrre 1kg di carne. La produzione di carne richiede poi un enorme quantitativo (e quindi consumo) idrico (una famiglia di tre persone che usa l’acqua in modo parsimonioso per una settimana, chiudendo il rubinetto quando lava i denti ecc., vede infatti vanificato il suo sforzo quando acquista un chilo di carne di manzo). Inoltre, se si pensa alle previsioni di chi afferma che già nel 2017 il 70% della popolazione mondiale avrà problemi di accesso ad una quantità di acqua potabile sufficiente, forse è meglio agire di conseguenza. Ci sono mille buoni motivi per diventare vegetariani, quindi, che possono essere di tipo etico, ambientale, salutistico e così via. E ce ne sono altri mille per augurarsi che il documento scritto dai cento scienziati olandesi venga accolto dalle Istituzioni europee o, in alternativa, dai singoli governi. Perché ognuno di noi può modificare da subito le proprie abitudini, anche in campo alimentare. Ma al cambiamento delle nostre società e delle nostre economie, come viene detto nel primo dei dieci punti sopra riportati, il supporto della politica è indispensabile.

Commenti

Questo articolo è molto interessante, ma sarebbe meglio ancorarlo a delle fonti oggettive. Di quale gruppo di ricerca si tratta? Hai attinto da un sito o da un articolo originale dei ricercatori? A quando risale? Con questo commento non intendo screditare l'articolo (che ho apprezzato molto) né il sito, ma spero che possa essere preso in considerazione per future migliorie e per dare maggiori informazioni ai lettori che sono interessati ad entrare più in profondità nell'argomento. Grazie e buon lavoro!!
Sally, 15-09-2010 02:15
Sono d'accordo con Sally. Citare qualche fonte in più e giustificare le affermazioni. Perchè si ritiene che gli allevamenti producano più del 50% dei gas serra? Sulla base di quali studi? Magari è opinione "comune" ma non verità accertata o accettata. 5kg di cereali per 1kg di carne? Ma quanti kg di cereali servono per nutrire come 1kg di proteine animali? Nutrire, non riempire la pancia... Chi ha soldi e potere d'acquisto sceglierà comunque il nutrimento che considera migliore per sè e i propri cari. Cosa è meglio mangiare? E la salute? Questi "lavori" firmati da ricercatori e scienziati spesso sembrano dei proclami per indirizzare i consumatori... per coltivare intensivamente i cereali quante specie animali e vegetali sono scomparse o in pericolo di estinzione? E i pesci come li consideriamo? Comunque grazie per il lavoro che state facendo, Un saluto
corrado, 15-09-2010 05:15
ora tra i link esterni dell'articolo (in alto a destra) trovate i rimandi all'iniziativa a cui il nostro autore fa riferimento. un saluto, la redazione
la redazione, 15-09-2010 05:15
Gli studi che costituiscono le fonti dei dati riportati nell'articolo sono noti da tempo ma a quanto pare non ancora abbastanza. C'è innanzi tutto il notissimo Livestock long shadow (400 pagine) della FAO (2006). Meno noto ma interessantissimo è lo studio italiano Ecologia della nutrizione di Tettamanti-Ravasso in cui si fa, sulla base di simulazione al calcolatore, un confronto quantitativo sugli impatti ambientali di cinque diversi tipi di diete. Ci sono poi i successivi studi dell'IPCC (Intergovernative Panel for Climate Change) e le recenti prese di posizione dell'UNEP, l'agenzia ambientale delle Nazioni Unite. Cito anche il classico Ecocidio di J. Rifkin, ricchissimo di citazioni di fonti originali. Aspetti nutrizionali: l'American Dietetic Association si è ripetutamente espressa positivamente sulla completezza nutrizionale delle diete vegetariane e vegane, anche dal punto di vista degli apporti proteici. Invece, sul rapporto fra alimentazione carnea e patologie tumorali cito la pubblicazione Il cibo dell'uomo del dott. Franco Berrino, dell'Istituto Nazionale Tumori di Milano. In forma più divulgativa cito l'articolo Vegetariani e felici di Tiziana Semplici, medico nutrizionista, uscito sul numero di settembre di Essere e Benessere (rivista distribuita gratuitamente in farmacia) in cui si legge fra l'altro: "Buone fonti di proteine sono i cereali, il pane, la pasta, i fagioli, i piselli, le lenticchie e altri legumi, la frutta secca, i broccoli, i cavolfiori". Le coltivazioni intensive dei cereali sono destinate in una percentuale che va dal 30 al 60% agli allevamenti. E' intuitivo che una loro destinazione diretta all'alimentazione umana ne ridurrebbe notevolmente l'estensione e dunque l'impatto ambientale generale. Cito anche Le fabbriche degli animali, del veterinario Enrico Moriconi, scritto sulla base di una esperienza professionale diretta all'interno degli allevamenti e, virando un momento sul piano etico, Se niente importa di J. Foer. Gran parte delle fonti citate sono reperibili sul web. Spero sia sufficiente.
Filippo Schillaci, 15-09-2010 08:15
sono d'accordo con corrado. alcune proposte dell'articolo le condivido, per esempio ridurre il consumo di prodotti animali(ma quel 33% a quale quantità si riferisce? forse alla media europea o olandese?)e vietare l'utilizzo sistematico di antibiotici(gli ormoni mi pare che in europa siano già vietati, ma forse molti continuano ad utilizzarli). Ma una tassazione sui prodotti animali secondo me sarebbe solo dannosa per le poche produzioni di qualità e biologiche, mentre i grandi produttori ne risentirebbero molto meno.
sara, 15-09-2010 08:15
Caro Filippo, non volevo fare polemica. Mi sembri molto informato, probabilmente sai molto più di me a questo riguardo. Di cosa ti occupi? Alcune parti della tua risposta mi hanno lasciato perplesso. Non per quello che dici, ma per il modo. Posso citare? "Gli studi che costituiscono le fonti dei dati riportati nell'articolo sono noti da tempo ma a quanto pare non ancora abbastanza". Mi stai dando del disinformato o dell'ignorante? La mia bonaria critica era allo stile di un articolo che ho apprezzato ma che mi sembrava carente di tutta una serie di informazioni che normalmente gli articoli scientifici riportano. Tutto qui. Mi fa sorridere pensare che il "notissimo Livestock long shadow della FAO" ti abbia impressionato per le sue 400 pagine. In effetti sono molte, anche considerando l'impatto ambientale di tale malloppo.. Citi libri e fonti interessanti, sai benissimo che si potrebbero citare migliaia di testi e opinioni contrarie e favorevoli, come sempre. Purtroppo i medici nutrizionisti scrivono un sacco di bei libri ma come molti hanno il problema di "mangiare". Scusami se sono malfidente, ma l'American Dietetic Association non è credibile nel momento in cui parla di diete basate sui cereali. Crederesti all'associazione dietetica Argentina se ti consigliasse carne di manzo mattina mezzogiorno e sera? E a quella irlandese che consigliasse la pausa birra in mattinata? Mi piacerebbe vedere meno voglia di avere ragione e più voglia di trovare la soluzione. Un abbraccio, Corrado
corrado, 16-09-2010 02:16
Questo e' uno degli argomenti che piu' mi interessano e che sto cercando di approfondire da piu' di un anno per fare una scelta consapevole. Spesso noi esseri umani cerchiamo conferme per non cambiare le nostre abitudini e consapevole di questo mio limite ho voluto mantenere un atteggiamento mentale il piu' possibile aperto. Un altro limite e' pensare di trovare le risposte a una cosi' complessa problematica all'interno di una sola disciplina. La scienza da sola non puo' fornirmi i dati sufficienti per un problema che ha dei valori economici sociali e culturali. Il dibattito e' molto vivace sulla stampa inglese soprattutto sul Guardian. La cosa che nessuno mette in discussione oggi e' che l'allevamento cosi' come viene gestito oggi sia sostenibile. Con la crescita economica della Cina, India e Brasile la domanda dei consumatori e' destinata a crescere perche' mangiare carne viene considerato come raggiungimento di un benessere.L'aumento della domanda va a mettere ulteriormente in crisi la situazione di carenza di cibo per le popolazioni che vedono usare il proprio terreno per la coltivazione di cereali che vengono trasportati in europa per nutrire gli allevamenti. E' evidente che si tratta di una scelta anche sul piano etico. Intanto la prima cosa che ho fatto e' stata ridurre il consumo di carne uova e latte, e se facessimo tutti cosi' sarebbe gia' sufficiente per migliorare le cose. Il mio prossimo passo sara' di elimiarli totalmente anche perche' se non sono necessari posso evitare sofferenza agli animali.
Francesca, 16-09-2010 09:16
Caro Corrado, la sfumatura di irritazione che hai giustamente percepito in quella frase non era rivolta a te e, in genere, al lettore "generico" (cioè che non si occupa specificamente di questo argomento) il quale non ha colpa di cotanta disinformazione. Era rivolta a chi dovrebbe informare e non lo fa, ovvero, in primo luogo, ai giornalisti. In particolare in questi ultimi anni è in corso sui mass media quella che ha tutta l'aria di una vera e propria offensiva di disinformazione sistematica su temi chiave come l'agricoltura biologica o appunto l'alimentazione vegetariana che assume in certi casi connotati grossolanamente truffaldini. Posso farti degli esempi se vuoi. Quanto ci sia di organizzato e quanto di spontaneo in tutto ciò non sono in grado, ovviamente, di dirlo. Ma è un fatto che accade. Le 400 pagine del rapporto FAO mi hanno colpito perché a suo tempo me ne sono dovuta sciroppare una congrua quantità (e poiché leggo l'inglese molto lentamente puoi immaginare la fatica). Per l'impatto ambientale di esse, non credo sia stato grandissimo dato che è stato distribuito, credo, soprattutto in versione elettronica. E' vero che si possono citare migliaia di "opinioni contrarie e favorevoli" ma è anche vero che ci sono opinioni fondate sul nulla e ce ne sono altre fondate su dati oggettivi. Sono questi ultimi che fanno la differenza e nel citare le fonti ho badato a scegliere quelle che si distinguono appunto per tale caratteristica. La tua diffidenza verso l'ADA in quanto essendo statunitense sarebbe interessata a pompare l'alimentazione vegetariana, scusami ma non sta in piedi: gli USA sono da sempre il Paese più carnivoro del mondo (120 Kg di carne a testa all'anno), sono storicamente nati in funzione della zootecnia e quanto alle loro coltivazioni di cereali, sono proprio gli USA il Paese dove l'agricoltura raggiunge il picco del 60% della destinazione dei prodotti agrari agli allevamenti. L'ADA sarebbe inattendibile se sostenesse l'alimentazione carnea, non il contrario. Per rispondere infine alla tua domanda iniziale, sono un membro del Movimento per la Decrescita Felice nel cui ambito si sta formando un gruppo di lavoro sui temi dell'alimentazione sostenibile, di cui faccio parte. Un caro saluto, Filippo.
Filippo Schillaci, 16-09-2010 10:16
Caro Filippo, grazie per la tua risposta. Io non sono membro del movimento per la DF ma lo seguo da un po'. Mi interessa l'idea di decrescita, la trovo geniale. Ho studiato biologia e mi interesso di alimentazione, di benessere e di tai chi chuan. Faccio il barista, ho un pub. Non me ne vogliano i biologi, ma ai miei tempi sono stato bruciato dallo schifo che ho visto nel mondo dell'università, vendere birra è molto più pulito. Credo che tutte le associazioni di scienziati siano inattendibili quanto le informazioni date dai giornalisti. Non mi fido, la scienza e i mass media sono ormai solo al servizio del denaro. Soprattutto credo che la diatriba non debba essere tra vegetariano e carnivoro. Il problema è il consumo irresponsabile, l'accumulo, l'obesità, l'allevamento o la coltivazione intensivi,la ricerca continua di sistemi di produzione di capitale in modo veloce e senza curarsi del rispetto per gli altri (uomini o animali che siano) lo snaturare le condizioni animali o vegetali. Io penso che ognuno dovrebbe allevare e uccidere la carne che mangia. E' un po' forte, ma sono sicuro che il consumo cambierebbe, non butteremmo via niente e soprattutto non ci sarebbero nei supermercati scaffali interi di petti di pollo. E il resto del pollo? Altro problema è che noi si abbia la possibilità di disquisire se mangiare carne o pesce o carotine... Chi lo spiega al terzo e quarto mondo? Per quanto riguarda invece la convenienza o meno di una scelta vegetariana da un punto di vista del benessere psicofisico, vorrei non entrare nell'argomento perchè la polemica divamperebbe. Un saluto, buona giornata
corrado, 16-09-2010 12:16
Non è sempre facile modificare le proprie abitudini da soli, lo è maggiormente condividendo con altri l'obiettivo (e inoltre bisogna puntare al cambiamento del maggior numero di persone). Da un po' di tempo sto quindi cercando di organizzare cene "ecologiche", accompagnate da attività di informazione e consapevolizzazione. Mi piacerebbe sapere se altri fanno esperienze analoghe e scambiare notizie
ottavio, 16-09-2010 11:16
Caro Corrado, mi scuso a priori per la lunghezza di questo messaggio ma credo che gli argomenti che hai posto meritino una risposta non superficiale. Premetto che io ci lavoro in una università (da alcuni anni, per scelta, solo part time) e sono assolutamente d'accordo con te: qualunque altro lavoro è più pulito. Tuttavia, bisogna separare gli scienziati dalla scienza, che spesso è migliore dei suoi artefici. E' vero che spesso gli studi scientifici sono inquinati dalla soggettività dei loro autori (e anche qui si potrebbero fare un bel po' di esempi) ma questo accade, nella maggior parte dei casi, in favore del modello culturale dominante. E comunque spesso l'inquinamento è percepibile anche ai non esperti (vedi le recenti, puerilissime, prese di posizione per il nucleare di Veronesi). Dunque, se i ricercatori della FAO, che non sono certamente degli hippies alternativi mossi dalla volontà di cambiare il mondo, mi dicono che così non va, devo escludere che ci siano dietro pregiudizi o interessi dato che la stessa FAO fino a non moltissimo tempo fa promuoveva a tutta forza la zootecnia e il dirottamento delle coltivazioni a suo favore. In generale, oggi, gli interessi economici, i pregiudizi culturali, e ogni altro genere di inquinamento sono in direzione della zootecnia, non contro di essa. Vale inoltre quanto ho scritto nel precedente messaggio a proposito del valore degli argomenti oggettivi: posso non credere negli scienziati ma credo ai numeri, ai dati, ai fatti. Ma credo che più di ogni altra cosa valga infine l'esperienza personale. E mi scuso dunque se a questo punto faccio un'autocitazione, non per egocentrismo ma appunto per raccontare il mio approccio personale all'argomento. Nel libro Vivere la Decrescita, in cui racconto la mia esperienza di autoproduzione, il capitolo sulla zootecnia comincia così: "Quando decisi di praticare l%u2019autoproduzione mi misi a tavolino e feci un poì di conti. Prima di tutto il terreno: quanto per lìorto? Quanto per gli alberi da frutto? Eccetera. Mi accorsi che, finché si parlava di piante, l'ordine di grandezza di ciascuna voce era delle decine, al più delle centinaia di metri quadri. Quando si cominciavano a introdurre nel conto gli animali le cifre esplodevano. Dagli acri si passava improvvisamente agli ettari. Per un orto bastano 100 metri quadri, una dozzina di alberi da frutto stanno in 500 metri quadri ma per allevare una mucca al pascolo brado ci vogliono da uno a due ettari, in stato semibrado da mezzo ettaro a un ettaro. Inoltre, il pascolo è uno degli usi più sfruttanti del territorio e un terreno sottoposto a questo uso deve essere messo periodicamente a riposo. Con gli animali di piccola taglia andava meglio ma il salto dimensionale restava. Mi resi dunque conto di una cosa: se avessi voluto inserire una qualsiasi pratica di allevamento avrei dovuto dilatarmi in misura abnorme, improponibile per le mie risorse ma soprattutto non generalizzabile. Non sarebbe stato più un camminare in punta di piedi come io volevo ma un farsi largo a forza sulla Terra con passo di elefante. Inoltre, le forme naturali di allevamento hanno una produttività molto bassa, del tutto insufficiente a coprire la domanda attuale. Carne insomma, oggi significa, intrinsecamente, produzione intensiva. Spesso paragono la zootecnia a ciò che in campo energetico è il nucleare: ci sono scelte che sono intrinsecamente malate, indipendentemente dalle modalità secondo cui vengono praticate. Nessuno di noi oggi direbbe che qualche centralina nucleare piccola piccola qua e là in fondo si potrebbe accettare. Perché è una tecnologia intrinsecamente inaccettabile, anche a prescindere dai suoi livelli di rischio. Nel dire che chiunque dovrebbe allevare a uccidere personalmente la carne che mangia dici una cosa molto giusta perché poni in realtà un problema ben più generale: quello della responsabilità personale, che anch'io sottolineo spesso. Qui entriamo in un campo diverso ma non meno importante, quello del discorso etico. Posso dirti in proposito che finchè rimarremo impastoiati in un modello culturale in cui c'è spazio per l'uccidere potremo riciclare tutti i rifiuti che vogliamo, tappezzare i nostri tetti di pannelli solari, ma non avremo fatto un solo passo avanti per un mondo migliore. Non è casuale se molti dei grandi maestri della nonviolenza (Tolstoj, Gandhi, Capitini, Schweitzer, Lanza del Vasto, Terzani) avevano fatto la scelta vegetariana. Filippo.
Filippo Schillaci, 17-09-2010 09:17
Caro Filippo, tu ti scusi per la lunghezza del tuo messaggio, io invece ti ringrazio per la sua completezza e per il tono pacato che usi. D'accordo, ammettiamo che scientificamente la scelta vegetariana sia la migliore. A questo punto dobbiamo farci un paio di domande. Migliore per chi? Per l'Uomo?Per la Terra o per gli animali? Cosa vuol dire migliore? Qui si entra in un campo diverso, quello dell'etica. E nel terreno degli -ismi o -esimi, un terreno pericoloso. Credo che ci sia una cosa più salutare per il genere umano, la Terra e gli animali che la dieta vegetariana. La fine del conflitto. Non un conflitto in particolare, ma IL conflitto. Mi spiego, se riesco. Tu parli di dati oggettivi, fatti. Va bene, allora il dato oggettivo è "l'uomo mangia la carne". Non ho detto è giusto che la mangi e nemmeno è per sua natura carnivoro o ha bisogno assolutamente dell'apporto proteico derivante dalla carne. La mangia. Questo studio vuole cambiare questo dato di fatto oggettivo? Qui nasce il conflitto. Tra "ciò che è" e "ciò che dovrebbe essere". Magari sembra assurdo, ma è da qui che nascono tutti i conflitti. Io non sono a favore e nemmeno contro il mangiare vegetariano.Sono invece contro il vegetarianesimo, perchè mette chi mangia la carne nel torto. Crea conflitto. Sono disturbato dall'idea che qualcuno sappia o creda di sapere cosa è meglio e cerchi di indirizzare gli altri. Fa molto religione, cioè divisione. La divisione non è un buon presupposto per migliorare. Nella risposta di Francesca c'è una frase interessante (più di una) "la domanda dei consumatori è destinata a crescere perchè mangiare carne è considerato come raggiungimento di un benessere". Qui un altro conflitto, tra "ciò che ho" e "ciò che dovrei avere...." La soluzione? Io non ce l'ho! ( o meglio, ne ho una per me!) Vorrei riportare però un dialogo fra "brilli" realmente ascoltato al bancone del pub. -Ho deciso di smettere di fumare! -Esagerato! Piuttosto non fumare e basta! Un abbraccio Corrado
corrado, 17-09-2010 11:17
A Corrado grazie per il commento! anchi'io trovo degli spunti interessanti in quello che scrivi e nelle risposte di Filippo. Ma ti sei mai chiesto cosa t'impedisce di essere vegetariano? Io se fossi in te partirei da li', ognuno di noi e' diverso e ha il proprio rapporto con il cibo. E' complicato cambiare un'abitudine, ma e' possibile, e come dice Ottavio, e' molto piu' facile farlo insieme ad altre persone. Se tante persone stanno cambiando e' perche' e' da circa 5 anni (se non di piu') che girano documentari che mostrano lo stato degli allevamenti intensivi. In piu' il fatto e' che non ci sono piu' terreni a disposizione per far crescere i cereali per nutrire gli animali, non c'e' abbastanza acqua. Per trovare altro terreno hanno gia' deturpato la foresta amazzonica con coseguenze sulla biodiversita' e impoverendo le popolazioni che vivono in armonia con la natura da secoli. I cambiamenti che abbiamo fatto agli ecosistemi innescano dei meccanismi inaspettati di distruzione che non riusciamo piu' a controllare! Il conflitto e' anche dentro di noi! non perche' non sappiamo quale sia la cosa giusta da fare, ma perche' non riusciamo piu' a dare le priorita' alle cose. Non ti dico questo per farti sentire in colpa, ma per informarti su il peso che le nostre decisioni hanno a livello globale. Credo che tutti abbiano il diritto di essere informati e sono contenta che ci sia questo nuovo sito che diffonde notizie che in altri paesi sono presenti sui quotidiani e programmi televisivi.
Francesca, 17-09-2010 09:17
ogni volta che aprite i frigorifero provate a pemsare che ci conservate carne morta più precisamente dei cadaveri... con questo semplice espediente da quasi due anni ho eliminato il consumo di carne.
Piera, 18-09-2010 08:18
Mi trovo d'accordo con quanto scritto nel frattempo da Piera e da Francesca. Per Corrado: premetto che anch'io non ho molta simpatia per termini come "vegetarianesimo" o addirittura frasi come "conversione al vegetarianesimo" che sanno più di setta religiosa che di scelta alimentare. Ma sottolineo che simili termini deformanti vengono usati più spesso dai suoi detrattori che dai suoi fautori. Io alcuni mesi fa ho fatto installare un impianto solare sulla mia casa ma non per questo dico di essere diventato solariano o di essermi convertito al solarianesimo; dico piuttosto di aver scelto di usare l'energia solare. Allo stesso modo non dico di essere vegetariano o vegano ma di aver scelto l'alimentazione vegetariana (anzi, da vari anni ormai quasi del tutto vegana). Per quanto riguarda il tuo discorso sul conflitto, mi pare che questa stessa discussione mostri che si può scambiarsi informazioni e punti di vista su questo argomento senza che ciò generi alcun conflitto. Anzi, è fondamentale l'interazione fra le persone per la crescita reciproca. Quando io scrivo qualcosa spero sempre che qualcuno la contesti perché è dagli argomenti di segno opposto che imparo qualcosa e, in genere, ho lo stimolo a consolidare i miei (o abbandonarli se quegli altri risultano migliori). Tornando al paragone energetico, se ho scelto di usare un'energia rinnovabile evidentemente è perché ritengo che ci siano fondate ragioni per affermare che l'uso di fonti fossili sia sbagliato. Questo genera forse un conflitto? O il conflitto non è piuttosto generato da quei comportamenti che presuppongono una logica di dominio di una parte sull'altra (e lo sfruttamento di fonti fossili implica una tale logica)? Ecco, io credo che la vera distinzione sia questa: fra quelle scelte che presuppongono la cultura del dominio e dello sfruttamento e quelle che presuppongono una cultura dell'armonia e del rispetto fra tutte le componenti della biosfera (sottolineo: della biosfera, perché dovremmo ormai aver imparato che pensare in termini esclusivamente umani ormai non basta più). Proprio l'alimentazione centrata sulla zootecnia è uno dei più mastodontici esempi di pratiche di dominio generatrici di conflitti. Immaginiamo che tu voglia fare l'allevatore: prendi possesso di una congrua (cioè enorme) quantità di terreno e ci porti le tue mandrie. Immaginiamo che anche Ottavio voglia farlo. Trova un'analoga quantità di terreno e lo fa. Immaginiamo che voglia farlo anch'io. Trovo anch'io il mio terreno e lo faccio. Basta! Non può farlo più nessun altro. Perché noi tre da soli abbiamo già occupato tutto lo spazio esistente. E Francesca, che voleva farlo anche lei? Non può; la terra è tutta occupata. O meglio, può. Può farlo utilizzando un metodo vecchio e abbondantemente collaudato: si chiama guerra. Sceglie il più debole fra noi, lo accoppa e si appropria delle sue terre e delle sue mandrie. Non sto facendo dell%u2019umorismo macabro, sto raccontando 5.000 anni di storia umana. La distruzione dell'Amazzonia - con corollario di centinaia di omicidi, dei quali quello di Chico Mendez è solo il più famoso ma non certo l'unico; è soltanto l'ultimo atto di un processo storico iniziato appunto 5 millenni fa con le invasioni degli aggressivi popoli di allevatori nomadi indoeuropei e giunto a compimento oggi con la globalizzazione. Dire che tutto ciò è sbagliato non è generare conflitti ma volere un mondo senza conflitti. Ciao, Filippo.
Filippo Schillaci, 19-09-2010 09:19
Buongiorno a tutti! Vorrei scrivere l'ultimo messaggio, perchè vedo che non riesco a spiegarmi. Mi scuso per questa mia incapacità. Conflitto è quando voglio cambiare il mondo. Siete vegetariani? Non mangiate la carne. Non cercate di trasformare il mondo in un mondo di vegetariani!! Il cambio è nostro, personale. La società l'abbiamo creata noi, il sistema siamo noi, il buono e anche il marcio del mondo siamo noi!! Cambiamo noi stessi, da dentro, se non ci piacciamo. Io NON sono a favore dell'alimentazione carnivora, NON sono a favore della zootecnia, NON sono a favore dell'uso di combustibili fossili. Io sono contrario all'indottrinamento delle persone per ottenere una società migliore, sono convinto che la società e il mondo si evolvano secondo dinamiche che non possiamo nè prevedere nè immaginare. Liberamente, cioè nell'unico modo possibile. Mi permetto di fare due commenti a proposito di quanto scritto da Francesca e Piera. Francesca, il tuo suggerimento iniziale mi fa sorridere. Ti ringrazio, perchè mi sembra scritto veramente con il cuore. Sento dietro la tenerezza e la fragilità di chi ha bisogno di un gruppo e degli altri per migliorare, per sentirsi parte di qualcosa di bello. Vorrei dirti però che in tutto quello che mi scrivi è l'unica cosa personale. Tutto il resto l'hai sentito alla televisione o da qualcun altro. Fai esperienza tu direttamente, se puoi!!!!! Per quanto riguarda Piera... non so veramente cosa dire. Siamo oltre la chiusura che deriva dal credere in qualcosa. Sembra una religione di flagellanti la tua. Prova a pensare a quello che faranno i grassi e gli zuccheri che mangi al tuo corpo, prova a pensare che tutto quello che mangi diventerà escremento, vedrai che con questo semplice espediente riuscirai a stare meglio. Risparmierai un sacco di soldi e non inquinerai. Riuscite a fare le vostre scelte per gusto, per amore, per passione, per la loro bellezza? Vi saluto, è stato molto bello parlare con voi. Un abbraccio, Corrado
corrado, 19-09-2010 12:19
mi inserisco nella discussione permettendomi di citare Corrado: "Sono [...] contro il vegetarianesimo, perchè mette chi mangia la carne nel torto. Crea conflitto. Sono disturbato dall'idea che qualcuno sappia o creda di sapere cosa è meglio e cerchi di indirizzare gli altri". Ebbene, io affermo e ribadisco che sì, chi mangia carne (e derivati) è nel torto. Credo anche, e fermamente, di sapere cosa è meglio e, sì, cerco di indirizzare gli altri verso una scelta vegana. La principale delle mie ragioni sta tutta in questo documentario fresco fresco di pubblicazione: http://www.tvanimalista.info/video/allevamenti-macelli/carne-da-macello/ buona visione.
Luca, 19-09-2010 11:19
Wow non ci posso credere! E' gia' il quarto giorno che non mangio carne uova e formaggio! Questa discussione mi ha fatto molto bene. Ci sono molti siti in internet per trovare ricette vegane gustose. http://www.simpleveganrecipes.co.uk/ http://www.ivu.org/italian/recipes/ penso che organizzare delle cene e invitare amici sia un buon modo per diffondere nuovi stili di vita che non danneggino l'ambiente gli animali e le popolazioni dei paesi a rischio di carestie. La gravita' della situazione purtroppo mi fa pensare che siano necessari radicali cambiamenti e vorrei che le persone lo capissero in tempo. Io vivo in Inghilterra e ho finito il primo anno di Scienze Ambientali all'unversita'. Mi tengo il piu' possibile informata grazie alla BBC che trasmette sia per radio che per televisione un'informazione che ritengo molto utile per avere uno sguardo d'insieme sulle problematiche attuali. Leggo molto anche i giornali tramite internet. In un mondo cosi' complesso e che cambia velocemente credo che sia mio dovere cercare di sapere di piu' e informare le persone di quello che so e sono molto contenta quando gli altri trasmettono la loro conoscenza.Vorrei segnalare anche questo sito che diffonde interventi di persone che propongono le loro idee e soluzioni in diversi ambiti, completamente gratis nella forma di video http://www.ted.com/ Quest'anno mi occupero' di design per ecovillaggi e faro' nuove esperienze interessanti con persone che vogliono fare qualcosa di concreto, questo mi fa svegliare alla mattina piena di entusiasmo. Se qualcuno sta facendo la stessa esperienza sono felice di scambiare informazioni e consigli.Ciao!
Francesca, 20-09-2010 07:20
ciao francesca, complimenti per i tuoi 4 giorni da vegana. spero vivamente, per te, per gli animali e per il mondo, che tu lo resti per sempre. siccome ci hai esortato a contattarti nel caso di esperienze nell'àmbito di cui parli, ti invito a scrivermi all'indirizzo qui di seguito: manni41109@gmail.com ti invito anche a iscriverti al forum di veganhome.it, che per me è stato ed è tuttora fondamentale, ma soprattutto è un'àncora di salvezza per i momenti di sconforto durante i primi periodi da EX-onnivori.. ciao, spero di sentirti presto!
Luca, 20-09-2010 07:20
Grazie Luca! Il sito e' veramente utile e ricco di informazioni. Era quello che stavo cercando. A presto!
Francesca, 21-09-2010 10:21
Era ora!!! Qualcosa finalmente si muove nel mondo accademico! Sono vegetariana da quando ero una ragazzina, e ora, in età matura, sto transitando verso il veganesimo. Buona salute a parte, c'è un'altra soddisfazione: quando dico la mia età rimangono stupefatti!
Gabriella, 29-09-2010 12:29
Mi piace questo appello.Ho una certa età e di questi appelli ne ho visti tanti.Un grosso freno al cammino di queste idee è la stampa, che parla sempre di CO2, anzicchè parlare dei gas serra. La coscienza individuale, chedo che conti molto, ma chi la forma ? Se nelle scuole la merceologia è stata abolita ci sarà una ragione. La politica, è venduta alle lobby, pensate alle quote latte. non disperiamo però.
pio, 20-12-2010 05:20
grosso problema quello posto in questo articolo che insieme al problema dei biocarburanti che utilizzano terre che potrebbero essere utilizzati per grano e cereali e quindi lenire la fame nel mondo.dovrebbe essere posto in primo piano nelle agende politiche di tutti i paesi. e invece devono essere degli scienziati proporli.
claudio50, 04-08-2011 12:04
E' proprio il problema che riscontro in moltissimi movimenti di protesta su molte questioni: fanno elenchi come questi che, a dispetto delle loro sacrosante rivendicazioni di rinnovamento, finiscono per essere degli elenchi di "no". No a questo, più tasse, più divieti su quello, proibire e limitare quest'altro. Insomma, questo futuro verde è tutto lacrime, sangue, rinunce? Chi sperano di incoraggiare ad una nuova mentalità così?
Marco B., 22-08-2011 03:22
Rispondo al commento di Marco B. Se questa è la visione dell'ambientalismo che ancora oggi si ha vuol dire che, dopo 40 anni, siamo davvero in alto mare. Basta leggere i libri di Pallante o Gesualdi per accorgersi che sono pieni di sì: sì a un certo tipo di energie, a un certo modo di produrre beni che minimizza la quantità di rifiuti, a un certo tipo di scelte di vita (che fanno star bene) ecc. Nel caso specifico, vedere come esempio di lacrime, sangue e rinuncie l'appello a un ritorno a un'alimentazione basata sui vegetali significa avere fatto propria la visione distorta e monomaniacalmente orientata verso la carne che ha attecchito negli ultimi 50 anni (e non prima) nei paesi industrializzati (e solo in essi). Dire no a questa pazzesca devianza significa rinunciare semplicemente al proprio primato nell'incidenza di malattie come le cardiopatioe, i tumori, il morbo si Alzheimer, l'obesità e non ricordo cos'altro, NON significa rinunciare né alla varietà alimentare (anzi se mai è vero il contrario) né al piacere della buona tavola. Infine non significa pronunciare un no, bensì un sì al ritorno a un'alimentazione sana, naturale e in linea con le esigenze del nostro organismo. Di che lacrime e sangue si va farneticando?
Filippo Schillaci, 29-08-2011 07:29
Filippo, usare termini connotati, vere e proprie armi ideologiche, come gli abusatissimi termini d'origine psichiatrica (grandi protagonisti di strategie di esclusione dell'opinione avversa) per ottenere ragione non depone nè a favore tuo, nè tanto meno dell'idea che l'ambientalismo che è espresso in questo elenco sia propositivo. Connotare negativamente, con una bella (ma molto evidente) spolverata di pseudo-oggettività, ciò che si nega non trasforma dei no in dei sì.
Marco B., 31-08-2011 09:31
Inoltre un'altra tecnica usata e ben nota anche ai retori più di base è la polarizzazione. Tu non ti scagli veramente contro le mie obiezioni, ma contro una caricatura di esse. Inanelli argomentazioni condivisibili perchè parli di un eccesso ma di fatto stabilisci una sottintesa uguaglianza fra uso ed abuso, fra l'esistenza di un qualcosa e il suo predominio. Prendertela con la "visione distorta", la "pazzesca devianza", ecc. sembra strumentale a prendertela contro la carne tout-court e presentare come unica soluzione ad un atteggiamento descritto per iperboli nient'altro che il polo opposto, qualificato altrettanto rigidamente come positivo. Se leggi quello che scritto altrove vedrai che le mie opinioni sono assai meno tagliate coll'accetta di quelle che mi metti in bocca (e delle tue)
Marco B., 31-08-2011 09:31
Sempre più spesso mi rendo conto che la differenza più sostanziale fra quanto scrivo io e quanto scrivono coloro che cercano di contestare i miei argomenti è che nei miei testi prevalgono i numeri, i dati oggettivi, in quelli altrui le parole. Ora, quali numeri corrispondono alle parole "uso" e "abuso" dei cibi di origine animale? Da un punto di vista salutistico si va da non oltre un quarto / un quinto dei consumi italiani attuali, intendendo queste come quantità massime accettabili. Da un punto di vista ambientale... ci stiamo lavorando. Tuttavia possiamo già ipotizzare un ordine di grandezza dei risultati. Fino al 1955 i consumi di carne in Italia si sono mantenuti costantemente intorno ai 15 Kg all'anno per persona, poi è cominciata l'impennata che ho qualificato come devianza perchè di fatto lo è in ogni senso. Definendo come sostenibile la produzione degli inizi del XX secolo avremo un consumo accettabile di 14 Kg di carne pro capite all'anno e 64 Kg fra latte e uova, rispettivamente un sesto e un quarto dei consumi attuali. Ma che quei consumi fossero sostenibili è ancora da vedersi. Come ho detto, ci stiamo lavorando. E c'è poi il discorso della conflittualità sociale che la zootecnia tradizionale ha sempre provocato a causa della sua grande invasività sul territorio, cosa di cui già Platone nella Repubblica era ben consapevole. Basti pensare alla Mesa spagnola che ha trasformato gli agricoltori in sudditi dei pastori. Anche questo è un aspetto da cui non si può prescindere.
Filippo Schillaci, 06-09-2011 11:06
Ritengo giusto l'iniziativa degli scienziati, per il semplice fatto che non e'vero che esiste un dio, altrimenti non permetterebbe che l'uomo divori le sue creature, L'animale e' la prova lampante del Cristo fasullo, del vangelo inventato dall'uomo, questo cristo, figlio di dio che si limito' a predicare solo in un paio di km2 mangiava carne.Gli animali sono esseri che soffrono, hanno dei sentimenti, piangono, muoiono come noi alcuni addirittura hanno gli stessi attributi come l'uomo,
mago silva, 16-09-2011 03:16

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