Habemus una coscienza ambientalista

Papa Francesco ha tenuto la presentazione ufficiale della sua nuova enciclica in tema di preservazione dell’ambiente. C’è chi aveva diffuso in anticipo una bozza del documento papale che prende posizione contro chi attua politiche di devastazione dell’ambiente. Ecco il contenuto integrale dell'enciclica.

Habemus una coscienza ambientalista

Finalmente, di fronte ad una catastrofe dalle dimensioni inimmaginabili a cui stiamo andando incontro, anche qualche potente inizia a farsi domande e prova a darsi risposte, che a volte sono simili a quelle che noi diamo da sempre in mezzo a mille difficoltà, sacrifici e sforzi notevoli. L’Enciclica papale “Laudato si’, sulla cura della casa comune” sembra in parte scritta da chi ha da tempo capito che questo sistema della crescita, della sopraffazione, dello spreco, dell’individualismo e indifferenza, non ha nessun futuro. Le nostre azioni come associazione Paea e quelle della Chiesa cattolica, che ha grandi responsabilità circa la catastrofe di cui sopra, sono distanti, ma se pure il Papa inizia a dare segnali forti su una situazione drammatica come quella attuale, è una ennesima conferma di quanto abbiamo affermato e costruito positivamente fino ad ora. Interessanti le sue riflessioni che parlano di cambiamenti di stili di vita per determinare un mutamento globale, quando si sente spesso dire che la situazione cambierà solo attraverso la politica. Politica e politici a cui non crede più nessuno e che votano solo parenti e amici. Per lavarsene le mani è ottimale infatti affermare che ci devono pensare “loro”. Addirittura il Papa cita il grande potere dei consumatori quando smettono di comprare certi prodotti, cioè sembrerebbe un non troppo velato richiamo al boicottaggio. Chissà, magari il Papa avrà visto il profetico film “Il pianeta verde” della fantastica Coline Serreau che già nel 1996 chiariva bene come il vero potere sia quello del cosiddetto consumatore che, smettendo di comprare prodotti superflui e nocivi, può cambiare le carte in tavola e fare la differenza. Ed è quello che poi dovrà avvenire inevitabilmente se ci si vuole salvare, dato che aspettarsi che multinazionali o capitalisti senza scrupoli diventino “buoni” è più utopico che attraversare l’intero Oceano Atlantico a nuoto senza fermarsi mai.

Il Papa prosegue dicendo che l’imprenditoria si deve necessariamente interrogare su cosa sta facendo: «Per quale scopo? Per quale motivo? Dove? Quando? In che modo? A chi è diretto? Quali sono i rischi? A quale costo? Chi paga le spese e come lo farà?». Domande simili che si dovrebbe fare non solo ogni imprenditore ma anche ogni sindacalista con un minimo di dignità e di cervello, ogni lavoratore che lavora in un qualsiasi ufficio, fabbrica, azienda. Che lavoro sto facendo? Quali conseguenze per l’ambiente e quindi per me, i miei figli e nipoti? Con l’odiosa e autolesionista scusa che si deve accettare qualsiasi cosa perché bisogna mangiare, tra un po’ non mangerà più nessuno. Come se poi per mangiare, nei paesi vergognosamente opulenti come il nostro, si debba necessariamente devastare tutto, quando ci sono mille alternative a portata di mano.

Il Papa afferma ancora che: «Si può aver bisogno di poco e vivere molto». Forse non si è accorto che si tratta di una dichiarazione di guerra al Prodotto Interno Lordo e quindi al famoso “sviluppo” che si basa proprio sul vivere poco e consumare molto. Renzi e compagnia cantante non ci dicono ogni giorno che bisogna rilanciare i consumi? Non ci regalano l’ennesimo scempio ambientale dell’Italia con la follia dello Sblocca Italia? Glielo faccia presente qualche prete a Renzi, quando va a messa con la famigliola, cosa dice il Papa.

Da una parte può essere un segnale positivo questa presa di coscienza, peraltro assai tardiva e dalla quale molto difficilmente scaturiranno azioni concrete, essendo la Chiesa cattolica una delle istituzioni più conservatrici e imbalsamate del pianeta, dall’altra è emblematico che si debba guardare al Papa per sentire parlare di salvaguardia della terra, argomento totalmente assente da menti e azioni di politici di professione, sindacalisti, imprenditori, uomini d’affari, pubblicitari che ancora seguono come ebeti la favoletta suicida della crescita infinita in un mondo finito. Lo stesso mondo di cui il Papa parla ormai come di una discarica: «La terra, nostra casa, sembra trasformarsi sempre più in un immenso deposito di immondizia».
E se c’è arrivato pure lui…

 

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Commenti

Esatto, Paolo. Questa te la scrivo pubblicamente: diagnosi lucidissima, condivisibile e giustamente spietata. L'effetto dell'enciclica papale sarà uno sterminato lavaggio di coscienze globale. Una gigantesca foglia di fico dietro a cui nascondere le stesse identiche prassi di prima ("Tanto, ci pensa Francesco a combattere la mia battaglia..."). Sarà un Arbre Magique appeso in una porcilaia. Chi lo ha appeso, crederà di aver fatto il suo dovere; chi saprà che è stato appeso, se ne compiacerà; ma i porci, quelli, non li leverà comunque nessuno. Un abbraccio, Andrea
Andrea Strozzi, 17-06-2015 12:17
Bravissimo, Andrea, ma cerchiamo di essere un pò più ottimisti. Il cambiamento è lento, ma inarrestabile e tutti, prima o poi, dovremo prendere coscienza del problema, anche i devastatori del nostro pianeta finito. Non ho parole per la eccezionale forza di Papa Francesco e la sua straordinaria enciclica: è l'unica ed autorevole coscienza critica del nostro tempo.Che viva il più a lungo possibile e "scacci i mercanti dal tempio"
Teresa, 17-06-2015 08:17

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