Papa Francesco e la politica: quale legame con la dittatura argentina?

Subito dopo l'elezione di Jorge Mario Bergoglio a Papa Francesco sono circolate notizie in merito ad una presunta collusione dell'arcivescovo di Buenos Aires con la dittatura argentina nel periodo tra il 1976 ed il 1983. A sostenere il legame del nuovo Pontefice con la dittatura militare è in particolare un libro del giornalista argentino Horacio Verbitsky.

Papa Francesco e la politica: quale legame con la dittatura argentina?
Già all’indomani del conclave che elesse Ratzinger, Jorge Mario Bergoglio, arcivescovo di Buenos Aires, tra i più votati anche allora, venne accusato di collusione con la dittatura argentina che sterminò novemila persone. Le prove del ruolo giocato da Bergoglio a partire dal 24 marzo 1976, sono racchiuse nel libro “L’isola del Silenzio. Il ruolo della Chiesa nella dittatura argentina”, del giornalista argentino Horacio Verbitsky. Stella Spinelli, su Peacereporter, ne scrisse già all’epoca. Nei primi anni ’70, Bergoglio, 36 anni, gesuita, divenne il più giovane “superiore provinciale” della Compagnia di Gesù in Argentina. Nel febbraio del ‘76, un mese prima del colpo di Stato, Bergoglio chiese a due dei gesuiti impegnati nelle comunità di abbandonare il loro lavoro nelle baraccopoli e di andarsene. Erano Orlando Yorio e Francisco Jalics, che si rifiutarono di andarsene. Verbitsky racconta come Bergoglio reagì con due provvedimenti immediati: li escluse dalla Compagnia di Gesù senza nemmeno informarli, poi fece pressioni all’allora arcivescovo di Buenos Aires per toglier loro l’autorizzazione a dir messa. Pochi giorni dopo il golpe, furono rapiti. Secondo quanto sostenuto dai due sacerdoti, quella revoca fu il segnale per i militari, il via libera per la strage. Per i due si spalancò per sei mesi l’orrore della Scuola di meccanica della marina (Esma), poi furono rilasciati, grazie alle pressioni del Vaticano. In quella scuola, in quei giorni, il Nunzio apostolico Pio Laghi giocava a tennis con i capi dei torturatori come hanno più volte denunciato le Madres de la Plaza de Mayo. Bergoglio si difese spiegando che la richiesta di lasciare la baraccopoli era un modo per metterli in guardia ma, dagli archivi del ministero degli Esteri, sono emersi documenti che confermano la versione dei due sacerdoti. Nel 1979 padre Francisco Jalics si era rifugiato in Germania, da dove chiese il rinnovo del passaporto per evitare di rimetter piede nell’Argentina delle torture. Bergoglio si offrì di fare da intermediario, fingendo di perorare la causa del padre: invece l’istanza fu respinta. Nella nota apposta sulla documentazione dal direttore dell’Ufficio del culto cattolico, allora organismo del ministero degli Esteri, c’è scritto: “Questo prete è un sovversivo. Ha avuto problemi con i suoi superiori ed è stato detenuto nell’Esma”. La fonte di queste informazioni su Jalics era proprio il Superiore provinciale, Bergoglio. In un altro documento si dice che “nonostante la buona volontà di padre Bergoglio, la Compagnia Argentina non ha fatto pulizia al suo interno. I gesuiti furbi per qualche tempo sono rimasti in disparte, ma adesso con gran sostegno dall’esterno di certi vescovi terzomondisti hanno cominciato una nuova fase” (Direzione del culto, raccoglitore 9, schedario B2B, Arcivescovado di Buenos Aires, documento 9). “Non ebbi mai modo di etichettarli come guerriglieri o comunisti – dichiarò il futuro papa a Verbitsky – tra l’altro perché non ho mai creduto che lo fossero”. Peccato che padre Orlando Yorio, morto nel 2000 in Uruguay e mai ripresosi dalle torture nell’Esma, raccontò il suo arrivo a Roma dopo la partenza dall’Argentina: “Padre Gavigna, segretario generale dei gesuiti, mi aprì gli occhi. Era un colombiano che aveva vissuto in Argentina e mi conosceva bene. Mi riferì che l’ambasciatore argentino presso la Santa Sede lo aveva informato che secondo il governo eravamo stati catturati dalle forze armate perché i nostri superiori ecclesiastici lo avevano informato che almeno uno di noi era un guerrigliero. Chiesi a Gavigna di mettermelo per iscritto e lo fece”. Bergoglio, durante la dittatura militare, era nella Guardia di Ferro, un’organizzazione della destra peronista, che ha lo stesso nome di una formazione rumena nazistoide, quelli di Codreanu. “Io non conosco casi moderni di vescovi che abbiano avuto una partecipazione politica così esplicita come è stata quella di Bergoglio”, scrisse Verbitsky. “Lui agisce con il tipico stile di un politico. È in relazione costante con il mondo politico, ha persino incontri costanti con ministri del governo”. Da presidente dei vescovi argentini, molti anni dopo, Bergoglio ha spinto la Chiesa argentina a pubblicare una sorta di mea culpa in occasione del 30esimo anniversario del colpo di Stato, nel 2006. “Ricordare il passato per costruire saggiamente il presente” era il titolo della missiva apostolica. Articolo tratto da LIBRE

Commenti

Chiedo alla redazione o qualche lettore informato: è vero che le spese del conclave ed eventuale funerale di un Papa sono a carico dello Stato italiano, perché così prescritto nel Patti Lateranensi e mai successivamente modificato?
Mari, 15-03-2013 02:15
Un vero peccato che un sito interessante come Il Cambiamento faccia lo stesso scivolone di altri sitarelli più o meno tendenziosi. Farebbe meglio ad aggiornarsi su ANSA: http://www.ansa.it/web/notizie/postit/diario_vaticano/2013/02/11/Papa-abbandono-croce-_8319765.html
Francesca, 15-03-2013 09:15
Fin dal suo inizio la Chiesa ha interpreto le parole del Cristo...da a Cesare quel che è di Cesare, da a Dio quel che è di Dio.... sancendo per così dire una netta separazione...Il Papa, il clero accettano questo discrimine.
carlo carlucci, 18-03-2013 09:18
E così, dopo la Politica, anche la Chiesa finisce per non essere degna (se non altro per incertezza) della nostra fiducia. Il meccanismo della delega, relativamente ai grandi cambiamenti che dovremo fare per sopravvivere come economia e forse come civiltà, si è rotto: tutti quelli che ci dovrebbero rappresentare sono uomini coi loro lati in ombra e , come diceva (in altri termini)il poeta Thomas Gray, se sei a contatto con grandi problemi anche i tuoi errori saranno giganteschi. A questo punto ognuno per sè (a proposito: Grillo, piantala di incazzarti con ogni essere umano che hai a tiro e lascia lavorare i tuoi eletti invece di dar disposizioni!)
Marco, 17-03-2013 05:17
Ma mi chiedo . Perche' sto Horacio dal cognome illeggibile va a tirare fuori tanta sozzura sul nuovo Papa alludendo a possibili coinvolgimenti di Francesco Papa con gli eccidi perpetrati dai colonnelli della passata dittatura? E' una blasfemia.Più si muove la sozzura e maggiori sono le esalazioni mefitiche. Lasciate che il nuovo Pastore della Chiesa lavori alacremente e proficuamente per raddrizzare l'andazzo della barca Vaticana.Francesco sta dimostrando di saperci fare almeno nei comportamenti.Ci sta somministrando importanti insegnamenti di vita. Se e' vero che il buon giorno si vede dal mattino, possiamo sperare bene. accogliamo il Papa degnamente e incoraggiamolo a mettere in pratica tutto ciò che va predicando di buono e di giusto.Mi rifiuto di credere in quel che vuole insinuare horacio e lo invito a tacere senza delirare.
turiddu, 18-03-2013 06:18

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