di
Alessandra Profilio
03-01-2012
È stato frenato e stabilizzato l'incendio che in cinque giorni ha devastato il parco naturale delle Torri del Paine, nella Patagonia cilena, una delle mete naturalistiche più famose del mondo. Il governo di Santiago ha aperto un'indagine per fare luce sulle cause dell'evento. Ci vorranno tra i 30 e i 50 anni per rimediare ai danni ambientali.
È stato frenato e stabilizzato l'incendio che in cinque giorni ha devastato il parco naturale delle Torri del Paine, nella Patagonia cilena, una delle mete naturalistiche più famose del mondo. Dallo scorso martedì sera sono stati distrutti 12.795 ettari di vegetazione e più di settecento persone sono dovute essere evacuate.
Il presidente del Cile, Sebastian Pinera, ha annunciato la chiusura immediata del parco, che si protrarrà almeno per tutto il mese di gennaio. Il governo ha inviato sul posto centinaia tra pompieri, specialisti del Genio e guardie forestali nel tentativo di riportare le fiamme sotto controllo con l'ausilio di quattro aerei e un elicottero. Il movimento ecologista Accion Ecologica ha però duramente criticato le autorità definendo “lenta” la risposta all'emergenza e contrapponendola alla rapidità con cui sono state invece represse le recenti proteste studentesche.
Il governo di Santiago ha aperto un'indagine per fare luce sulle cause dell'evento. Tra gli indagati vi è un giovane turista israeliano, arrestato “come autore presunto di una negligenza, legata all'incendio che si è innescato martedì nel parco nazionale Torres del Paine”.
Il ministro dell'Ambiente, Maria Ignacia Benitez, ha fatto sapere che saranno necessari tra i 30 e i 50 anni per rimediare ai danni causati dalle fiamme.
Con i suoi ghiacciai, laghi, foreste e montagne il parco naturale delle Torri del Paine è considerato tra i più belli dell'America Latina. Realizzato il 13 maggio del 1959, il Parco è uno dei più grandi ed importanti del Paese. Il 28 aprile 1978 l'Unesco lo ha dichiarato riserva della biosfera.
