Rinnovabili: le associazioni contro la 'perequazione' degli incentivi

Il condono sulle rinnovabili non ci sarà ma entrerà in vigore un sistema di perequazione degli incentivi per il solare fotovoltaico. Questa l'ultima novità prevista dal Governo per quanto riguarda il settore delle rinnovabili. La protesta delle associazioni di categoria: "basta con i cambiamenti".

Rinnovabili: le associazioni contro la 'perequazione' degli incentivi
Il condono sulle rinnovabili non ci sarà ma entrerà in vigore un sistema di perequazione degli incentivi per il solare fotovoltaico. Questa l'ultima novità prevista dal Governo per quanto riguarda il settore delle rinnovabili che, nel nostro Paese, sembra essere dominato da un quadro normativo costantemente incerto. La bozza del Decreto Sviluppo - recependo la cosiddetta 'perequazione Nord-Sud' che avrebbe proposto il ministro delle Politiche Agricole, Saverio Romano – prevede che gli incentivi agli impianti fotovoltaici vengano modulati in base alle zone climatiche con un corrispettivo più alto garantito alle zone con minore rendimento, in modo “da uniformare il valore dell'incentivo su tutto il territorio nazionale”. Si tratta, in sostanza, di dividere l'Italia in due, destinando incentivi più ricchi al Nord e più poveri al Sud del nostro Paese. Non ci stanno però le associazioni del settore che denunciano l'ennesimo cambiamento di rotta in un ambito, quello delle rinnovabili, che potrebbe guidare la rivoluzione energetica italiana. “Basta fare cambiamenti alle norme sul solare fotovoltaico”, affermano le principali associazioni di categoria delle rinnovabili (Assosolare, Aper e Gifi) che vedono “con stupore l'inserimento, nella bozza di decreto Sviluppo, di una perequazione degli incentivi per il solare fotovoltaico”. Assosolare, Aper e Gifi considerano intollerabile il fatto che ancora una volta venga messa in discussione “la regolamentazione di un settore come il fotovoltaico, che occupa ormai un posto importante nel comparto energetico e nell'economia italiana”. Allo stesso modo, continuano le associazioni, è “inaccettabile che imprese e lavoratori debbano subire l'ennesimo cambio di regole in corso d'opera, considerato anche l'alto numero di investimenti e il conseguente rischio di una riduzione del personale”. Le associazioni chiedono pertanto “ancora una volta e congiuntamente quella stabilità normativa e certezza di diritto in merito alla regolamentazione del settore, senza scorciatoie come il paventato condono e sollecitano per l'ennesima volta una maggiore concertazione tra governo e industria”, ribadendo “la totale apertura ad aprire un tavolo di dialogo costruttivo” nel dibattito per l'elaborazione di un Piano energetico nazionale di lungo periodo.

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