Thomas Piketty non conosce le basi della vera economia

Chissà cosa avrà studiato l’economista francese Thomas Piketty, il cosiddetto nuovo Marx; chissà cosa l’ha portato a scrivere il best seller “Il Capitale nel XXI secolo”, pubblicato in Italia dal gruppo Rizzoli che sappiamo bene essere in mano a magnati e banche perfettamente in linea con le sue idee di redistribuzione della ricchezza.

Thomas Piketty non conosce le basi della vera economia

Forse l‘astro nascente dell’economia mondiale ancora non sa o non ha capito ciò che capirebbe chiunque e che dovrebbe essere la base non solo di ogni economista ma di ogni studente di qualsiasi disciplina e scuola. Non può coesistere fisicamente una crescita infinita in un mondo dalle risorse finite e aggiungerei che non è possibile sostenere i tassi di inquinamento, distruzione e sfruttamento che la crescita presuppone. Questo discorso è valido sia per la crescita prodotta dai comunisti cinesi che dai turbocapitalisti americani, tedeschi, giapponesi o di altri paesi. E se non ci sarà una radicale e veloce inversione di tendenza, non ci arriveremo nemmeno a esaurire del tutto le risorse perché l’inquinamento ci farà fuori molto prima.

Piketty, rifiutando recentemente il riconoscimento della Legion d’Onore in Francia, ha chiesto al governo francese di fare di più per la crescita nazionale ed europea. In qualità di fan della crescita, si va ad inserire nella solita divisione fra coloro per i quali vanno redistribuiti maggiormente i soldi tassando le grandi rendite finanziarie o comunque i ricchi in genere e chi invece afferma che la crescita ha bisogno di lasciare più soldi possibili nelle mani dei ricchi, gli industriali, gli imprenditori, le multinazionali. Entrambe queste versioni sono povere storielle stanche, noiose, vecchie, che ormai mostrano da tempo la loro inadeguatezza e non prendono in considerazione gli aspetti fondamentali e le basi della vera economia che si basa su tre elementi: sole, acqua e terra. Se non si prendono in esame principalmente questi aspetti e la relativa salvaguardia della terra da una indiscriminato sfruttamento, qualsiasi tesi, discorso, teoria è sostanzialmente privo di senso.

Ma immaginiamo di agire come ci suggerisce Piketty e per fare ripartire la crescita tassiamo i ricchi e redistribuiamo la ricchezza. Per la maggior parte, le persone con più soldi a disposizione aumenterebbero gli acquisti e comprerebbero una tale quantità di prodotti superflui che non farebbero altro che indebitare  le persone stesse, contribuire all’esaurimento delle risorse e creare inquinamento nella loro produzione e smaltimento. Ed è esattamente quanto è successo ai tempi delle cosiddette vacche grasse. Senza contare poi che i ricchi da cui ora si vorrebbero redistribuiti i soldi, sono stati fino ad oggi arricchiti e ingozzati a dismisura proprio da molti di coloro che attualmente si lamentano. Noi italiani siamo riusciti pure ad avere per lunghi tragici anni come capo del governo uno di questi ricchi sfondati che aveva folle adoranti e votanti proprio fra i cosiddetti ceti medio/bassi.

Redistribuire la ricchezza senza che ci sia alcun cambiamento valoriale, responsabilizzazione, coscienza ambientale e nessuna conoscenza di quale sia la vera economia su cui basarsi, non solo non risolverebbe il problema ma alla fine farebbe riarricchire sempre gli stessi e si ricomincerebbe di nuovo tutto daccapo.

Non c’è bisogno di scrivere il nuovo Capitale per dirci che nel sistema della crescita dei paesi cosiddetti sviluppati le diseguaglianze aumentano, ci sono problemi molto più complessi, urgenti e vitali che se ne fregano di uguaglianze, disuguaglianze e che ci spazzeranno via tutti fra non molto se non agiamo. Forse il Marx del nuovo millennio scriverebbe cose più utili se iniziasse a farsi un orto, frequentasse un po’ più la campagna, vedesse da dove arriva il cibo che mangia e notasse tante di quelle cose che nella sua testa da economista di sinistra strapiena di tabelle, grafici, concetti, tesi, forse gli sfuggono nella loro lampante evidenza, razionalità e drammaticità.

 

 

 

 

 

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Commenti

Va bene Paolo.Ma accanto allo scollocamento riuscire ad elaborare puntualmente una specie di controinformazione puntuale su fatti fondamentali...
carlo carlucci, 06-01-2015 02:06
Bravi. Avete ragione e avete il coraggio di distaccarvi dal coro senza salire in cattedra. Però non proponete una vera soluzione. Io dico che ormai in molti DICONO di volersi preoccupare anche dell'ambiente, davvero delle disuguaglianze, etc. Sono convinto che per far collimare le parole con le azioni ci vogliano le sanzioni proporzionate al reddito. Se le sanzioni fossero proporzionate le cose funzionerebbero, per esempio, più o meno così. Se io evadessi 1.000 euro e dovessi pagarne 2.000 di sanzione, Berlusconi per i suoi 7 milioni accertati di evasione dovrebbe pagare circa 1.820.000.000 euro. Non bisogna togliere ricchezza a tutti i ricchi. Ma a quelli che frodano, truffano, mentono, etc. www.multeinbasealreddito.it
maurizio, 06-01-2015 03:06
per Carlo e Maurizio. Soluzioni concrete le proponiamo da sempre, potete vedere anche www.paea.it o leggere i libri "Pensare come le montagne" o "Ufficio di Scollocamento". Controinformazione la facciamo puntualmente da quando siamo nati come giornale oltre 4 anni fa con migliaia di articoli fino ad oggi. E la facciamo con mezzi davvero esigui. Per questo è fondamentale il vostro contributo, perché dietro di noi non ci sono sponsor insanguinati o contro l'ambiente come normalmente avviene per i media.
Paolo Ermani, 07-01-2015 09:07
paradossalmente i ricchi accumulano solo denaro che serve per "acquistare" potere. Non spendono i soldi per consumare. Sono le masse con basso reddito che consumano e infatti la crisi di oggi è dovuta proprio alla mancanza di liquidità delle masse. Se quindi redistribuiamo potere d'acquisto automaticamente rimettiamo in moto l'economia ma aumentiamo l'inquinamento. La soluzione la troveremo quando non avremo più nulla da consumare e dovremo vivere con ciò che la terra sarà ancora in grado di darci..
Michele Hierweird, 07-01-2015 09:07
Tutto giusto quello che scrive, ma è utopistico. Non può imporre il suo punto di vista, tornando alla terra e vivendo solo di sole acqua e terra. Cominciamo a tassare i ricchi, e a ridistribuire la ricchezza. Poi ognuno farà quel che vuole dei propri soldi. Chi con parsimonia, cercando di non inquinare, chi al contrario oomprando tutto e inquinando. E' un processo inarrestabile ahimè. E' vero quel che scrive: Redistribuire la ricchezza senza che ci sia alcun cambiamento valoriale, responsabilizzazione, coscienza ambientale e nessuna conoscenza di quale sia la vera economia su cui basarsi, non solo non risolverebbe il problema ma alla fine farebbe riarricchire sempre gli stessi e si ricomincerebbe di nuovo tutto daccapo. Ma non ci sono le basi, in Italia e anche altrove. Non si può tornare al medioevo.
Giovanni Capasso, 07-01-2015 10:07
Chiedo scusa alla redazione. Ma io vedo le cose da questo punto di vista. Molte proposte e anche le vostre io non sono in grado di giudicarle. Per mancanza di studi specifici, esperienze specifiche, tempo,perchè sono troppe e complesse, etc.. Devo trovare il modo di potermi fidare del Sistema, degli esperti, dei politici, dei mezzi d'informazione, etc etc . Credo che ora tutto ciò non sia possibile per un banale errore che favorisce non tanto i ricchi, ma i ricchi DISONESTI. Le sanzioni pecuniarie (sì le multe), sono "sgarruppate". Non essendo proporzionate al portafoglio del trasgressore innescano un buco nelle maglie del Sistema che diventa ciclicamente una voragine. In pratica voi parlate di come fare la casa, e non dubito che abbiate ottime idee, io parlo di come fare le fondamenta. Cmq, insomma, lavoriamo allo stesso progetto. Tanti auguri. www.multeinbasealreddito.it
maurizio, 07-01-2015 10:07
Salve Giovanni E' utopistico pensare che un sistema come quello attuale possa essere sostenibile difatti non lo è e ci sta portando all'estinzione. Le consiglio un bel libro, si chiama appunto "La sesta estinzione" salito nei primi posti delle classifiche e fatto da una seria giornalista già redattrice del Times e attualmente lavora per il New Yorker. Io non impongo niente a nessuno e ognuno è libero di scegliere il miglior sistema per suicidarsi e quello attuale è di sicuro il più veloce ed efficace. Guardi che al medioevo, anzi all'età della pietra ci finiamo dritti, dritti se seguiamo le assurdità di Piketty e compagnia cantante che non sanno nemmeno che le risorse su questa terra sono F-I-N-I-T-E e stiamo devastando il pianeta in ogni angolo di terra e mare. Per sole, acqua e terra non intendo affatto nutrirsi di bacche e radici ma partire da questi aspetti per capire che una economia basata sullo sfruttamento indiscriminato e senza fine di risorse e persone, non può che portarci alla catastrofe come è ormai sotto gli occhi di tutti. Il 2014 è l'anno più caldo dal 1891, faccia lei..... Le basi per il cambiamento, sia in Italia che altrove, siamo noi che le costruiamo. Se siamo in questa situazione è anche perché si pensa sempre che la colpa è di qualcun altro e qualcun altro dovrà cambiare o pensarci.
Paolo Ermani, 07-01-2015 12:07
Ma banalmente se si ristrutturasse tutto il patrimonio storico-artistico d'Italia, si mettesse in costante recupero, cura e manutenzione il paesaggio italiano, si incremetasse di qualche l'sovranità alimentare nazionale e si incentivasse l'uso di energie sostenibili, il PIL crescerebbe? Questa crescita sarebbe negativa per il pianeta? I posti di lavoro creati re-distribuirebbero la ricchezza nazionale?
Antonello Gianfreda, 09-01-2015 09:09
Se gli eventi precipitano a causa del repentino accelerarsi degli effetti dei cambiamenti climatici antropici in corso, la decrescita "felice" (o meno) sarà una scelta obbligata e per molti cruenta. Se la "semplice" proposta di Piketty trovasse realizzatori-applicatori politici potrebbe aiutare una ripresa intelligente. Capitali ben impiegati per una "crescita" umana piuttosto che solo materiale. Tuttavia la main mise della potenza transnazionale finanziaria non ha nessuna voglia nè di cacciar fuori il maltolto nè di veder decrescere i propri grafici insanguinati. Avremmo bisogno di un aiuto "altro" in tanto che specie, in quanto non riusciamo a organizzarci nè a coordinarci, eppure siamo il 99% Tuttavia temo che, sempre in tanto che specie complessivamente poco evoluta, nessuno nel cosmo si farà avanti per "darci la pappa pronta" ;) Quindi non ci resta che cercare di cooperare e a me va bene sia che: - chi ha indubbiamente moooolto di più aiuti chi ha meno (tesi Piketty), - che non si persegua più la crescita distruttiva, ma che si co-contribuisca ad accrescere il benessere durevole per ognuno (e per ogni essere vivente) in ogni luogo sul Pianeta.
Daniele, 09-01-2015 04:09

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