Produzioni dal Basso, breve storia di una piattaforma rivoluzionaria

La piattaforma internet 'Produzioni dal Basso', PDB, al contrario di molte più recenti piattaforme di crowdfunding, è l'antitesi del mondo delle vendite on line. Grazie a questo progetto nato da un gruppo di giovani visionari i progetti artistici e comunicativi trovano l’appoggio anche finanziario di chi è interessato alla loro realizzazione.

Produzioni dal Basso, breve storia di una piattaforma rivoluzionaria
Erano i tempi di Indymedia, delle Creative Commons e delle realtà musicali no copyrights, delle esperienze hacker di Autistici e Inventati. Uno dei temi di discussione più in voga era: "Come si può sostenere un artista eliminando il Copyright?". Nel 2004 l'idea: una piattaforma neutrale che metta in rapporto il progetto artistico con chi è interessato a fruirne. È un sistema semplice e diretto, forse proprio per questo a quei tempi poco comprensibile. Chi ha un'idea da produrre ne pubblica una sintesi, ne decide i costi da recuperare, la quantità di copie da produrre, la quota da sottoscrivere. Gli autori della piattaforma rimangono dietro le quinte, esercitano un controllo statistico, tengono coperti i dati degli utenti fino al raggiungimento dell'obiettivo: la prenotazione del numero di copie previste. Solo allora il produttore può ricevere i dati dei sottoscrittori e contattarli per raccogliere le quote e consegnare in seguito il prodotto finito. Nel frattempo la comunicazione possibile con gli utenti/coproduttori è stata frugale, non invasiva. Quindi una transazione di carattere orizzontale, senza intermediari ma che garantisce la privacy. All'inizio e per quattro/cinque anni il movimento sul sito è lento: 2.500 iscritti per un centinaio di progetti pubblicati, anche se da PDB passano produzioni che poi finiscono in circuiti distributivi tradizionali e suscitano un certo scalpore come Il Vangelo Secondo Precario. La qualità delle proposte a dire il vero non sempre è alta. Dall'inizio del 2010 un improvviso risveglio: la rete è matura, PDB non è più un caso isolato anche se mantiene una sua originalità nel basso profilo mai abbandonato. Triplicano le iscrizioni e anche i progetti proposti e finanziati. Nelle prime due settimane del 2011 già si superano le iscrizioni del mese di gennaio 2010. Aumenta la qualità delle opere proposte e si impara a gestire la piattaforma nel modo giusto: non si abbandona il progetto su PDB ma ci si dà da fare per promuoverne le prenotazioni con incontri, serate, tam tam. Addirittura una casa editrice decide di affidare alla piattaforma le sorti di una specifica collana di saggistica. La percentuale dei progetti che vanno a buon fine sale dal 5 al 20%. Il contenitore si mantiene scarno, i progetti ed i sostenitori rimangono protagonisti assoluti del gioco. PDB al contrario di molte più recenti piattaforme di crowdfunding è l'antitesi del mondo delle vendite on line. Secondo Angelo, uno dei fondatori, la vera storia da raccontare non è quella di PDB ma quella dei progetti che su PDB si sono sostenuti.

Commenti

Interessante! C'è una cosa che mi incuriosisce, come si sostiene il progetto? E' prevista una commissione su quanto viene promesso agli artisti?
Marcello, 17-02-2011 04:17

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