Progettazione partecipata in permacultura: l'evento a Massa Marittima

Dal 6 all'11 maggio a Massa Marittima (Grosseto) si terrà un corso di sei giorni sulla progettazione partecipata in permacultura, un momento di apprendimento ed esperienza che spazierà sui temi della partecipazione, del sociale, della gestione di acque e terreni, bioedilizia e autocostruzione.

Progettazione partecipata in permacultura: l'evento a Massa Marittima

Dal 6 all'11 maggio a Massa Marittima (Grosseto) si terrà un corso di sei giorni sulla progettazione partecipata in permacultura, un momento di apprendimento ed esperienza che spazierà sui temi della partecipazione, del sociale, della gestione di acque e terreni, bioedilizia e autocostruzione.

Il corso si tiene presso MaMaLand, uno spazio di sperimentazione in permacultura e un esempio di abitare sostenibile alle porte di Massa Marittima, con la presenza di sei insegnanti che tratteranno i numerosi temi in programma. Si tratta di un laboratorio pratico e molto interattivo.
MaMaLand è aperta a collaborazioni e a chi voglia sperimentare uno stile di vita a contatto con se stessi e quindi la natura. La rete dei soggetti partecipanti in maniera differente al progetto è costituita da: l’amministrazione comunale di Massa Marittima, avendo inserito MaMaLand nel Piano Operativo Comunale come area sperimentale; l’associazione PAEA aps che si occupa di attività legate all’ambiente, all’efficienza energetica e alle rinnovabili; l’associazione Le Vie dell’Orto aps che mette in contatto i produttori locali e i fruitori con l’Emporio di Comunità a Grosseto; la Cooperativa di Comunità della Maremma Le Vie Società Cooperativa - Impresa Sociale per le attività di rigenerazione sul territorio.

A MaMaLand «il risveglio primaverile è qualcosa di magnifico e qui non ci sono nemmeno recinzioni; finora gli animali selvatici hanno aderito al "patto silenzioso" e non sono più entrati» spiegano i promotori dell'iniziativa che risiedono a MaMaLand.
«Ci si libera così di un sacco di pensieri e si accetta che si faccia parte di un tutto più allargato - aggiungono - Il vialetto porta alla carovana e all’uliveta attraverso il bosco di lecci e sono molteplici gli ambiti in cui si possono trovare tante risorse a disposizione per il sostentamento. Il progetto nasce un pò da questa idea di trovare ognuno la sua nicchia e di condividerne l’abbondanza. In Permacultura, o cultura della permanenza, si cerca di coltivare in maniera continua gli spazi ai quali apparteniamo data la nostra natura. Il primo spazio, lo 00, è dentro di noi, è il mondo riflesso all’interno ma senza limiti, nomi e forme, va scoperto. Essere quello spazio è il vero vivere. MaMaLand è un’occasione per fare ritorno. Poi c'è lo spazio 0, che consiste nell’abitazione, il rifugio entro il quale ritrovarsi e soddisfare i propri molteplici bisogni». Nel caso di MaMaLand è uno spazio di circa 30 metri quadrati perfettamente funzionali ma soprattutto accoglienti e avvolgenti. «Il riscaldamento è a legna tramite una stufa Felici di Prato di seconda mano presa in provincia di Bologna che fa un caldo avvolgente e duraturo, avendo al suo interno il passaggio di fumi obbligato prima di uscire dalla parete della carovana - spiegano i residenti - Per cucinare si usa anche il gas. Il WC è una compost toilet esterna che non prevede l’uso dell’acqua (potabile!) ma consente il degradarsi delle feci mescolate a terra e segatura da riutilizzare nei campi come terriccio compostato. Dentro casa c'è anche anche un  WC che consuma acqua, solo per emergenze».
Ci sono poi l’orto e il semenzaio (che in futuro potrebbe diventare una piccola serra). Il metodo che si sta sperimentando a MaMaLand non prevede il lavoro della terra, anche minimo. Tutto il terreno coltivato viene pacciamato con venti centimetri di fieno e si irriga solo in emergenza consumando un quantitativo minimo di acqua, per lo più di recupero. Sono stati piantati diversi alberi da frutto scegliendoli in vivai forestali che hanno cura di non intervenire con trattamenti chimici, fertilizzanti o concimi di sintesi, puntando su genotipi resistenti e spesso locali. I semi di quest’anno sono stati raccolti per la maggior parte dalle piante nate l’anno scorso e quindi hanno sviluppato un adattamento al tipo di clima e di terreno. Saranno piante sempre più resistenti.
«Questa primavera ha riconfermato la vita di tutti gli alberi presenti. Anche il giuggiolo che sembrava perduto - aggiungo i promotori residenti - Rimane il pero bugiardo, con il suo tronco secco, non ha resistito da subito al trapianto dell’anno scorso. Come a dire: qui le bugie non hanno vita. In questa zona c’è una pergola con il tavolo e una cucina esterna con la tettoia per il fotovoltaico, unica fonte di produzione elettrica che permette il funzionamento del frigorifero, dell’illuminazione, del computer e di alcuni elettrodomestici. Il bosco è la zona II che accoglie le attività collettive. E’ qui cha si fanno le feste e ci si riunisce quando si è in tanti. L’anno scorso ha ospitato il progetto AnimaMa di educazione parentale in natura. La zona è dedicata alla raccolta del legname da ardere e dei funghi e un giorno ospiterà le galline, forse anche altri animali di compagnia. La zona III è la prima area dell’uliveta che affianca il bosco, di circa un ettaro, quella ancora parzialmente in piano dove ci sono le arnie delle api. È una zona da conoscere meglio, dove abbiamo pensato di poter sperimentare alcune strutture in autocostruzione per l’accoglienza, lo studio, le letture, le attività. La zona IV è l’uliveta terrazzata, sono tre ettari, piano piano la si sta ripulendo dall’avanzare del lentisco, della salsapariglia e dell’alaterno; si cerca di riportare l’uliveta in produzione e di recuperare i muri a secco. E’ qui che andrebbe studiato il sistema di gestione delle piogge per raccoglierle al meglio con invasi prima che scorrano verso il basso e si perdano. L’ultima zona è la V ed è quella che si definisce selvatica. Al momento c’è un’area piuttosto grande dove la macchia mediterranea e le specie prima riportate, con rovi e ginestre, rendono sicuramente impervio il passaggio agli umani ma non ai tanti animali, come caprioli, cinghiali, lepri. Il passaggio riporta alla zona OO. Il progetto promuove e sviluppa un abitare consapevole e rispettoso dei cicli energetici naturali nei quali si è immersi e ha come scopo la riappropriazione della responsabilità quotidiana di ciascuno verso il pianeta e tutte le specie viventi. Tutto fa parte di una perfetta complessità che fluisce al di là della nostra volontà. E’ affascinante e meraviglioso farne parte e lasciare che sia, facendosi trasportare e divenendo semplicemente un canale entro il quale la vita stessa scorre. Le collaborazioni in atto con diversi soggetti rafforzano le relazioni e creano sinergie sul territorio, promuovono lavori più etici e costruendo reti virtuose».
MaMaLand è ospitata su un terreno di cinque ettari facente parte del Centro Agricolo Molinpresso «ed è grazie alla lungimiranza e alla partecipazione del proprietario Giampaolo Blasi che si rende possibile un’alleanza dal basso volta a tutelare, arricchire e sperimentare una parte del nostro ambiente - spiegano i promotori - Al momento sono in essere due sottoprogetti. Uno con l’associazione "Produkte aus Naturschutzprojekten” Zürich per tutelare e aumentare la biodiversità nell’uliveta e l’altro con la Casa Circondariale di Massa Marittima per attività di volontariato e formazione con i detenuti (corso di potatura dell’ulivo e ripristino dei muretti a secco)».

PER INFORMAZIONI E ISCRIZIONI: Stefano cell. 329 636 7729 email s.mattei60@gmail.com

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