Quando l’integrazione sociale si sposa con l’ecologia: la ciclofficina di Firenze

C’è un seminterrato, nel centro di Firenze, dove si riparano biciclette. E al contempo si riassemblano pezzi di vite esiliate. Si chiama “Officine sociali – Movimento Centrale Onlus” ed è un laboratorio all’avanguardia di integrazione sociale e di sostenibilità ambientale. Ce lo racconta Emmanuel Amico, educatore sociale e presidente dell'associazione che lo gestisce.

Quando l’integrazione sociale si sposa con l’ecologia: la ciclofficina di Firenze

C’è un seminterrato, nel centro di Firenze, dove si riparano biciclette. E al contempo si riassemblano pezzi di vite esiliate. Si chiama “Officine sociali – Movimento Centrale Onlus” ed è un laboratorio all’avanguardia di integrazione sociale e di sostenibilità ambientale. Ce lo racconta qui Emmanuel Amico, educatore sociale e presidente dell’associazione che lo gestisce.

Come nasce l’idea della vostra ciclo-officina e come funziona?
L’idea di allestire una ciclofficina sociale nasce all’incirca 10 anni fa quando l’associazione ancora non esisteva. Mi sono avvicinato al mondo delle biciclette a seguito di un incidente stradale che mi ha costretto a spostarmi in bicicletta. Sono sempre stato un amante del fai da te e del recupero così ho conosciuto Lorenzo, un meccanico professionista che gestiva già un’officina personale. Insieme abbiamo acquistato il primo stock di bici usate e in un’estate abbiamo riparato e rivenduto più di 100 biciclette. Dal 2008 lavoro per la Caritas Diocesana di Firenze come operatore sociale: da qui l’idea di unire il lavoro con questa passione. Abbiamo pensato quindi di creare uno spazio dove chiunque potesse sporcarsi le mani, chiedere consigli, scambiare opinioni, avere nozioni tecnico-pratiche e portare pezzi di ricambio. Un centro di aggregazione dove condividere una passione rifugiandosi dallo smog cittadino ma allo stesso tempo un luogo dove fare integrazione sociale. Nel 2016 ho incontrato Mirco ed Eletta, soci della cooperativa “Gli Argini” di Bagno a Ripoli che gestiscono una comunità educativa per minori e insieme abbiamo fondato l’associazione. Nel frattempo, avevo già cominciato ad allestire la ciclo-officina in uno scantinato molto suggestivo nel pieno centro storico di Firenze, nel quartiere di Santa Croce.
È partito così il primo laboratorio con due minori stranieri non accompagnati e dopo di loro ne sono seguiti molti altri. La ciclo-officina è uno spazio aperto a tutti quelli che vogliono avvicinarsi al mondo della ciclomeccanica: con un costo annuale di 10 euro si può diventare nostro socio e venire durante i giorni di apertura ad autoriparare la bicicletta utilizzando tutti i nostri attrezzi. Chi non è in grado, ce la può lasciare o chiederci un aiuto, i nostri prezzi sono molto popolari. Organizziamo corsi anche per i soci.

Chi lavora oggi nel vostro spazio e qual è la valenza sociale del vostro progetto?
In questi anni molte persone si sono avvicinate all’associazione dando il loro contributo volontario, ognuno secondo le sue disponibilità e qualità. Attualmente siamo in quattro persone ad avere le chiavi dell’officina. Fanno parte dell’équipe Antonio e Federico, anche loro educatori con la passione per la meccanica che gestiscono i laboratori con i loro utenti. Poi ci sono Lorenzo ed Adnan, i due meccanici professionisti che ci danno una mano per le riparazioni più difficili. Il progetto aiuta quei ragazzi in difficoltà a relazionarsi con il mondo del lavoro così da rendere utile il tempo che hanno a disposizione imparando anche un mestiere e socializzando con chi frequenta l’officina: un modo per gli stranieri di migliorare anche l’italiano. Vogliamo difendere tutti coloro che sono stati vittime di discriminazioni razziali o religiose. Oltre al valore sociale del progetto c’è anche quello etico attraverso il recupero delle biciclette abbandonate in città, alla promozione del riciclo, del riuso e di una mobilità sostenibile.

Con quali associazioni collaborate?
Collaboriamo con diverse realtà del territorio fiorentino e continuamente veniamo contattati dalle varie cooperative per nuovi inserimenti. In particolar modo, abbiamo dei canali preferenziali per la Coop. Gli
Argini, la cooperativa Il Girasole, la cooperativa Albatros 1973 e il Comitato San Niccolò.

Quali sono state le soddisfazioni più grandi vissute fino ad ora e quali le maggiori difficoltà attraversate?
La soddisfazione più importante è stata quella di vincere quasi tutti i bandi a cui abbiamo partecipato, in
particolar modo quello della Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze con il bando “Nessuno Escluso”.
Eravamo una realtà sconosciuta sul territorio ma la Fondazione ha voluto darci fiducia selezionando il nostro progetto che si chiama “Ciclo Rifugi”. Anche la stampa si è accorta di noi, con vari articoli. Le difficoltà non sono state poche: dal reperimento delle biciclette alla gestione dell’officina, alle spese da affrontare ogni mese. L’associazione si basa su volontari quindi non è facile trovare qualcuno che ci possa dedicare del tempo e ci aiuti volontariamente o che abbia buona dimestichezza con la meccanica.

Chi sono i vostri clienti abituali? È cambiato qualcosa durante e dopo l'allarme Covid?
I nostri clienti sono molto variabili, di solito vengono da noi studenti o lavoratori sapendo di poter
acquistare biciclette a buon prezzo e revisionate ma soprattutto non rubate. Ma ci sono anche amanti di
biciclette vintage e di oggetti più ricercati quindi passano anche i collezionisti. Durante la pandemia il lavoro non è cambiato molto, abbiamo tenuto lo stesso regime di vendite anche se non potevamo più fare i laboratori con i ragazzi a causa del lockdown. Possiamo dire che abbiamo avuto più richieste di riparazioni anche da parte dei riders che facevano le consegne in città. Molte persone poi in questo periodo hanno preferito utilizzare la bicicletta, lo dimostra anche il boom di vendite del settore.

Quali sono i vostri progetti futuri?
Per il momento la nostra priorità è riuscire a mantenere la ciclo-officina aperta e continuare a fare i laboratori. Ognuno di noi ha le sue idee e i suoi sogni, il mio sarebbe quello di unire all’officina un angolo bar e creare un locale dove poter trascorrere del tempo mentre ti viene riparata la bicicletta. Cerchiamo un buon investitore che possa vedere in questo nostro progetto una possibilità di espansione e crescita.

Per informazioni QUI la pagina Facebook della ciclofficina

Compratevi una Bicicletta!
La mia Bicicletta
La Felicità in Bicicletta
Ho Voluto la Bicicletta

Lascia un commento


Per lasciare un commento, registrati o effettua il login.