Quarto Conto Energia, i dubbi delle imprese: "Decreto poco chiaro"

Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto sul Quarto Conto Energia, il 12 maggio scorso, l’attesa è terminata. Ora le regole per gli incentivi al fotovoltaico ci sono, gli investimenti possono riprendere su basi stabili. Eppure le associazioni delle imprese continuano a raccogliere dubbi e lamentele: il decreto è poco chiaro.

Quarto Conto Energia, i dubbi delle imprese:
La fase di incertezza apertasi per le imprese con l’introduzione del nuovo regime di incentivazione per il fotovoltaico sembra non potersi concludere. Approvando il decreto ministeriale del 5 maggio 2011, che recepisce la direttiva UE per la promozione delle rinnovabili, il governo ha sostituito il regime di aiuto stabilito pochi mesi prima – il Terzo Conto Energia – con un nuovo sistema, valido dal 1 giugno 2011, con l’intenzione di sostenere il settore, assicurando più equità, meno speculazioni e minori costi in bolletta. È ancora presto per trarre conclusioni sull’efficacia delle norme stabilite dal decreto, tuttavia dal mondo imprenditoriale giungono i primi segnali di insoddisfazione, a conferma della quasi generale avversità al Quarto Conto Energia, manifestata già in fase di discussione e approvazione del testo. Le criticità del sistema sono state sintetizzate dal Presidente di Assosolare, Gianni Chianetta, in una lettera inviata al GSE, il Gestore dei servizi energetici, che il 3 giugno scorso ha reso operativa la sezione per la presentazione telematica delle domande e ha pubblicato i moduli da compilare per la richiesta. I dubbi riguardano in primo luogo le tariffe. Le condizioni di accesso sono in diversi casi poco chiare: vi sono alcuni tipi di bonus, come quelli connessi alla bonifica di superfici in amianto, che - si legge nella lettera – “non sono stimabili a priori bensì unicamente dopo il completamento dell’impianto”, mentre in altri casi, come per il Bonus Tecnologia UE, l’entità dell’incentivo non è desumibile dalla documentazione richiesta al momento dell’iscrizione al registro, per cui il GSE dovrà calcolarlo “su base meramente presuntiva”. Sempre in tema di tariffe, le imprese chiedono chiarimenti sugli impianti entrati in esercizio nel 2011, ma iscritti al registro nel 2012, e in particolare se questi debbano usufruire delle tariffe valide nel periodo di entrata in esercizio o in quello di iscrizione. Generano ulteriori perplessità i criteri per il conferimento del premio previsto per gli impianti per i quali il costo di investimento per i componenti risulti, per almeno il 60%, riconducibile a produzioni realizzate all’interno dell’Unione Europea. Al di là della vaghezza della definizione di ciò che si intende per costo di investimento, le imprese hanno segnalato dubbi rispetto all'individuazione di tali componenti, dei quali non si specifica se si tratti dei pannelli o delle singole celle. Infine vi è la questione delle richieste inviate a valere sulla Legge 129/2010, nota anche come 'Salva Alcoa', per gli impianti che abbiano comunicato la fine lavori entro il 13 dicembre 2010 e che entrino in esercizio entro la fine del mese corrente, giugno 2011. Tali impianti, infatti, dovrebbero poter usufruire dei benefici del secondo Conto Energia, ma circa il 30% delle domande è stato rifiutato dal GSE e tante risultano ancora inevase, addirittura scadute, dal momento che il Gestore ha 60 giorni di tempo per comunicare l’esito. Il tema, oggetto di un’interrogazione parlamentare ad opera del deputato Idv Pierfelice Zazzera nei giorni scorsi, vede la convergenza sulle stesse posizioni di Assosolare, anche di GIFI ANIE, l’associazione delle imprese fotovoltaiche facente capo a Confindustria, che più si è dimostrata favorevole al decreto in fase di confronto con il Governo. Il presidente di GIFI, Valeria Natalizia, ha infatti scritto al GSE per chiedere spiegazioni della mancata approvazione di numerose pratiche relativa alla Legge Salva Alcoa, il cui rigetto è stato ricondotto all’assenza o alla non conformità di attestazioni che in realtà non dovrebbero pregiudicare l’esito della valutazione, in quanto si aggiungono a “documenti che già comprovano l'effettiva e compiuta realizzazione dell'impianto”. Documenti che, secondo Natalia, potrebbero essere presentati anche in un secondo momento e che non giustificano il respingimento delle istanze. Note dolenti anche dal presidente di Aper (Associazione produttori energia da fonti rinnovabili), Agostino Re Rebaudengo, che descrive la situazione come un’uscita dalla fase di incertezza generale, che però non offre tutela a chi ha avviato investimenti nel periodo di vigenza del Terzo Conto Energia. E non si esclude il ricorso alla Commissione europea, perché verifichi l’effettiva idoneità del decreto del 5 maggio a recepire la direttiva 28/2009/CE.

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