I filosofi e gli animali, la riflessione di Gino Ditadi

La questione animale chiama in causa problemi di grande rilievo non soltanto scientifico, ma anche etico, religioso e filosofico. Nel suo testo I filosofi e gli animali – L'animale buono da pensare Gino Ditadi rivisita la storia della filosofia occidentale analizzando le varie filosofie e i filosofi che hanno discusso e trattato il rapporto tra uomo e gli altri esseri viventi.

I filosofi e gli animali, la riflessione di Gino Ditadi
Cosa hanno in comune Pitagora, Teofrasto, Bruno, Voltaire, Empedocle, Plutarco, Platone, Hume, Rousseau, Schopenhauer, Regan e la lista è ancora lunghissima? Ebbene, in tutti questi filosofi, e in molti altri ancora, la riflessione filosofica, quella 'meraviglia' che scaturisce dal filosofare, non si ferma all'uomo e alla physis intesa come fenomeno distante, che si 'impone' agli occhi di un osservatore distaccato da questa, ma bensì l'uomo (e quindi il filosofo) è in continua relazione con essa e con gli esseri che in questa prendono vita e si muovono. In questi pensatori la riflessione sull'animale, e sulla violenza perpetuata nei suoi confronti, assume un ruolo spesso centrale nel loro pensiero. Essi erano tutti accomunati da un grande senso di giustizia e di rispetto per l'alterità, e alcuni hanno scritto interi trattati filosofici sulla 'questione animale'. Nel suo testo I filosofi e gli animali – L'animale buono da pensare (AgireOra Edizioni) Gino Ditadi rivisita la storia della filosofia occidentale analizzando le varie filosofie e i filosofi che hanno discusso e trattato il rapporto tra uomo e gli altri esseri viventi. Partendo da un'analisi dei testi biblici, zarathustrani ed egizi fino all'avvento della filosofia in Grecia e quindi fino ai giorni nostri, l'autore mette in luce come il problema della 'questione animale' sia sempre stato al centro dei lavori di molti filosofi importanti se non fondamentali nel quadro della filosofia occidentale. Stranamente però sembra che questa visione non-antropocentrica e di rispetto verso tutte le altre creature del pianeta sia stata spesso e volentieri omessa dalle 'analisi concettuali' degli intellettuali postumi che man mano hanno studiato la storia della filosofia e i suoi protagonisti, oltre che dai dogmi religiosi imperanti eretti su fondamenta thanatocratiche. Come afferma l'autore, infatti “la questione animale (per non dire dei connessi temi della biodiversità e dell'ecologia), richiama in causa problemi di grande rilievo non solo scientifico, ma etico, religioso, filosofico e costringe ad altre letture della storia della filosofia e/o della religione ecc., fino a scoprire che sono stati distrattamente (o deliberatamente?) rinchiusi nel dimenticatoio, scritti di straordinaria rilevanza che, partendo dal riconoscimento dell'altro, conducono a ripensare non solo il ruolo della ragione-anima nell'uomo, l'importanza del linguaggio e dei linguaggi, l'immagine dell'uomo in relazione alla biosfera e all'universo fisico, ma anche al significato dell'uguaglianza, la sua possibile estensione ad ogni soggetto-di-una-vita, la riscrittura dello stesso contratto sociale, il riesame del senso e dei percorsi della nostra civiltà che, dominata dalla barbarie della ragione strumentale, conosce il come, senza capire più il dove andare.” Oggi ci ritroviamo in una situazione ambigua. Da un lato l'Era della scienza e della conoscenza ci porta a rivedere con un altro occhio il rapporto tra uomo e gli altri animali, tanto che sempre più gente va contro queste pratiche astenendosi alla violenza gratuita rivolta a questi, rimettendo in discussione la propria visione del cosmo, ovvero una vera e propria rivoluzione copernicana nel pensiero filosofico occidentale è in atto. “L'enorme lavoro compiuto dalle scienze, in particolare dall'etologia cognitiva, ha aperto uno squarcio, che si allarga ogni giorno di più, nel muro artefatto, che pareva invalicabile, tra l'uomo e agli altri viventi, costringendo non poche discipline ad un ripensamento, richiamando gli studiosi dalle loro letture ideologiche, povere di mondo, all'osservazione di uno straordinario e complesso ventaglio di fenomeni che si chiama vita. […] La nuova più attenta lettura del mondo animale è una svolta pari alla rivoluzione quantistica in fisica, alla rivoluzione della biologia molecolare. Tutto ciò non poteva non interessare (e attraversare), il pensiero filosofico, benché talvolta s'alzi, ancora oggi sul far del crepuscolo, quando ormai il giorno e' finito, mentre l'umanità ha un disperato bisogno di una filosofia del mattino”. Dall'altro lato, pero', la nostra 'società civile' risulta essere una delle più efferate e violente nella storia dell'uomo. Dalle pratiche dell'allevamento intensivo fino all'inquinamento perpetuo del pianeta da cui ne deriva l'estinzione di migliaia di specie ogni giorno, l'epoca della razionalità risulta essere nefasta come non mai. “Abbiamo pensato, fin dalle più antiche civiltà del Mediterraneo, che la civiltà fosse un argine contro crudeltà, ingiustizia, insensata sofferenza; che fosse compito dell'uomo costruire la Pólis della Giustiza; che etica ed estetica fossero inseparabili e che il pensiero scientifico dovesse aiutare la natura a fiorire, che gli animali fossero i nostri millenari compagni di viaggio; che il senso della nostra vita fosse nell'innalzare la civiltà e la stessa natura. Qualcosa è andato storto. Qualcuno ha ingannato deliberatamente milioni di uomini consegnando loro bussole false”. Passando in esame ciascuna corrente filosofica e ciascun pensatore dal 'punto di vista dell'animale' fino alle recenti correnti antispeciste, il testo di Ditadi è dunque fortemente consigliato a coloro che volessero intraprendere uno studio critico e alternativo della storia del pensiero filosofico occidentale, nonché a chi vede negli animali, come il titolo suggerisce, qualcosa (o qualcuno) 'buono da pensare' e non da sfruttare ad usum et consumum.

Commenti

Bellissimo articolo! Spero si avverino presto le profezie dove anche gli ultimi involuti si rendano conto dei loro comportamenti.
giuseppe, 07-06-2012 09:07

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