Referendum: valanga di no. E Renzi annuncia le dimissioni

«Ho perso io. Il mio governo finisce qui. Riunirò il Consiglio dei ministri e poi salirò al Quirinale per consegnare al presidente della Repubblica le dimissioni». Matteo Renzi poco dopo la mezzanotte di domenica 4 dicembre (prima dei risultati definitivi) ha annunciato la fine del suo governo, dopo la sconfitta netta del sì al referendum elettorale.

Referendum: valanga di no. E Renzi annuncia le dimissioni

Il No è stato subito in netto vantaggio fin dai primi exit poll: una percentuale netta di NO su una percentuale nettamente alta di votanti. Ciò significa che per il NO alla legge di revisione costituzionale si è schierata la maggioranza reale del paese. Quindi il paese ha rigettato i pesanti ritocchi del governo Renzi alla Carta Costituzionale dando un segnale chiaro. Renzi nel suo discorso in tv in piena notte ha detto, rivolgendosi agli italiani, «Non ho saputo portarvi alla vittoria». Ma la vittoria che gli italiani hanno voluto e scelto non è quella che voleva e aveva scelto lui.

Emilia Romagna, Toscana e Trentino Alto Adige le uniche Regioni dove i sì sono stati più dei no. Anche tra gli italiani all’estero ha prevalso il sì, ma ciò non è stato sufficiente per spostare l’ago della bilancia.

Ora cosa accadrà? Alcuni leader dell’opposizione hanno già chiesto che si vada a elezioni politiche. Ma nulla si può dare per scontato.

Succederà quanto ha scritto il quotidiano Il Manifesto? «Mattarella farà le sue veloci consultazioni e proverà a chiudere la crisi chiedendo al presidente del Consiglio dimissionario di verificare in parlamento se ancora esiste una maggioranza. Che senz’altro esiste». E in questo caso Renzi sarà chiamato a restare e potrebbe farlo.

Oppure no?

Interessante ciò che scrive il francese Le Monde su Matteo Renzi che sarebbe sul punto «di uscire dal Parlamento nello stesso modo con cui vi è entrato: per scasso».

Ragionata anche l’analisi di Radio France internationale: «È interessante notare che questo plebiscito non è solo una partita contro Renzi. Discutendo con cittadini di tutti i ceti, si nota che tengono a dare la loro opinione sul contenuto del quesito referendario e sul senso della riforma».

La cronaca di una domenica serratissima

La giornata era già partita con l’affluenza più alta della media la mattina, poi era arrivata al 57% alle 19 e alle 23 si è attestata quasi al 70%. Non sono mancate le polemiche, come quella sulle matite cancellabili che hanno portato a denunce e a ispezioni di Digos e carabinieri nei seggi di diversi Comuni d’Italia.

Il Codacons ha anche segnalato la presenza nella giornata di domenica sul Televideo Rai di un messaggio pubblicitario a favore del Sì che potrebbe aver violato le disposizioni in materia elettorale.

Anche sul voto degli italiani all’estero è sorta qualche perplessità: le critiche hanno riguardato principalmente i costi e la sicurezza del voto per corrispondenza. A Castelnuovo di Porto (Roma) i 5 Stelle hanno denunciato di essere stati tenuti fuori a forza dal seggio dove volevano entrare per controllare le operazioni di spoglio dei voti degli italiani all'estero.

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