Ricevete spedizioni illimitate in 24 ore? Ma sapete qual è il vero costo? E chi lo paga?

Siete attratti dalle pubblicità di chi vi propone di ricevere spedizioni illimitate in 24 ore? Ma sapete qual è il vero costo? E chi lo paga? A svelarlo ci ha pensato l'associazione Re:Common in una efficace inchiesta-denuncia che propone anche un video con la voce di Claudio Morici e la matita di Gordo.it.

Ricevete spedizioni illimitate in 24 ore? Ma sapete qual è il vero costo? E chi lo paga?

Siete attratti dalle pubblicità di chi vi propone di ricevere spedizioni illimitate in 24 ore? Ma sapete qual è il vero costo? E chi lo paga?

«Grandi infrastrutture e megacorridoi stravolgeranno il pianeta per assicurare lo spostamento di merci di cui spesso non abbiamo bisogno. Siamo sicuri sia la strada giusta?»: è l'esordio della inchiesta-denuncia realizzata dall'associazione Re:Common che propone anche "Il viaggio dell’orsacchiotto", un video prodotto da Re:Common, con la voce di Claudio Morici, dalla matita di Gordo.it.

La nuova fase della globalizzazione

«Da qualche anno è in corso una profonda riorganizzazione del sistema produttivo, un processo radicale, che punta a riorganizzare la geografia del Pianeta, gettando le basi per una nuova fase della globalizzazione molto più pervasiva di quella avviata alla fine del millennio passato e che ancora una volta trova tra i suoi perni le grandi opere, o meglio, la loro evoluzione - dicono da Re:Common - Parliamo di un nuovo modo di pensare e organizzare le grandi infrastrutture secondo la logica dei mega-corridoi, per ridurre tempo e spazio, con l’obiettivo di aumentare continuamente i profitti sbandierando il mantra del just in time. La logistica riorganizzata secondo questi canoni diventa parte del processo produttivo».

«Per rispondere a queste domande abbiamo iniziato qualche mese fa un nuovo viaggio nei luoghi dove questa agenda sta iniziando a materializzarsi e dove le promesse di investimenti stranieri e di nuovi posti di lavoro offuscano gli aspetti della salute pubblica, dell’equilibrio con l’ambiente naturale e del modello di sviluppo di cui si stanno gettando le basi - spiegano ancora da Re:Common - Abbiamo analizzato, attraverso lo sguardo attento di Nicholas Hildyard, cosa accade quando la logistica non ha più a che fare solo con il trasporto delle merci ma diventa parte integrante del processo di produzione con l’obiettivo di “spremere” i lavoratori, rendendo la manodopera precaria,  demansionata e sottopagata.

 

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