Rinnovabili: la protesta contro il 'Quinto conto energia'

Il 18 aprile nella piazza Montecitorio di Roma associazioni e imprese in protesta per chiedere al Governo la modifica dei decreti sulle rinnovabili approvati la settimana scorsa dal governo: il Quinto Conto Energia per il fotovoltaico ed il decreto per le altre rinnovabili elettriche.

Rinnovabili: la protesta contro il 'Quinto conto energia'
“Più rinnovabili, meno carbone”, “siamo noi l'innovazione dell'Italia, siete voi la rovina dell'Italia”. Questi alcuni degli striscioni presenti alla manifestazione in corso in queste ore nella piazza Montecitorio di Roma per chiedere al Governo la modifica dei decreti sulle rinnovabili approvati la settimana scorsa dal governo: il Quinto Conto Energia per il fotovoltaico ed il decreto per le altre rinnovabili elettriche. Le associazioni ed i rappresentanti del settore delle rinnovabili scesi in piazza questa mattina contestano in particolare i tagli radicali agli incentivi e quei meccanismi previsti dai decreti che renderanno assai difficile ed incerto ogni tipo di investimento. Sotto accusa è poi la scelta del Governo Monti, ritenuta “poco trasparente”, di non consultare le associazioni per la definizione dei provvedimenti. Sono presenti alla manifestazione di oggi Legambiente, Greenpeace e Kyoto Club, oltre a numerose associazioni del comparto delle rinnovabili, dalla nuova Assosolare, che ha appena formalizzato la fusione con Asso Energie Future, ad ANIE-GIFI, da APER al Comitato ISI, da ISES Italia a FIPER e AES. “Per la prima volta il mondo delle rinnovabili scende in piazza mostrando la sua forza e determinazione nell'impedire che nel nostro Paese si ponga fine allo sviluppo delle energie pulite”, ha dichiarato il vice presidente di Legambiente Edoardo Zanchini. Eppure, sottolinea Zanchini, proprio le fonti rinnovabili termiche ed elettriche, il risparmio e l'efficienza energetica rappresentano la strada principale per ridurre i costi delle bollette di famiglie e imprese. “Pare però che per il Governo la questione si sia ridotta unicamente ai tagli alle rinnovabili”. Secondo Zanchini, infatti, né dal ministro Passera né dall'Autorità per l'Energia sta arrivando nessuna proposta per alleggerire le bollette degli italiani. Presente alla protesta di oggi anche Greenpeace che ha sottolineato come gli obiettivi di crescita delle rinnovabili fissati dal Governo per il 2020 non potranno essere raggiunti operando tagli unilaterali, rifiutando il confronto con un settore che dà lavoro a oltre 100 mila persone, né cambiando continuamente il quadro degli incentivi, così da determinare solo incertezza e paralisi. Greenpeace ribadisce che le energie pulite rappresentano l’unico settore produttivo nel nostro Paese che ha resistito alla crisi e che è capace di “riscattare l’Italia dalla dipendenza energetica e dalle turbolenze, tutte al rialzo, del prezzo delle fonti fossili”. La denuncia di Greenpeace è rivolta in particolare contro “gli amici del carbone e del petrolio” che tentano di compromettere lo sviluppo delle rinnovabili in Italia. “ENEL è in prima fila in questo ignobile killeraggio”, afferma Andrea Boraschi, responsabile della campagna Clima e Energia di Greenpeace. Tagli agli incentivi, meccanismi burocratici, indifferenza verso le richieste delle associazioni di categoria. Questi i principali punti criticati dai produttori i quali rivendicano i benefici delle rinnovabili, che riguardano la creazione di nuovi posti di lavoro, la salute e l’ambiente. “Il settore – spiega Aper, Associazione produttori energia da fonti rinnovabili - è oggi in grave pericolo per i 'colpi di coda' dei grandi produttori di energia da fonti fossili che si oppongono non solo alle rinnovabili, ma anche al nuovo modello di produzione energetica basato sulla generazione distribuita”. Aper denuncia poi la campagna mediatica denigratoria fondata soltanto sui costi delle rinnovabili e sul preteso impatto sulla bolletta elettrica. Una nota congiunta di ANEV (Associazione Nazionale Energia dal Vento), APER (Associazioni Produttori Energia da Fonti Rinnovabili e ISES ITALIA) e International Solar Energy Society sottolinea inoltre come l’adozione di questi decreti, e l’assenza degli altri, rappresenterà il colpo di grazia alle aziende del comparto delle rinnovabili e dell’efficienza energetica - che in molti casi rischieranno il fallimento - e pregiudicherà lo sviluppo delle energie pulite nel nostro Paese.

Commenti

ci vogliono queste manifestazioni... pultroppo non se ne sente parlare tranne che su qualchè blog. diremo addio al futuro con panelli solari ed eolico ma cosa vuole questo governo da questo paese che sputi sangue... bisogna fermare questo governo che è come un tumore prima che raggiunga la metastasi completa. qui bisogna fare tagli ai parlamentari e mandarli a casa...ma poi loro dirrano ma, chi me le paga le zoccole e la coca. arrivera quel giorno prima o poi, la gente se ne accorgera con l'IMU grazie al cielo... se non sara cosi possiamo anche chiudere tutto ed emigrare per noi giovani. iper gli ultra 50enni ormai troppo vecchi per emigrare resta soltanto da suicidarsi come molti imprenditori pultroppo andati in fallimento caduti in depressione fanno, come se la causa della crisi fosse loro. come possimo pensare che si paghi una pressione fiscale che distrugge nel profondo la gente. o come la voglio pensare io: Questi impreditori si devono mettere in testa che se loro stanno fallendo un responsabile con un nome ben preciso c'è. visto che ormai non hanno più niente da perdere, andare giù nelle varie sedi e fare saltare un po tutto...grazie al cielo il popolo dei bombaroli in Italia è molto sentito.
Dantes, 18-04-2012 06:18
Pare che questi tecnici in politica siano la continuazione dei politici non tecnici, e nonostante godano di un certo sostegno pubblico fanno a gara per guastare le prospettive di sviluppo. Le maledizioni più pesanti contro chi volontariamente vuole il male degli ITALIANI, li possino ammazzalli.
stefano, 18-04-2012 10:18
Buongiorno, sono la moglie di un imprenditore veneto nel settore del fotovoltaico costretto suo malgrado a ridimenzionare la sua azienda con licenziamenti dolorosi causa questo 5° conto energia che invece di promuovere lo sviluppo del settore , inginocchia e decapita tutte le persone che in questo progetto hanno veramente investito e creduto . Con pochi accorgimenti e variazioni , questo 5° conto energia avrebbe potuto rappresentare , come accade in altre nazioni , un punto di forza e di vanto per il nostro paese e premiato immensi sforzi lavorativi . Invece dobbiamo renderci conto che siamo in Italia ed i nostri Ministri non hanno alcuna preparazione nel ramo del fotovoltaico e che a questo punto mi viene da pensare che essi sono guidati da ben altri interessi .Nel congedarmi da voi mando un abbraccio a tutte le famiglie come la mia che in questo ennesimo triste momento non sanno più che Santo pregare , un bacio Lina.
Lina, 14-07-2012 02:14

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