Rio+20: "Il futuro che non vogliamo", parlano le Ong ambientaliste

Le principali organizzazioni ambientaliste, tra cui Greenpeace e WWF, hanno deciso di presentare al summit sulla Terra in corso nella città brasiliana una contro-dichiarazione che ripudia i contenuti del documento finale consegnato ai leader riuniti a Rio +20.

Rio+20:
“Il futuro che non vogliamo”. Questo il titolo della lettera che il libanese Waek Hamidan, della Rete di Azione Climatica, ha letto ai leader del mondo riuniti a Rio de Janeiro per la Conferenza Onu sullo sviluppo sostenibile. Come è evidente già dal titolo, l'intervento di Hamidan critica la dichiarazione finale di 49 pagine della presidenza brasiliana, intitolata Il futuro che vogliamo, che da più parti è stata contestata per la mancanza di proposte concrete ed obiettivi ben definiti. Le principali organizzazioni ambientaliste, tra cui Greenpeace e WWF, hanno deciso di presentare al summit sulla Terra in corso nella città brasiliana una contro-dichiarazione che ripudia i contenuti del documento finale consegnato ai leader riuniti a Rio +20. Le Ong ambientaliste hanno anche chiesto il ritiro dal testo ufficiale dell'espressione “con la partecipazione piena della società civile”. Le associazioni presenti a Rio ma anche la società civile e i popoli che hanno manifestato in questi giorni sono convinti della debolezza del vertice che si concluderà oggi. Secondo Gro Harlem Brundtland, ex primo ministro norvegese e consulente del Segretario Generale delle Nazioni Unite, “costruire un consenso globale sulla sostenibilità sta diventando sempre più difficile a causa della crisi economica e del clima politico negli Stati Uniti, sempre più ostili ad interventi significativi sul cambiamento climatico”. L'ex primo ministro norvegese ha lamentato l'assenza alla conferenza di Rio de Janeiro di Barack Obama, David Cameron e molti altri leader. Il WWF parla di “occasione sprecata” ma sottolinea anche che “lo sviluppo sostenibile ha già messo radici e crescerà”. “Rio+20 – ha affermato oggi il direttore generale del WWF Jim Leape - era una Conferenza sulla vita; sulle future generazioni; sulle foreste, gli oceani, i fiumi e i laghi da cui tutti noi dipendiamo per avere cibo, acqua ed energia. Era una Conferenza per affrontare la pressante sfida di costruire un futuro che ci possa sostenere”. “Sfortunatamente – ha aggiunto Leape - i leader del pianeta riuniti qui hanno perso di vista questa urgente motivazione. Ma l’urgenza di agire non è cambiata. E la buona notizia è che lo sviluppo sostenibile è una pianta che ha messo radici; crescerà nonostante la debole leadership politica qui a Rio”. Mariagrazia Midulla, responsabile policy Clima ed Energia WWF Italia, ha aggiunto che l’Europa si è presentata nella città brasiliana con proposte relativamente ambiziose, ma ben poche tra queste sono sopravissute nel testo finale. “Tutta la comunità scientifica internazionale – ha quindi concluso il direttore scientifico del WWF Italia Gianfranco Bologna - ha ripetutamente allertato il mondo politico ed economico sulla consapevolezza che l’intervento dell’uomo è ormai equiparabile alle grandi forze geologiche che hanno modificato il pianeta in 4,5 miliardi di anni. La vittima della nostra stessa forza è la civiltà umana. I leader si sono lasciati sfuggire l’opportunità di indicare una nuova strada per impostare un nuovo modello economico che ci consenta di vivere nei limiti di un solo pianeta”. LEGGI GLI ALTRI ARTICOLI SU RIO+20

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