L'acqua è di tutti, un fiume di voti per il 'sì': esiti plebiscitari

Acqua pubblica: raggiunto il quorum referendario che supera la soglia del 57 per cento. Dai risultati giunti finora la vittoria dei Sì assume le dimensioni di un plebiscito: sopra il 95 per cento. Inizia da qui un percorso che dovrà condurre ad un nuovo modello sociale, in cui non tutto è assoggettato al mercato ed i beni comuni sono salvaguardati come diritto di tutti.

L'acqua è di tutti, un fiume di voti per il 'sì': esiti plebiscitari
Un fiume di voti spazza via la paura del quorum ed un vero e proprio plebiscito sancisce che l'acqua, in Italia, tornerà ad essere gestita in modo pubblico e partecipato. Oltre il 57 per cento degli aventi diritto si è recato alle urne per decidere sul futuro dell’acqua. Lo spauracchio del quorum, quel mostro che si è fagocitato gli ultimi cinque referendum abrogativi e non veniva superato ormai da 22 anni è stato sconfitto a suon di voti. Ora l'attesa è per i risultati, ma l'ostacolo più arduo è stato superato. I dati giunti finora alimentano l'entusiasmo dei referendari: sembra assumere le dimensioni di un plebiscito superiore al 95 per cento la decisione presa dagli italiani a favore di un’acqua pubblica e fuori dal mercato e di un taglio netto alle politiche liberiste di questi ultimi anni. Sbarrando il Sì sulla prima scheda, quella di colore rosa, gli elettori hanno abrogato l’articolo 23 bis della Legge n. 133/2008, che prevede l’affidamento ai privati della gestione del servizio idrico. Hanno dunque ribadito che l’acqua è un bene pubblico e di tutti e non può essere gestito da un privato. Con il Sì sulla seconda scheda invece, di colore giallo, si è abrogato il comma 1 dell’articolo 154 del Decreto Legislativo n. 152 del 3 aprile 2006, per quanto concerne l’adeguata remunerazione del capitale investito. Sì è così sancito che sull’acqua non si devono fare profitti e che deve essere gestita in base a criteri di equità e giustizia sociale e non sottoposta alle leggi del mercato. Per chi volesse seguire in diretta lo spoglio dei voti, l'appuntamento è in piazza della Bocca della verità, a Roma. Qui i comitati e i cittadini si sono ritrovati oggi alle 15 e resteranno fino a notte, quando tutti i seggi nazionali avranno comunicato i propri dati definitivi. Ad ogni modo la vittoria dei sì non pare in discussione. Una vittoria che arriva dopo un duro lavoro e che appartiene in tutto e per tutto ai cittadini. Sono cittadini, migliaia, quelli che per anni hanno lavorato sul tema della gestione dell’acqua, inizialmente ignorati e talvolta derisi dalla politica tradizionale. Sono altri cittadini, milioni, quelli che fra ieri e oggi si sono recati alle urne per spezzare un incantesimo lungo vent'anni. C'è un'emozione incontenibile nelle parole di Andrea Maggi, del comitato promotore. "Decine di migliaia di cittadini hanno lavorato duramente per dieci anni per raggiungere questo obiettivo, per dichiarare che l'acqua è un bene comune e va sottratto alle leggi del mercato". "I partiti hanno solo da imparare - continua - hanno provato alla fine a trasformare la nostra battaglia in uno scontro tra fazioni ma non ci sono riusciti; dopo 20 anni i cittadini hanno riaffermato il loro ruolo centrale nella società e il loro diritto a prendere decisioni sui temi di pubblico interesse". Non sono mancate le difficoltà nel lungo percorso che ha portato fino ai referendum. Un percorso iniziato nel 2006 con la proposta, ignorata sia dal governo Prodi che dal successivo governo Berlusconi, di una legge di iniziativa popolare portata avanti dal forum italiano dei movimento per l’acqua; proseguito con la raccolta di quasi 1 milione e mezzo di firme per i referendum; giunto quest’oggi al trionfo più importante. Le forze politiche e le potenti lobby economiche che gestiscono il mercato dell’acqua (una torta da oltre 60 miliardi di euro) hanno tentato in tutti i modi di ostacolare il raggiungimento del quorum, fino all'ultimo istante, come ci racconta lo stesso Maggi in un video girato questa mattina. Video a cura di Massimiliano Petrucci del Comitato Promotore 2 Sì per l'Acqua Bene Comune". I tentativi di boicottaggio, d'altronde, hanno caratterizzato tutta la campagna referendaria. Fin da subito ignorata completamente dal servizio radiotelevisivo pubblico e da buona parte dei giornali; osteggiata apertamente dalla maggioranza e accolta con entusiasmo altalenante - e spesso strumentale - da gran parte dell'opposizione, oscurata dalle istituzioni (basti pensare ai cartelloni rimossi ogni giorno dai vigili in tutta Roma e al divieto di esporre bandiere al balcone in molti comuni), essa è vissuta di passaparola, e di una irresistibile commistione fra informazione online ed iniziative in piazza. La diffusione capillare del movimento ha portato la tematica al centro dell'agenda politica ed ha costretto i partiti a schierarsi in fretta e furia. Con risultati a volte paradossali: pare, a quanto riporta un articolo del sito nigrizia.it, che attorno alle 13 di ieri, dopo i primi rilevamenti sull'affluenza, sia circolata una mail indirizzata a tutte le sedi del Popolo delle Libertà e a tutti gli iscritti alla mailing list che invitava ad andare a votare per "non imbarazzare il Governo e per abbassare la percentuale dei Sì". Se, come confermano i primi dati, dovessero vincere entrambi i Sì, si aprirebbe la strada per un cambiamento radicale. Con oggi si chiude un capitolo e si apre finalmente una strada di speranza verso il futuro. "È una vittoria straordinaria - afferma Marco Bersani del comitato promotore -. Da oggi deve essere chiaro a tutti non si torna indietro: niente sarà più come prima. Per la prima volta sono state sconfitte le politiche liberiste che hanno tentato di assoggettare la vita delle persone alle regole del mercato". "Oggi si è affermato che si deve partire dall’acqua, dai beni comuni per costruire un nuovo modello sociale. Non è la vittoria di nessun partito, c'è molto di più: c'è una intera società in movimento, che essendo in movimento non si fermerà finché non avrà raggiunto i cambiamenti che desidera". Già poco dopo mezzogiorno il comitato promotore “2 Sì per l’Acqua Bene Comune” aveva diffuso un comunicato in cui parlava di “quorum raggiunto”. Poco dopo, attorno alle 14, Bersani così commentava i primi dati della giornata di oggi, da cui appariva evidente il raggiungimento del 50 per cento più uno e la vittoria dei referendari: Video a cura di Massimiliano Petrucci del Comitato Promotore 2 Sì per l'Acqua Bene Comune". Adesso, finiti i festeggiamenti, inizierà il lavoro vero. Quello che dovrà vedere coinvolti i cittadini nella gestione pubblica partecipata di quel bene prezioso - per la vita, non più per le tasche degli investitori - che è l'acqua.

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