Stiamo esaurendo tutte le risorse, ma cosa vuoi che ci interessi?

Una di quelle notizie che non hanno nessuna eco riguarda il tentativo del Parlamento europeo di cercare di riciclare o recuperare più materie prime possibili per limitarne l’approvvigionamento al di fuori dell’Europa. Il perché di questa mossa è presto detto e non ha niente a che vedere con preoccupazioni ambientali o simili.

Stiamo esaurendo tutte le risorse, ma cosa vuoi che ci interessi?

Una di quelle notizie che non hanno nessuna eco riguarda il tentativo del Parlamento europeo di cercare di riciclare o recuperare più materie prime possibili per limitarne l’approvvigionamento al di fuori dell’Europa. Il perché di questa mossa è presto detto e non ha niente a che vedere con preoccupazioni ambientali o simili. I burocrati dell’Unione Europea sanno che uno più uno fa ancora due; siamo in un pianeta dalle risorse finite ma allo stesso tempo le utilizziamo all’interno di un sistema che concepisce il loro sfruttamento infinito, in poche parole la follia totale che però è proprio in cima a tutte le agende governative del mondo.
Comunque sia, ora si accorgono di quello che noi abbiamo sempre detto e cioè che se continui a estrarre, sprecare e buttare, arriverà un giorno in cui esaurirai tutto e non saprai più come fare. Noi a ciò abbiamo aggiunto che il pianeta diventerà una pattumiera ma questo ai burocrati non interessa, a loro interessa continuare a crescere, quindi da qualche parte le risorse le devono recuperare. Ecco che vengono pensati interventi e azioni in merito.
Non ci sono preoccupazione ambientali dietro a questi ragionamenti, c’è solo l’obiettivo di poter utilizzare le risorse per produrre merci la cui maggior parte è superflua, quindi il problema che si cerca di risolvere oggi si ripresenterà domani inevitabilmente. Basti pensare alle automobili elettriche, un carro di una tonnellata e mezza che sposta ottanta chili e per questa idiozia utilizzare milioni di batterie esaurendo velocemente tutti i materiali per le stesse. Quindi ovunque tu vada a prendere questo materiale, lo esaurirai velocemente e invece di chiedersi se la mobilità vada pensata diversamente, anche in base alla finitezza delle risorse, si prosegue come se nulla fosse; tanto mica comanda la ragione, comanda solo il soldo, e in questo caso delle case automobilistiche che devono guadagnare sempre di più, possibilmente secondo loro, all’infinito.
Una società che abbia ancora un grammo di cervello da qualche parte dovrebbe per ogni problema cercare la soluzione più intelligente anche guardando al futuro e non solo all’immediato presente fregandosene del resto. Al momento l’intelligenza (eufemismo) umana è occupata solo a fare quattrini e quindi a scavarsi la fossa. Le risorse si stanno esaurendo, il mondo è una pattumiera e l’unica soluzione per uscire da questa tragedia è costruire progettualità che mettano al centro persone e ambiente senza se e senza ma e sopratutto farlo subito. Lo andiamo ripetendo da sempre e più volte lo faremo ancora, nella speranza che le persone si organizzino in questa direzione perché è la possibilità che abbiamo per sopravvivere.
E se non siete convinti magari potete riflettere sul fatto che praticamente tutto quello che avevamo preconizzato si è avverato, in un modo o nell’altro, quindi molto probabilmente siamo più affidabili e seri di tanti che invece non ne hanno azzeccata una e ora vogliono razzolare nelle discariche alla ricerca dei materiali perduti...
Non abbiamo soldi o potere ma magari qualche grammo di intelligenza ci è rimasto. Chissà, forse proprio perché non abbiamo soldi e potere? Chissà......

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LETTURE UTILI

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Formatore, agricoltore, scrittore, facilitatore, consulente per progetti di pianificazione energetica, ambientale e lavorativa, presidente dell’associazione di promozione sociale non profit PAEA, è tra i fondatori del giornale web Il cambiamento e del progetto Ufficio di Scollocamento.
Da oltre trent’anni si occupa professionalmente di ambiente, energia, bioedilizia, stili di vita, economie alternative e propone soluzioni a livello sociale, economico e lavorativo per la costruzione di società che tendano alla prosperità, al benessere, al miglioramento della qualità della vita e alla tutela della natura. Ha scritto centinaia di articoli per il giornale Il Cambiamento e i libri Il nemico artificiale, Pensare come le montagne con Valerio Pignatta, Ufficio di scollocamento con Simone Perotti, Solo la crisi ci può salvare con Andrea Strozzi, L’Italia verso le emissioni zero di Paolo Ermani, L’orto autoirrigante con Alessandro Ronca.

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