“La Terra non si governa con l'economia”: l'appello degli accademici italiani

Pubblichiamo l'appello lanciato dalla comunità scientifica italiana e promosso dalla Società Italiana di Meteorologia, presieduta dal noto climatologo Luca Mercalli, tra i promotori dell'iniziativa. L'appello è indirizzato ai decisori economici e politici affinché inizino finalmente a considerare la questione ambientale una priorità.

“La Terra non si governa con l'economia”: l'appello degli accademici italiani
La crisi economica iniziata nel 2008 sottende molti altri segnali di fragilità connessi con: - esaurimento delle risorse petrolifere e minerarie di facile estrazione; - riscaldamento globale, eventi climatici estremi pressione insostenibile sulle risorse naturali, foreste, suolo coltivabile, pesca oceanica; - instabilità della produzione alimentare globale; - aumento popolazione (oggi 7 miliardi, 9 nel 2050); - perdita di biodiversità - desertificazione; - distruzione di suolo fertile; - aumento del livello oceanico e acidificazione delle acque squilibri nel ciclo dell’azoto e del fosforo; - accumulo di rifiuti tossici e inquinamento persistente dell’aria, delle acque e dei suoli con conseguenze sanitarie per l’Uomo e altre specie viventi; - difficoltà approvvigionamento acqua potabile in molte regioni del mondo. La comunità scientifica internazionale negli ultimi vent’anni ha compiuto enormi progressi nell’analizzare questi elementi. Milioni [1] di articoli rigorosi, avallati da accademie scientifiche internazionali, una su tutte l’International Council for Science, nonché numerosi programmi di ricerca nazionali e internazionali, mostrano la criticità della situazione globale e l’urgente necessità di un cambio di paradigma. Il dominio culturale delle vecchie idee della crescita economica materiale, dell’aumento del Prodotto Interno Lordo delle Nazioni, della competitività e dell’accrescimento dei consumi persiste nei programmi dei governi come unica via d’uscita di questa crisi epocale. Queste strade sono irrealizzabili a causa dei limiti fisici planetari. Una regola di natura vuole che ad ogni crescita corrisponda una decrescita. La crescita economica, con i paradigmi attuali, segna la decrescita della naturalità del pianeta. I costi economici di queste scelte sono immani e le risorse finanziarie degli stati sono insufficienti a sostenerli.  L’analisi dei problemi inerenti alla realtà fisica del mondo viene continuamente rimossa o minimizzata, rendendo vano l’enorme accumulo di sapere scientifico che potrebbe contribuire alla soluzione di problemi tuttavia sempre più complessi e irreversibili al trascorrere del tempo. Chiediamo pertanto al mondo dell’informazione di rompere la cortina di indifferenza che impedisce un approfondito dibattito sulla più grande sfida della storia dell’Umanità: la sostenibilità ambientale, estremamente marginale nelle politiche nazionali degli ultimi 20 anni e ad oggi assente dalla campagna elettorale in corso. Non si dia per scontato che il pensiero unico degli economisti ortodossi sia corretto per definizione. Si apra un confronto rigoroso e documentato con tutte le discipline che riguardano i fattori fondamentali che consentono la vita sulla Terra – i flussi di energia e di materia – e non soltanto i flussi di denaro che rappresentano una sovrastruttura culturale dell’Umanità ormai completamente disconnessa dalla realtà fisico-chimica-biologica.  È quest’ultimo complesso di leggi naturali che governa insindacabilmente il pianeta da 4,5 miliardi di anni: non è disponibile a negoziati e non attende le lente decisioni umane. 1. Si ottiene con una semplice ricerca web di articoli scientifici sul tema Global Change. Bibliografia essenziale: PAUL R. EHRLICH, ANNE H. EHRLICH, 2013 -  Can a collapse of global civilization be avoided? Proceedings of The Royal Society B, 280, 1754 Primi firmatari: Ferdinando Boero, docente di Zoologia e Biologia Marina all'Università del Salento e associato all'Istituto di Scienze Marine del CNR.  Danilo Mainardi, professore emerito di ecologia comportamentale, università di Ca'Foscari, Venezia  Andrea Masullo, Docente di Fondamenti di Economia Sostenibile all’Università di Camerino Luca Mercalli, Presidente Società Meteorologica Italiana e docente SSST Università di Torino Angelo Tartaglia, docente al Politecnico di Torino, Dipartimento di Scienza Applicata e Tecnologia Roberto Danovaro, professore di ecologia, Università Politecnica delle Marche, Presidente della Società Italiana di Ecologia.

Commenti

Il fatto è che "noi" lo abbiamo capito, sono "loro" che non lo hanno capito, anzi, lo sanno ma lo ignorano.
Kvas, 25-02-2013 12:25
...e allora,dobbiamo cambiare " loro " e questo,tocca a noi !
Maria-Rossella Maccolini, 25-02-2013 05:25
L'empatia è la forma più potente di energia che ci tiene collegati agli altri esseri viventi. Il riconoscimento della centralità delle caratteristiche individuali, sia in senso cognitivo che emotivo, capovolge l'attuale modo di concepire l'approccio al mondo degli animali. La combinazione di fiducia, sensibilità e competenza riscrive l'opportunità di trovare una strada per sviluppare un approccio relazionale fondato sulla collaborazione e sulla consapevolezza, sostituendo il distruttivo concetto di competizione e supremazia. [Tratto dal mio libro - Un viaggio nell'etologia relazionale. Energia, empatia, emozioni, intenzioni, intuizioni e conoscenza.]
Myriam Jael Riboldi, 08-03-2013 09:08
http://fabriziobiole.org/2013/04/16/la-terra-non-si-governa-con-leconomia-nemmeno-in-consiglio-regionale/
Fabrizio Biolé, 17-04-2013 11:17

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