Prendo il tram, che inquina meno e costa poco

I tram di ultima generazione, dotati di efficienti motori elettrici e in grado di recuperare energia in frenata, si classificano al primo posto tra tutti i mezzi di trasporto urbano, per efficienza energetica, ridotte emissioni di anidride carbonica e costi. A stabilirlo è una ricerca condotta dalla Scuola di Architettura di Vancouver presso il Centro di Progettazione per la Sostenibilità.

Prendo il tram, che inquina meno e costa poco
Qual è il mezzo di trasporto che permetterebbe a ciascuno di noi di recarsi a lavoro, a scuola, a fare la spesa o dagli amici riducendo al minimo l’impatto ambientale dello spostamento? L’autobus, il tram o l’auto elettrica in condivisione? E una città che volesse investire per ingrandire la rete di trasporto urbano, su quale veicolo dovrebbe orientare la propria scelta? Secondo un’analisi condotta dal Centro di Progettazione per la Sostenibilità della Scuola di Architettura di Vancouver, i tram moderni rappresentano l’opzione migliore, in termini di riduzione delle emissioni di gas serra, di efficienza energetica e di costi nell’arco dell’intero ciclo vitale del mezzo. La conclusione ovviamente non è assoluta: ogni città si distingue per la propria dimensione e struttura e, inoltre, differenti esigenze di spostamento possono avvalersi di un mezzo piuttosto che un altro. Ad ogni modo, investire in nuovi tram di ultima generazione sembra convenire, all’ambiente e al portafoglio. Lo studio in questione, che si è avvalso di numerosi dati provenienti da varie ricerche, è stato condotto mettendo a confronto i seguenti otto tipi di veicoli: Tram moderni: mezzi articolati, che viaggiano su rotaia ad altezza suolo, sfruttando strade non dedicate, e che impiegano la tecnologia del recupero di energia in frenata; Trolleybus: autobus elettrici, che si spostano su gomma sulle strade normali e realizzano il recupero di energia in frenata; Skytrain: treni automatici, che viaggiano rapidamente su rotaie spesso sopraelevate; Light Rail Train (LRT): veicoli su rotaia, articolati, che a differenza dei tram si muovono su corsie dedicate, con fermate meno frequenti e banchine di stop elevate rispetto al livello della strada; Autobus a diesel articolati (BRT); Autobus diesel (più piccoli dei precedenti); Toyota Prius del 2007: auto di media taglia a motore elettrico ibrido (nel 2008 ha vinto il premio internazionale per il 'motore verde' dell’anno); Ford Explorer del 2007: SUV di media dimensione con motore a combustione interna. La valutazione d’impatto ambientale ha preso in considerazione l’efficienza energetica e le emissioni di gas serra. In entrambi i bilanci, il tram risulta vincente. Questo mezzo di trasporto è molto efficiente energeticamente perché in genere viene sfruttato alla massima capacità e ha basse perdite per frizione meccanica durante la marcia (a differenza invece dei bus, le cui gomme a contatto con l’asfalto vanno incontro ad un attrito più forte). Inoltre i tram recuperano una grossa percentuale dell’energia cinetica di frenata e la convertono in energia elettrica da reimmettere sulla linea o da utilizzare per alimentare gli equipaggiamenti di bordo. Il grafico dell’energia utilizzata dai differenti mezzi in analisi (che trasportino un numero di utenti medio) per spostare ogni singolo passeggero di un miglio, mostra come un tram moderno consumi solo 0.11 kiloWatt all’ora; a seguire gli LRT con 0.13 kWh, il treno sopraelevato (Skytrain) con 0.30 kWh e poi il trolleybus con 0.36 kWh. Il SUV, ovviamente, è in fondo alla classifica, e con uno stacco notevole (1.42 kWh per passeggero-miglio). Sul piano delle emissioni di anidride carbonica, le differenze tra i vari veicoli si basano fondamentalmente sul tipo di carburante utilizzato e sull’efficienza del motore nell’impiegarlo. Nell’analisi della Scuola di Architettura di Vancouver sono stati presi in considerazione benzina, diesel, energia elettrica generata da centrale a carbone o da gas naturale o da impianto idro-elettrico. La differenza tra il primo e l’ultimo metodo di alimentazione è schiacciante, ma i dati raccolti dimostrerebbero che anche nel caso in cui l’energia derivi dalla combustione di carbone, il bilancio complessivo di emissioni dei veicoli elettrici è comunque favorevole rispetto ai mezzi diesel e a benzina. La ragione di ciò, spiega lo studio in questione, risiede nel fatto che i motori a energia elettrica sono intrinsecamente molto più efficienti rispetto a quelli a combustione interna. Questi ultimi, infatti, nel migliore dei casi convertono in energia solo il 30% del combustibile, contro un’efficienza dell’80-90% degli impianti elettrici. La valutazione complessiva data per il caso di motori a elettricità da carbone desta però qualche dubbio, visto che molti altri studi (come riportato anche sulle pagine di questo quotidiano) dimostrano che le centrali a carbone sono in assoluto le meno efficienti e quelle che immettono nell’atmosfera il massimo quantitativo di gas serra. Per completare il bilancio della CO2 liberata, lo studio procede confrontando anche le emissioni associate a tutto ciò che è collaterale al funzionamento dei mezzi, ossia la loro costruzione, la manutenzione, lo smantellamento a fine vita, la realizzazione e il mantenimento delle infrastrutture, ecc. L’analisi in questo caso risulta più complessa, perché mentre ad esempio il treno sopraelevato necessita si strutture proprie, dedicate, l’auto (sia essa elettrica o diesel) impiega delle strade condivise con altri mezzi e per giunta già costruite, stessa cosa per i bus. E infatti mentre il tram moderno e il Light Rail Transit mantengono il primato, su questo piano lo Skytrain perde parecchi punti. Il SUV è ancora una volta un clamoroso fanalino di coda. Passando ai costi, anche qui il calcolo deve includere tanto il veicolo in sé, durante tutto il suo ciclo vitale (dalla fabbricazione, alle riparazioni, fino alla demolizione), quanto la costruzione e manutenzione delle infrastrutture e l’acquisto/produzione del carburante. La valutazione dei costi pone dunque di fronte alle stesse difficoltà di cui sopra, pertanto non si converge facilmente ad un unico grafico, bensì ad una rosa di diagrammi possibili, a seconda dei fattori presi in considerazione e delle assunzioni fatte. Traendo le somme, ad ogni modo, il tram di nuova generazione risulta essere un investimento economicamente vantaggioso, accompagnato dal trolleybus. La Toyota Prius si distingue a sua volta per convenienza, la quale però si manifesta in particolare nell’ambito dei lunghi tragitti, molto meno sui brevi spostamenti. Tali risultati - dunque - forniscono alcune delle ragioni alla base della ri-apparizione in varie città del mondo (anche in Italia) del tram, mezzo che per tanto tempo è stato considerato desueto. Come visto, esso è efficiente e conveniente per spostamenti urbani e, in generale, a corto raggio (con molte fermate). Nel caso in cui la velocità diventi importante e il tragitto si allunghi, il treno sopraelevato torna ad essere considerabile, anche se piuttosto dispendioso. Nel momento in cui una città decide di investire in un sistema di trasporto collettivo, la scelta va dunque ad influenzare tutta la successiva politica ambientale ed economica. In realtà, come gli stessi autori dello studio fanno notare, una visione veramente lungimirante porterebbe sindaci ed amministratori a compiere azioni in vista di un accorciamento degli spostamenti, ossia per una riduzione dei tragitti che ciascun cittadino è costretto a percorrere ogni giorno. È evidente che il conseguimento di un simile obiettivo in molti casi necessiterebbe il completo ripensamento della struttura del centro urbano: operazione questa da diluire in un lungo arco di tempo. È infatti necessario ricordare come il non-spostamento sia la soluzione in assoluto meno inquinante, più economica e che consente il maggior risparmio di tempo. Le città che hanno quartieri ben organizzati, in cui la maggior parte dei servizi è a disposizione nel raggio di poche centinaia di metri, consentono la minimizzazione degli spostamenti, e di conseguenza del traffico, delle emissioni di anidride carbonica, ecc. In quest’ottica la separazione tra quartieri residenziali e quartieri in cui si accentrano le attività produttive o economiche è assolutamente fallimentare. Le città dovrebbero piuttosto essere un conglomerato di sotto-centri urbani, di quartieri come micro-città, il più autosufficienti possibile. Ancor meglio se serviti da efficienti tram di ultima generazione.

Commenti

in giappone pure i treni lo fanno, almeno dei regionali sono sicuro, ho visto l'amperometro andare dall'altra parte (rispetto allo zero) in frenata... saluti felicemente decrescenti
corrado, 26-11-2010 11:26
In tema con l'argomento, vorrei segnalare l'intervista ad Andrea Bottazzi sul trasporto pubblico efficiente e pulito. E' al seguente link: http://www.marcodemitri.it/trasporto-pubblico-intervista-andrea-bottazzi/
Marco De Mitri (www.marcodemitri.it), 30-11-2010 02:30
Dove è possbile consultare lo studio in oggetto?
giovanna, 26-11-2010 04:26
Lo studio, coordinato dal Prof Patrick Condon, è disponibile al seguente link. Ovviamente è il lingua inglese. http://www.sxd.sala.ubc.ca/8_research/sxd_FRB07Transport.pdf
Virginia, 28-11-2010 02:28
grazie molte!
giovanna, 29-11-2010 11:29
grazie molte! PS per ricambiare, se interesa l'argomento dell'uso del suolo vi segnalo uno studio Ispra dello scorso anno che propone una metodologia di misurazione del consumo di sulo uniforme su tutto il territorio italiano, applicata in alcune città. Il link al Rapporto Ispra in cui è contenuto lo studio è: http://www.apat.gov.it/site/it-IT/APAT/Pubblicazioni/Stato_dell%27ambiente/Documento/stato_ambiente_aree_urbane_2009.html
giovanna, 29-11-2010 11:29

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