Treni solari ad alta velocità, nessuna rivoluzione 'verde' all'orizzonte

Negli ultimi giorni sono state diffuse notizie dell'imminente arrivo sulle rotaie di nuovi treni solari ad alta velocità. Ma davvero ci troviamo di fronte ad una rivoluzione verde nel settore dei trasporti? A ben vedere, e a dispetto di facili entusiasmi, le cose non stanno proprio così. Vediamo perché.

Treni solari ad alta velocità, nessuna rivoluzione 'verde' all'orizzonte
Da alcuni giorni stanno circolando, in rete e sui giornali, fino a giungere perfino sulle pagine patinate dell'Espresso, notizie concernenti nuovi "treni solari" ad alta velocità, che sull’onda della Green Economy prometterebbero un futuro tanto verde quanto performante nell’ambito del trasporto su rotaia. Fino al punto da indurre molti giornalisti a sbilanciarsi nel vaticinare una vera e propria 'rivoluzione' nel campo dei trasporti, indotta dai treni in questione, impropriamente definiti "a zero emissioni". Nonostante sia forte, anche in questa sede, la tentazione di unirsi al canto che racconta di vallate verdi e prati fioriti anche durante l’inverno, ci preme comunque portare qualche precisazione che giocoforza smorzerà gli entusiasmi, ma al contempo contribuirà a ricondurre il discorso nell’ambito della realtà. Innanzitutto i treni in questione sono due. Quello giapponese in via di sperimentazione a Shanghai consiste in un progetto per molti versi futuristico, basato su un treno ultraleggero a levitazione magnetica, alimentato tramite centrali solari e pale eoliche, naturalmente estranee alla struttura del convoglio stesso… A voler semplificare si tratta insomma di un convoglio a basso consumo energetico, estremamente performante e dalla tecnologia estremamente complessa, che per viaggiare abbisognerà di apposite infrastrutture (simili a gallerie del vento) dedicate, ovviamente da costruire ex novo. Il secondo altro non è che un normalissimo treno ad alta velocità, di quelli che giornalmente collegano Parigi con Amsterdam, energivoro ed impattante come tutte le altre motrici sue simili, inserito nel progetto “solar tunnel” inaugurato lo scorso 6 giugno in Belgio e costato circa 15,2 milioni di euro. Il progetto in questione non riguarda assolutamente il treno, bensì il sistema per ottenere l’energia con cui lo stesso viene alimentato. Energia che verrà prodotta tramite 16.000 pannelli solari, posti su un’area di 50.000 metri quadrati, sovrastante il tunnel attraversato dal convoglio. La bontà della scelta in questione, pur in presenza di motrici energivore che corrono su un’infrastruttura altamente impattante, è costituita dal fatto di produrre in loco l’energia, con conseguente riduzione delle perdite di trasmissione e naturalmente di produrla attraverso fonti rinnovabili. Tirando le somme, si tratta senza dubbio di due progetti entrambi interessanti, ma al momento ben lontani dal palesarsi rivoluzionari o risolutivi dal punto di vista ambientale. E soprattutto non si tratta di 'treni solari' che funzionano grazie ai pannelli fotovoltaici posti sul tetto delle carrozze, come i titoli degli articoli che li hanno pubblicizzati lascerebbero intendere. Il primo concerne un mezzo di trasporto molto innovativo e possiede in nuce le caratteristiche per dimostrarsi ecologicamente migliorativo, ma ha il proprio tallone d’Achille nella necessità di infrastrutture dedicate che comporterebbero enormi impatti ambientali in grado di vanificare l’effetto dei bassi consumi del mezzo. Il secondo sfrutta l’ottima idea di produrre l’energia laddove questa viene consumata, oltretutto attraverso fonti rinnovabili, ma disperde in buona parte il risultato, applicandola ad energivori ed impattanti motrici ad alta velocità che rappresentano la negazione di qualunque principio ecologico. Niente treni solari, dunque, ma solamente progetti per alimentare tramite l’energia solare ed eolica, nuovi e vecchi treni, così come potrebbero venire alimentate allo stesso modo un’acciaieria, una TV al plasma o una vetrina illuminata da lampade alogene, senza per questo farle diventare 'solari' o diminuire in termini assoluti il loro consumo. Dal Blog di Marco Cedolin

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