Se le vacanze diventano antimafia e "pizzo-free"

Dall'iniziativa 'E!State liberi!' alle vacanze 100% pizzo-free, prende piede una particolare forma di turismo etico e responsabile per trasformare le proprie vacanze in uno strumento concreto di lotta alla mafia.

Se le vacanze diventano antimafia e
Mare, paesaggi mozzafiato, buon cibo, arte, cultura, agricoltura biologica, formazione. E antimafia. Il tutto in una vacanza. Sono diverse le proposte per chi quest'anno vuole trasformare le proprie vacanze in uno strumento di lotta alla mafia. Ad esempio con l'iniziativa E!State liberi! dell'associazione Libera, nomi e numeri contro le mafie, è possibile fare un'esperienza di lavoro, di volontariato e di formazione civile prendendo parte ai campi di lavoro sui terreni confiscati alle mafie, sparsi in tutto lo stivale, e gestiti dalle cooperative sociali di Libera Terra. Sono tante infatti le cooperative impegnate in questi progetti che accolgono ogni anno più di 5000 ragazzi provenienti da tutta Italia e dal mondo. Le attività spaziano dalla produzione di prodotti biologici di qualità come vino, pasta, farina, olio, legumi e marmellate, alla manutenzione e riqualificazione di beni immobili. Non solo lavoro. L'esperienza nei campi di lavoro prevede infatti tre diverse forme di attività: il lavoro agricolo o attività di risistemazione del bene, un momento di approfondimento e formazione attraverso seminari e confronti con i familiari delle vittime di mafia, con le istituzioni e con gli operatori delle cooperative sociali e infine l'incontro con le comunità locali attraverso l'organizzazione di incontri, festival e mostre. Delle 'palestre di cittadinanza', come le definisce Don Luigi Ciotti, dove si impara attraverso il lavoro quotidiano che democrazia e giustizia sociale si fondano, soprattutto, sulla cooperazione e l'impegno di ciascuno. Non mancano poi le proposte per le più classiche delle vacanze. Con Addiopizzo Travel, la costola dell'associazione Addiopizzo che applica la strategia del consumo critico contro il pizzo al settore del turismo, è possibile vivere da protagonisti un entusiasmante percorso di riconquista del territorio e allo stesso tempo dare un contributo concreto a un circuito di economia pulita. Il tour 100% pizzo-free prevede infatti soggiorni presso strutture ricettive che non pagano il pizzo, l'utilizzo di servizi di ditte iscritte alla lista di Addiopizzo e visite alle aziende sorte sui terreni confiscati alla mafia. Un pacchetto che integra impegno civico a cultura, arte e natura. Ripercorrendo idealmente le tappe che hanno segnato il cammino della lotta a Cosa Nostra, si passa per le piazze, le chiese, i monumenti del centro storico di Palermo fino alle incantevoli spiagge di Mondello, guastando le prelibatezze della gastonomia siciliana in ristoranti che hanno detto no alle estorsioni. Una tappa a Capaci, sul luogo in cui il giudice Giovanni Falcone, insieme alla moglie e ai membri della scorta, persero la vita nell’attentato del 1992, e poi ancora a Partinico, dove ha sede Tele Jato, una piccola tv diretta da Pino Maniaci e nota per le sue campagne di informazione e denuncia contro Cosa Nostra. A Cinisi, si ripercorrono i 'cento passi' di Peppino Impastato, il giovane attivista politico e animatore di Radio Aut assassinato dalla mafia nel ’78. Un salto nel delizioso borgo di Cefalù, e a Caccamo, sede della prima esperienza di consumo critico a sostegno delle vittime del pizzo e infine Corleone, dove oggi hanno sede diverse aziende agricole di Libera Terra e il CIDMA (Centro di Documentazione sulle Mafie e del Movimento Antimafia). Attraverso questo speciale tour si ricostruisce, tassello dopo tassello, non solo la storia della mafia, ma anche quella dell’impegno antimafia attraverso il racconto diretto dei suoi protagonisti, di chi ha fatto nascere da questa battaglia i presupposti per nuovo modello di sviluppo economico e culturale, sotto il segno della legalità. Una battaglia tuttora in corso, e che, sia chiaro, si vuole vincere.

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