“Via d’acqua”: altro cemento a Milano

Un enorme canale cementizio attraverserà la parte ovest di Milano per portare acqua dal canale Villoresi al sito espositivo di Expo 2015. Opera dai costi esorbitanti criticata dagli ambientalisti, dai cittadini e dalle associazioni della società civile. Ma prevale la logica del business per pochi.

“Via d’acqua”: altro cemento a Milano

Fervono i lavori per Expo 2015 a Milano e in capo a una persona si sono concentrati i poteri dati dalla funzione di commissario straordinario del Governo. E procede anche il progetto dell’opera tanto contestata, quella cosiddetta “Via d’acqua” che, sotto forma di canale di cemento, procederà da nord a sud nella parte ovest di Milano per portare acqua dal canale Villoresi al sito espositivo per poi uscirne e raggiungere il Naviglio Grande a San Cristoforo. Per giustificarne la realizzabilità malgrado le critiche durissime arrivate da più parti la si è  definita “strategica”, «ma in realtà serve a ben poco, fa tanto male e costa molto: queste opere avranno un impatto devastante su territori protetti e tutelati come il Parco delle cave, il Parco di Trenno ed il Boscoincittà» hanno spiegato i responsabili di Fiab Milano. Associazioni e comitati di cittadini hanno invano proposto un’alternativa di tracciato attraverso l’utilizzo di rogge e fontanili già esistenti; su questo è stata portata avanti una grande battaglia da Italia Nostra, proprio per contenere l’impatto ambientale. Poi molti altri hanno chiesto la rinuncia tout-court alla realizzazione dell’opera.
«Abbiamo messo a disposizione di tutti la sequenza di resoconti e documenti che evidenziano perplessità , dissensi, suggerimenti espressi anche in sedi istituzionali, come il  Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici e la Sopraintendenza ai Beni Architettonici e Ambientali ed una Proposta di Variante che riprendendone indicazioni paesaggistiche al limita i danni dell’opera – spiega Italia Nostra -  La proposta di variante curata dalla Sezione con il Centro Forestazione Urbana è stata confermata nella fattibilità idraulica dai docenti di costruzioni idrauliche del Politecnico di Milano. Italia Nostra, fin dal concretizzarsi del progetto della Via d’Acqua, quando si era delineata la non volontà di utilizzare o valorizzare il reticolo idraulico naturale e artificiale esistente sul territorio a favore di una soluzione con tracciato nuovo invasivo e prepotente nel progettato taglio dei Parchi, aveva espresso il suo parere negativo sull’opera così proposta. Il tracciato della Via d’Acqua (canale piste ciclabili e terrapieni avranno larghezza tra gli 8 e i 15 metri) rappresenta una barriera, una ferita, un ingombro».
E quaranta milioni di euro se ne andranno così…

La Colata
Salviamo il Paesaggio

Commenti

Barriera ferita e ingombro sarà ancor più il demenziale progetto di riesumare i vecchi navigli. Appena si vedrà buttare all'aria le strade, saranno tutti No canal. Milano città d'acqua è retorica quanto la Roma imperiale di Mussolini. La mobilità dolce di navigazione e pista ciclabile può devastare non meno di quella amara dell'alta velocità
klement, 05-03-2014 11:05

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