Caccia, WWF: “Chiuso un altro anno orribile”

In un Paese che dovrebbe essere la culla della biodiversità, le Regioni non rispettano le indicazioni europee per la tutela della fauna selvatica. Il giudizio generale sulla stagione venatoria che si chiude il 31 gennaio per il WWF è del tutto negativo.

Caccia, WWF: “Chiuso un altro anno orribile”
A chiusura della stagione venatoria il WWF Italia ricorda come le Regioni non applichino le norme europee a tutela della fauna selvatica, in vigore in Europa dal 1979 e finalmente norme di legge anche in Italia dallo scorso luglio, con l’approvazione dell’art. 42 della 'legge comunitaria'. Per questo il WWF Italia (con Lav, Lipu, Legambiente, Enpa, Animalisti italiani, Lac) ha promosso numerosi ricorsi contro i calendari venatori regionali del 2010/11. Al tema della caccia in Italia si è interessato recentemente anche Jonathan Franzen, lo scrittore statunitense annoverato tra i venti più grandi scrittori del XXI secolo dal New Yorker, che è anche un appassionato birdwatcher. Lo scorso marzo è arrivato in Italia, seguendo il suo amore per gli uccelli, e il suo viaggio è diventato un articolo di otto pagine pubblicato a luglio sul New Yorker. Emptying the Skies è il titolo, Svuotando i cieli, un j’accuse diretto ed inequivocabile contro la pratica e la cultura della caccia, che nell’articolo liquida come “pratica culturale molto antica” e oggi completamente anacronistica. Jonathan Franzen ha rilasciato un’intervista esclusiva al WWF pubblicata sul dorso di Ecomondo ora in edicola con il settimanale Vita e a febbraio la potremo leggere su Panda, la rivista dei soci WWF. Nell’articolo lo scrittore cita più volte il lavoro di Anna Giordano, storica attivista WWF conosciuta per la sua difesa dei rapaci contro i bracconieri dello stretto di Messina, e parla dell’impegno delle guardie volontarie del WWF, in particolare del nucleo di Salerno ed il lavoro e la passione di tutti quelli che si battono quotidianamente per la difesa della natura e degli animali selvatici. Proprio Anna Giordano organizza il campo di vigilanza sullo stretto di Messina, per impedire gli spari contro i rapaci che in migrazione passano su questo tratto di mare, ormai da trent’anni. Parte infatti l’11 aprile il ventottesimo campo internazionale per la protezione dei rapaci e le cicogne in migrazione sullo Stretto di Messina organizzato da WWF Italia, Associazione Mediterranea per la Natura e NABU (D) I dettagli sul campo sul sito www.migrazione.it . Tra aprile e maggio inoltre nella zona di Salerno e Ischia una nuova edizione del campo di vigilanza anti bracconaggio. L’impressione sconfortante che il grande scrittore americano ha avuto del modo in cui in Italia tuttora si pratica la caccia è condivisa dal WWF. Il giudizio generale sulla stagione venatoria che si chiude il 31 gennaio (tranne che nel Lazio dove le doppiette potranno sparare fino al 10 febbraio!) per il WWF è  del tutto negativo. “Una condotta irresponsabile quella tenuta dai Governi regionali in materia di caccia, spesso sostenuta da atti illegittimi a danno del patrimonio naturale nazionale ed internazionale, tante sono le specie migratrici che attraversano o sostano nel nostro Paese. Un'urgenza della quale la Conferenza Stato Regioni deve immediatamente farsi carico per ricondurre l'esercizio dell'attività venatoria nell'alveo della legalità”, ha dichiarato Raniero Maggini vice Presidente WWF Italia. Le Regioni non hanno applicato la nuova legge (art. 42 Legge 96/2010 'Legge comunitaria 2009') che ha modificato la legge quadro sull’attività venatoria (Legge 157/1992) e recepito finalmente i principi fondamentali della direttiva 'Uccelli' (che risale al 1979) rispondendo anche a diverse e pesanti procedure di infrazione comunitaria aperte contro l’Italia, prevedendo per il nostro Paese nuovi e stringenti obblighi per la tutela della fauna e per la regolamentazione della caccia: l’obbligo, da parte dello Stato ed ancor più delle regioni (che approvano i calendari venatori), di vietare la caccia nei periodi di particolare delicatezza per gli uccelli selvatici ( riproduzione e migrazione ) e l’obbligo di mantenerne o riportarne le popolazioni ad uno 'stato di conservazione soddisfacente'. In sostanza le Regioni avrebbero dovuto ridurre la stagione di caccia e proteggere molte specie di uccelli, prima cacciabili. La stagione di caccia che ora si chiude avrebbe potuto essere la prima di un 'new deal' in cui l’Italia avrebbe dovuto iniziare a 'riempire i cieli' ed abbandonare molte delle modalità barbare ed anacronistiche della caccia italiana. Le Regioni, invece, non hanno rispettato la nuova legge, non hanno tenuto conto dell'importante documento dell’ Ispra  'Guida per la stesura dei calendari venatori ai sensi della legge n. 157/92, così come modificata dalla legge comunitaria 2009, art. 42', inviato a tutte le Regioni il 29 luglio scorso; non hanno ascoltato le richieste del WWF e di decine di altre associazioni ambientaliste ed animaliste che a giugno hanno inviato puntuali note a tutte le Regioni e Province autonome italiane ed ai Ministri competenti, segnalando l’obbligo di ridurre la durata della stagione venatoria e il numero delle specie cacciabili, in ottemperanza delle modifiche apportate alla legge 157/1992 dalla 'legge Comunitaria 2009'. Secondo ISPRA, salvo qualche eccezione, la caccia in Italia dovrebbe aprirsi il 1° ottobre e chiudersi al massimo il 20 gennaio; molte specie andrebbero sospese dai calendari venatori; per molte altre, la caccia potrebbe essere autorizzata solo in presenza di piani di gestione adeguati. “Ci appelliamo al senso di responsabilità dei governi regionali e dei ministri, in particolare dell’Ambiente e dell’Agricoltura, affinché la nuova legge apra una stagione di tutela della natura e rispetto delle regole anziché di nuove infrazioni e pesanti contenziosi”. Così concludeva la nota inviata dalle associazioni alle Regioni a giugno prima che approvassero i calendari venatori. Il senso di responsabilità e rispetto delle leggi è invece risultato davvero scarso, tanto che abbiamo dovuto ricorrere al giudice amministrativo per molte regioni che in diversi casi ha messo in discussione gli atti regionali. Vediamo nel dettaglio il comportamento delle regioni. La Calabria ha emanato un calendario venatorio illegittimo, sospeso dal Tar su ricorso WWF ed altre associazioni, e riapprovato tal quale a quello che il giudice amministrativo aveva ritenuto non conforme alle norme europee, con un articolo inserito nella legge finanziari regionale, impedendo così anche la possibilità di andare nuovamente dinanzi al giudice! La regione Lazio è andata anche oltre, perché ha risposto ad una parziale sospensione da parte del Tribunale amministrativo del calendario venatorio (sempre su ricorso delle associazioni) con una nuova delibera che ha prolungato la caccia al 10 febbraio. Non molto meglio la Toscana, che ha approvato la Legge regionale sull’uso dei richiami vivi (riapprovata nonostante che la precedente, identica, era stata annullata mesi fa dalla Corte Costituzionale), per la quale il WWF ha chiesto ed ottenuto dal Governo l’impugnazione della legge dinanzi alla Corte Costituzionale. Così come il Governo ha dovuto ricorrere alla Corte Costituzionale per l’Abruzzo contro la legge regionale 39/2010 che aveva approvato il calendario venatorio. Stessa sorte per la Liguria che ha approvato una legge che prolunga illegittimamente l’orario di caccia dopo il tramonto (L.R. 29.9.2010 n. 15) dopo che la Corte Costituzionale aveva già bocciato una misura analoga, in violazione della legge nazionale numero 157 del 1992. Anche in questo caso il WWF (con altre associazioni) ha richiesto l’impugnazione al Governo e questo l’ha accolta; una legge che elimina il divieto di caccia nelle aree contigue ai Parchi e ne modifica l’iter di perimetrazione, in violazione della legge sui parchi e sulla caccia. Il WWF (con altre associazioni) ha richiesto l’impugnazione al Governo e proprio oggi apprendiamo che anche questa legge dovrà andar al vaglio della Consulta. È stato fatto anche un ricorso al Tar Liguria contro una decisione della provincia di Genova che autorizza, illegalmente, la caccia agli ungulati anche sui terreni innevati fuori zona Alpi. Tra le peggiori in questa brutta graduatoria vanno poi segnalate: Lombardia, Sardegna, Veneto e Sicilia. Lombardia: oltre ad aver emanato una calendario venatorio con legge (fatto illegittimo stigmatizzato anche dall’Unione europea) che ci ha impedito un ricorso diretto al Tar, ha approvato una legge regionale sui 'richiami vivi', che andrà ad alimentare l’ormai copioso e pesante contenzioso Stato-regioni sulla tutela della fauna dinanzi alla Corte Costituzionale, poiché anche questa legge è stata recentemente impugnata dal Governo. E solo grazie all’immediata mobilitazione del WWF e di tanti cittadini che hanno a cuore la legalità e gli animali possiamo vantare uno 'scampato pericolo' per la caccia in deroga ai piccoli uccelli protetti dall’Europa. Nonostante diverse sentenze della Corte costituzionale e della Corte di giustizia Europea (l’ultima di condanna della Lombardia e molte altre regioni italiane è del 18 luglio) ed il parere negativo dello stesso ufficio legislativo della Regione, già da giugno si era ricominciato a discutere in Regione di una nuova legge sulla 'caccia in deroga', ovviamente del tutto illegittima. Il WWF Lombardia si è subito attivato con diffida, comunicati ed altre iniziative, che hanno bloccato le iniziative della Regione che non ha approvato la proposta. La Regione Veneto ha quest’anno superato ogni limite per mancanza di rispetto delle norme italiane ed europee, e persino di condanne del giudice comunitario. Non paga di avere emanato uno dei peggiori calendari venatori ha approvato per l’ennesimo anno la 'caccia in deroga', nonostante numerose condanne della Corte di Giustizia Europea (l’ultima dell’11 novembre 2010 ) ed annullamenti da parte della Corte costituzionale. “Siamo di fronte ad una vera barbarie istituzionale - ha dichiarato …. “ che ha incrementato il massacro di milioni di piccoli volatili che in tutti gli altri paesi europei sono rigorosamente protetti e quando arrivano sui nostri cieli vengono sterminati”. In questa sorta di 'olimpiadi' dell’illegalità venatoria un podio spetta anche alla Sardegna: piuttosto che lavorare per risollevare le sorti economiche di una delle più belle isole del Mediterraneo, vero scrigno di biodiversità, il legislatore sardo trova il tempo per approvare una legge che consente la caccia per tutto febbraio: l’illegittimità è totale, per la violazione delle legge nazionali ed europee (come già sancito da una sentenza della Corte Costituzionale del 2002, con cui la Corte ha annullato per illegittimità costituzionale di una legge regionale della Sardegna di identico contenuto), perché la caccia a febbraio costituisce una grave violazione dei principi di conservazione e tutela della fauna selvatica, non garantendo la tutela di molte specie migratorie e mettendo in serio pericolo l’inizio della fase riproduttiva e nidificatoria di alcune specie. Ultimo esempio negativo la Sicilia che, in un’assurda sequela di provvedimenti (quasi 10 da giugno ad oggi), l’uno in contraddizione con l’altro, di sentenze del Tar di annullamento, di pareri scientifici di Ispra che inequivocabilmente dice che in quelle aree la caccia è del tutto incompatibile, ha consentito anche la caccia in alcun zone di altissimo valore naturalistico protetti dall’UE, come i Pantani Sicilia sud-orientale. Una sola buona notizia da segnalare: lo scorso 31 dicembre la Provincia di Trento ha approvato il piano faunistico che sospende la caccia alla pernice bianca come più volte sollecitato dal WWF, visto l’esiguo numero di coppie che ormai vivono nell’arco alpino. Tutto questo avviene in un Paese che dovrebbe essere la 'culla' della biodiversità, dove la caccia è considerata inaccettabile da quasi il 60 per cento delle persone (come emerso dai dati Eurispes nel rapporto 'Italia 2011') , dove il fenomeno del bracconaggio non regredisce ed in alcune aree è persino fonte di lucrosi guadagni della criminalità organizzata e non risparmia neanche animali rarissimi come le cicogne e le gru; dove nella 'verde e santa' Umbria è stata ucciso e poi mutilato un lupo ai fini di un messaggio intimidatorio; dove è necessario ancora che il WWF tenga campi antibracconaggio come quello sullo Stretto di Messina e quello curato dalle guardie volontarie WWF a Salerno e Ischia.

Lascia un commento


Per lasciare un commento, registrati o effettua il login.