Stop a Corcolle: “l'emergenza rifiuti non si risolve in discarica”

Il WWF accoglie con favore lo stop alla discarica di Corcolle e apprezza l’atto di responsabilità del Prefetto Pecoraro nel rassegnare le proprie dimissioni da Commissario. “Il vero problema non è la creazione di una nuova discarica, che non potrà mai risolvere l’emergenza rifiuti".

Stop a Corcolle: “l'emergenza rifiuti non si risolve in discarica”
Il WWF accoglie con favore lo stop alla discarica di Corcolle e apprezza l’atto di responsabilità del Prefetto Pecoraro nel rassegnare le proprie dimissioni da Commissario, così come l’Associazione aveva peraltro chiesto. Ma se i compiti assegnati al nuovo commissario saranno gli stessi, non riusciremo comunque a risolvere il problema, perché l’emergenza rifiuti non si risolverà mai con una discarica. “Il vero problema non è la creazione di una nuova discarica, che non potrà mai risolvere l’emergenza rifiuti, ma è raggiungere entro fine anno il 65% di raccolta differenziata e il 50 % di riciclaggio entro il 2020 – ha detto Stefano Leoni, presidente del WWF Italia – Deve essere questo l’obiettivo dato a qualunque commissario, secondo la linea richiesta dalla stessa Unione Europea, che sta elaborando per i Governi disposizioni e strumenti per eliminare le discariche e favorire riciclaggio, recupero di materia e prevenzione. Commissariare il Lazio per fare le discariche è come nominare un governo tecnico per far aumentare il debito pubblico.” “Il nuovo commissario deve smettere di cercare siti per nuove discariche. Piuttosto deve avviare fin da subito le politiche necessarie per affrontare davvero l’emergenza – ha dichiarato Vanessa Ranieri, presidente del WWF Lazio – Per prima cosa mettendo subito a disposizione le somme necessarie per l’avvio di una seria raccolta differenziata (atto che secondo indiscrezioni, la Presidente Polverini sembra aver garantito al ministro Clini durante uno degli ultimi tavoli istituzionali). In secondo luogo aprendo subito gli impianti di compostaggio tramite la conversione degli impianti di trattamento dei rifiuti (TMB) per la produzione di CDR, operazione fattibile in appena due mesi. E infine attivando un capillare programma di prevenzione che coinvolga attivamente i cittadini nella risoluzione di un’emergenza che può e deve essere evitata molto prima di arrivare in discarica.” Il WWF ribadisce il proprio invito alle Autorità a non commettere errori già verificatesi in altre parti del nostro Paese e a non minare la loro credibilità, promuovendo un programma di interventi basati sui seguenti impegni: - attivazione di un programma di prevenzione stabilendo obiettivi e relative scadenze; - raggiungere il 65% di raccolta differenziata, privilegiando il “porta a porta”; - sostenere l’attività di riciclaggio, finanziando impianti di compostaggio, agevolando la realizzazione di impianti dedicati al recupero di materie come carta, legno, metalli, plastica e vetro; - alzando l’ecotassa per disincentivare il trattamento termico e lo smaltimento; - vincolare l’ecotassa al sostegno delle attività di prevenzione e di riciclaggio. Gli strumenti per vincere la sfida ci sono e funzionano. A Napoli ben otto quartieri sono stati avviati alla raccolta differenziata porta a porta, tra i quali quelli più complessi sotto il profilo socio ambientale. E così, da Scampia a Bagnoli, con la raccolta differenziata porta a porta si è arrivati al 91%, ottenendo un calo della tariffa e strade pulite. Sul fronte opposto, nel Lazio, l’ecotassa a carico dei gestori delle discariche è tra le più basse d’Europa, per un introito di 42 mln euro l’anno. In discarica e negli inceneritori va l’85% dei rifiuti prodotti, pari a 2 mln e 800mila tonnellate annue. Un proficuo investimento per questi operatori in un momento di crisi a totale discapito del bene della collettività in termini di costo ambientale, culturale e soprattutto di salute.

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