Riconvertire l'agricoltura al biologico. Ecco come e perché

"Il 2012 ed il 2013 sono anni cruciali per salvare lo Sviluppo Rurale in Italia. Ed è necessario aprire immediatamente Bandi Agroambientali Regionali con pagamenti adeguati alla riconversione biologica dell'agricoltura". L'agroecologo Giuseppe Altieri ci spiega perché riconvertire l'agricoltura al biologico è una questione d'interesse strategico nazionale, e soprattutto come farlo.

Riconvertire l'agricoltura al biologico. Ecco come e perché
Nella puntata precedente l'agroecologo Giuseppe Altieri ci ha spiegato come l'agricoltura industriale rappresenti la principale causa di inquinamento mondiale, e ci ha svelato i principali meccanismi che sottostanno al consumo del cibo spazzatura. Pubblichiamo ora la seconda parte dell'intervento che il dott. Altieri ha tenuto al Corso ECM di Messina Sicurezza alimentare: Sorveglianza, Ricerca e Informazione. Priorità e criticità nei Programmi Agroambientali regionali a tutela dei diritti inviolabili alla salute e all'ambiente Dal 2007 al 2013 l'Europa ha stanziato 200 miliardi di euro per lo Sviluppo Rurale, atti a pagare i servizi ecologici forniti dagli agricoltori e sostenerne gli investimenti, in tal senso prioritari. Oltre ai premi PAC (sostegno ai redditi), altri 300 miliardi ancor oggi utilizzati, tra l'altro, per allevamenti industriali in base al numero di animali: una vera follia! Con conseguente 'suicidio di massa' per troppe carni industriali. Pagamenti Agroambientali prioritari ed obbligatori per gli agricoltori-allevatori biologici, atti a compensare mancati ricavi (produzioni non 'gonfiate' con la chimica), maggiori costi (tra cui manodopera), più il 20% per la transazione Biologica. Ma le regioni non applicano correttamente le norme comunitarie, erogando al Biologico pagamenti inferiori a quanto previsto dalle norme, con ritardi di anni, non sostenendo la bio-riconversione delle aree intensive, dove si usa la maggior parte della chimica, fortemente raccomandata dall'UE per ottenere un vero risultato agroambientale. Soprattutto, quasi tutte le regioni regalano soldi per fittizie riduzioni di input chimici, non controllabili (Corte dei Conti UE, Nota n. 3/2005), denominate impropriamente “Agricoltura Integrata”. Senza obblighi di 'sostituzione' dei pesticidi con mezzi biologici (oggi ampiamente registrati al commercio e, pertanto, sottoposti a prove di efficacia), come prevede la decisione CE 30-12-1996 sull'Agricoltura Integrata, secondo la quale i mezzi chimici si possono impiegare solo se le eco-alternative non sono sufficienti. Si sperperano così enormi risorse per acquistare pesticidi, secondo Disciplinari anacronistici e non scientifici che permettono interventi chimici superiori alla normale pratica degli agricoltori. Una truffa comunitaria che ha bloccato lo sviluppo del biologico in Italia, incrementando il mercato dei pesticidi e disseccanti chimici (Glifosate), anche su colture prima non trattate, come il Grano. Con tutte le conseguenze sulla salute trattandosi della base dietetica nazionale. Pagamenti a risultato negativo, contro cui sono stati avviati ricorsi amministrativi (Umbira, Marche, Toscana e Campania) dopo un esposto alla Corte dei Conti dei Bioagricoltori Umbri nel 2000. Ad esempio, nel 2010 la Regione Umbria ha aperto un bando di pagamenti per riduzioni di diserbi sul Tabacco, da 3/4 presunti a 2 (quando sulla coltura si impiega in media un solo diserbo) e per presunte riduzioni di impiego di fungicidi chimici, non controllabili. Così il Tabacco chimico ottiene contributi doppi del Biologico. E non si spiega come possa essere stato approvata dalla Commissione UE che troppo spesso 'copre' il lavoro scorretto delle regioni, puntualmente censurato dalla Corte dei Conti e in servizi televisivi nazionali come Ambiente Italia (2001) e Report (Rai 3): "Ipocrisia di Stato", "Come Bio comanda". Ad oggi in Italia abbiamo speso solo il 30% dei 25 miliardi disponibili nei PSR 2007-'13. Soldi che rischiamo di perdere anche per la futura programmazione 2014-'20, per mancata volontà di riconversione biologica dell'Agricoltura da parte delle Regioni. È urgente, pertanto, un Piano Nazionale Agroambientale, supportato da Esperti Agroecologi e dai portatori di interesse del biologico, scavalcando se necessario le Regioni, in quanto Ambiente e Salute (Art. 9 e 32 della Costituzione Italiana) sono diritti inviolabili tutelati dallo Stato e non delegati. Con i soldi disponibili è possibile riconvertire al biologico quasi tutta l'agricoltura italiana. Piano di riconversione biologica dell'agricoltura italiana (evitando distrazione di fondi verso l'Agricoltura Integrata) - Seminativi avvicendati, Cereali e leguminose da granella: 3.000.000 Ha x 400 €/ha in media di pagamento agroambientale = 1,2 Miliadi di €  - Mais 800.000 ha x 600 €/ha = 0,5 miliardi di €  - Olivi: 1.000.000 ha x 500 €/ha = 0,5 Miliardi di € - Vigneti: 700.000 € x 700 €/ha = 0,5 miliardi di € - Frutteti: 400.000 ha x 1.500 € /ha = 0,6 miliardi di € - Orticoltura: 200.000 ha x 2.500 €/ha = 0,5 miliardi di € - Prati avvicendati, Pascoli e Prati Pascoli 3.500.000 di ha x 100 € ha = 0,35 miliardi di € Avanzano anche fondi per il Tabacco Biologico: 20.000 ha x 5.000 €/ha  = 100 milioni di € Totale di spesa prevista: 4 miliardi di € all'anno Aggiungiamo 400 € per unita bovina adulta (UBA) biologica (corrispondente a 3 maiali, 7 pecore, 100 galline, ecc) x 3.000.000 di UBA = 1,2 miliardi di € La Certificazione Biologica dal 'processo' al 'prodotto': il diritto a non essere inquinati L'Europa rimborsa le spese di biocertificazione (3.000 € per azienda), per cui è ora di interrompere il conflitto di interesse 'produttore che paga l'ente di certificazione' con doppia burocrazia inutile. Siano le regioni a pagare i controllori, rafforzando ispezioni ed analisi dei residui chimici. Con tolleranza zero, poiché l'agricoltore biologico ha diritto a non essere inquinato dai vicini che usano la chimica, i quali devono mantenere la “deriva dei pesticidi all'interno delle loro proprietà”. Oggi i certificatori chiedono ai produttori biologici di buttare i raccolti lungo il confine, contaminati dalla deriva chimica. Una vera e propria "Inversione del Diritto", che molti cittadini e associazioni stanno cercando di sanare con denunce ai tribunali civili e penali, per il rimborso dei danni. Alcuni enti di certificazione hanno chiesto di alzare i limiti di residui chimici nei prodotti biologici per rischi di derive. È incredibile che le autorità competenti abbiano concesso la presenza di residui chimici negli alimenti biologici, in quanto il bioconsumatore pretende tolleranza zero. Il recente scandalo delle importazioni di falsi prodotti biologici è la logica conseguenza, mentre i produttori seri vengono danneggiati, nonostante il grande lavoro del sistema di controllo agroalimentare nazionale italiano. Ciò vale anche per l'assurda soglia di 'tolleranza' senza etichettatura di OGM nei prodotti biologici (9 grammi per kg di singolo ingrediente), che consente di importare prodotti 'bio' contaminati accidentalmente da paesi che coltivano OGM o lungo le filiere commerciali e dei trasporti. Un vero e proprio 'cavillo di Troia', che potrebbe aprire in futuro alle coltivazioni di OGM anche in Italia, le quali contaminano irreversibilmente le altre varietà e tutto l'ambiente circostante passando DNA transgenico ad altre specie attraverso il Trasferimento Genico Orizzontale (TGO). Ricordo che gli OGM si diffondono anche e soprattutto attraverso il trasferimento genico orizzontale e non solo con il polline, il che significa che gli OGM oggi importati a scopo alimentare, umano o animale, una volta mangiati diffondono pezzi di DNA transgenico ai batteri intestinali durante la digestione e al terreno con la decomposizione delle feci. Mentre nel sangue di chi se ne nutre si trovano frammenti di DNA e micro-Rna modificati, come dimostrano recenti ricerche cinesi. Compaiono pertanto sempre nuove malattie ed allergie, che non possiamo nemmeno prevedere. Per questo motivo bisogna rispettare l'inviolabilità la memoria genetica di tutti gli esseri viventi, garantita dalla Carta dei Diritti dell'Uomo (Michele Ttirmarchi) e bandire a partire dall'Italia tutti gli OGM (sia sementi che alimenti), prima che il flagello del TGO diventi irreversibile. Secondo l'Istituto Oncologico Ramazzini non esiste 'soglia di tolleranza' medico-scientifica, poiché ogni sostanza estranea al metabolismo umano naturale, provoca rischi ed effetti mutageni, teratogeni e cancerogeni, le cui conseguenze dipendono semmai dalla resistenza immunitaria individuale. Ma non dovremmo essere tutti uguali di fronte al Diritto? È più corretto parlare di soglie di danno accettato e, semmai... di 'Intolleranza'. Laddove i bambini sopportano residui chimici molto più elevati, essendo tarati su un corpo adulto di 60 kg (!) e la legge non considera la sommatoria dei diversi pesticidi presenti in un alimento, cocktail micidiale per la salute umana. Residui accumulati nel corpo per decenni, finche non siamo più in grado di sopportarli. Nonostante il referendum del 1992, per l'abolizione di tale crimine dalle norme di legge. Inoltre, circa 60 OGM vengono importati oggi in Italia, senza autorizzazione dell'organo competente, ovvero il Consiglio dei Ministri UE, che non si è mai espresso a maggioranza qualificata... avranno paura i politici di esporsi per i danni alla popolazione? Ed allora ci pensano i 'tecnici' della 'Commistione' europea, salvo che ogni paese può rifiutarsi di importare e/o coltivare OGM... La politica di Ponzio Pilato. Mentre diversi Enti di Certificazione Biologica si prestano oggi a 'controllare' ciò che non è verificabile, ovvero l'Agricoltura Integrata falsificata, senza obbligo legislativo di fatturazione dei Pesticidi agli agricoltori. Il consumatore è pertanto ingannato dal marchio 'farfallina' (Agricoltura dis-Integrata Toscana), con gli agricoltori prime vittime dei pesticidi. Un brutto esempio d'Etica di fronte al dio denaro. Sarebbe necessario un ricorso alla Corte di Giustizia europea, nei confronti di chi consente una distorsione talmente palese delle norme Agroambientali e Costituzionali dei paesi membri e una Super procura che affronti definitivamente il problema della chimica inutile e tossica in Italia. Dal conflitto alla convergenza di interessi Oggi è facile eliminare i pesticidi ma è difficilissimo liberarsi dei venditori di chimica. Ma, a ben pensare, converrebbe anche ai Consorzi Agrari vendere prodotti per l'Agricoltura Biologica: ci guadagnerebbero molto di più... soprattutto in un regime di corretti Pagamenti Agroambientali agli agricoltori biologici, che sarebbero ben felici di utilizzare prodotti naturali (anche se più costosi) invece della chimica mortale. È necessario avviarsi verso la 'convergenza di interessi', per il bene di tutti, sostenuti dai Pagamenti Agroambientali Europei. Ci pensino bene i responsabili dei Sindacati Agricoli Italiani. Le stesse industrie chimiche del settore hanno chiesto norme più chiare in Italia sulle questioni agroambientali, al fine di poter investire nella diffusione delle tecniche sostitutive dei Pesticidi chimici di sintesi. Cosa aspettiamo? Il 2012 ed il 2013 sono anni cruciali per salvare lo Sviluppo Rurale in Italia. Ed è necessario aprire immediatamente Bandi Agroambientali Regionali con pagamenti adeguati alla riconversione biologica dell'agricoltura, interrompendo la distrazione di risorse verso la Falsa Agricoltura Integrata, concentrando i Pagamenti per il Benessere Animale (oggi sperperati in misure inutili) solo agli allevatori Biologici. È necessaria l'immediata introduzione della prescrizione con ricetta di eventuali interventi chimici sulle coltivazioni (Agricoltura 'Bio-Integrata'), solo in mancanza di tecniche alternative biologiche disponibili e registrate al commercio, ovvero efficaci e pertanto, obbligatorie e prioritarie. Così come prevede il codice deontologico della Professione degli Agronomi, i quali, come tutti i Professionisti, devono prescrivere in primis le tecniche Agroecologiche senza ripercussioni sulla salute e l'ambiente, diritti inviolabili costituzionalmente tutelati, mentre i venditori di Pesticidi Chimici non possono prescrivere gli interventi agli agricoltori, trattandosi di abuso di Professione. L'articolo 41 della Costituzione italiana regola in tal senso l'attività economica, nel rispetto degli interessi collettivi. Provate ad entrare in un consorzio agrario? E per la prossima programmazione europea è necessario riconoscere il ruolo dell'agricoltura nella fissazione e riduzione dei Gas Serra, secondo quanto previsto dal protocollo di Kyoto, con il calcolo dei crediti di carbonio e di compensi specifici per gli agricoltori che incrementano l'humus nei terreni, riducono il consumo di energia non rinnovabile e aumentano la biodiversità aziendale, reintroducendo siepi, consociazioni colturali e aree vegetazionali indisturbate, nel rispetto dell'Art. 44 della nostra Costituzione, unica al mondo a tutelare la fertilità dei terreni per le generazioni future. Dobbiamo ridurre di almeno il 70% gli animali allevati al mondo. Immediatamente. In Italia, invece di allevare 10 milioni di Unita Bovine Adulte equivalenti, ne bastano 3 milioni in allevamenti biologici, eliminando l'importazione di milioni di tonnellate di OGM e Mangimi, ad alto rischio di micotossine e residui chimici. Rimarrebbero a disposizione degli italiani ancora 500 grammi di carne procapite alla settimana, allevata al pascolo naturale. E qualcosa in più, sotto forma di latte o formaggi. Più un pò di pesce fresco pescato dai mari che ci circondano. Se proprio non vogliamo diventar vegetariani. Torniamo alla tradizione agroecologica e all'artigianato dei nostri maestri dei campi e del vino, del grano e del pane... a un giusto prezzo. La Madre Terra ha risorse abbondanti per tutti i propri figli, ma non sufficienti per l'avidità dei pochi che non la rispettano, in nome del dio denaro e del potere più stupido che si possa immaginare: quello di far del male agli altri. Negli ultimi 70 anni abbiamo avuto più morti di cancro ed avvelenamenti di tutte le vittime delle guerre della storia umana. LEGGI LA PRIMA PARTE DELL'INTERVENTO DI GIUSEPPE ALTIERI

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