Il giappone, gli incidenti nucleari e il destino beffardo

Il destino è beffardo, persino crudele. Associare la parola nucleare alla parola Giappone fa veramente effetto... Proprio l'unico paese (fino ad oggi) colpito da bombe nucleari, infatti, si è imbottito di centrali. Nonostante sia da sempre uno dei luoghi più sismici del pianeta. La storia proprio non sembra insegnare.

Il giappone, gli incidenti nucleari e il destino beffardo

Il destino è beffardo, persino crudele. Le emozioni di questi giorni e queste notte sono confuse, contrastanti, dolorose.

Solidarietà e sgomento per i 10.000 morti annunciati dai media. Paura e timore per i danni alle centrali nucleari. Riflessioni sulla storia che si ripete.

Associare la parola nucleare alla parola Giappone fa veramente effetto... Proprio l'unico paese (fino ad oggi) colpito da bombe nucleari, infatti, si è imbottito di centrali. Nonostante sia da sempre uno dei luoghi più sismici del pianeta.

La storia proprio non sembra insegnare. Come hanno potuto installare le centrali dopo quanto accadde nella seconda guerra mondiale? Sì, è beffardo il destino. Beffardo e crudele.

Intanto in Italia si riconferma la regola che il nostro è il paese in cui tutto cambia senza che cambi niente. Come negli anni '80, infatti, assistiamo sgomenti ad un incidente nucleare. E come negli anni '80 siamo chiamati a bocciare con referendum una legge che vuole portare le centrali anche in casa nostra.

Potrei scrivere intere pagine su questi temi, ma non voglio dilungarmi. Preferisco rimandarvi alla lettura dei molti articoli pubblicati sulle nostre pagine in questi giorni.

Vi segnalo in particolare due articoli pubblicati questa mattina:

Il Giappone, le centrali nucleari sicure e gli apprendisti stregoni: Presidenti, capi di governo, ministri, parlamentari, capi delle multinazionali, scienziati: loro e le loro sicurezze, i loro calcoli, i loro studi, la loro tecnologia... Ma non doveva essere un caso su milioni che si verificassero eventi del genere? Perchè correre questi immensi rischi per qualcosa di così facilmente sostituibile?

L'abbraccio nucleare è un abbraccio di morte: Un abbraccio, quello nucleare, sempre più stretto e sempre più invisibile, un abbraccio che si può continuare a far finta non esista, in quanto non menzionato da giornali e TV, ma le corsie degli ospedali non hanno bisogno di telecamere e taccuini, per essere annoverate come parti della realtà.

Ti saluto invitandoti a confortare con tutto il tuo amore le migliaia di vittime giapponesi. Una per una. Non possiamo nemmeno immaginare che cosa stia accadendo in quel lontano paese. Ma possiamo mandare il nostro amore e la nostra compassione. Non ho scelto a caso queste due parole. So bene che la parola "amore" è banalizzata e inflazionata. Ma rappresenta anche l'unica forza in grado di lenire la sofferenza e il dolore che tutto travolge in questi momenti. La parola "compassione", invece, è spesso usata a sproposito, ma il suo significato autentico è profondo e quanto mai attuale. Compatire, infatti, non significa provare pena, ma immedesimarsi, comprendere autenticamente l'altro.

Amore e compassione, quindi. Non serviranno purtroppo a cambiare le cose, ma ci renderanno un po' più umani, un po' più veri.

A presto

Daniel Tarozzi

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