Benetton vs Mapuche: united colors of oppression

Sono note da tempo le controversie fra il colosso dell’abbigliamento Benetton e le famiglie di Mapuche che non hanno intenzione di spostarsi dalle proprie terre di origine. Parte di queste terre è rivendicata dal popolo Mapuche che, costretto a vivere in una striscia di territorio sovraffollato, da anni si batte per liberarsi dall’ingombrante ospite italiano.

Benetton vs Mapuche: united colors of oppression
Per chi sta dalla parte dei Mapuche e di chi, in generale, ha meno mezzi per difendersi dalla prevaricazione dei potenti non è una bella notizia: il mese scorso un tribunale della Patagonia argentina ha ingiunto alla comunità Mapuche-Tehuelche di sgombrare i 534 ettari di terra su cui si era insediata. La legittima proprietaria dei terreni in questione è appunto la società Tierras del Sur Argentino SA del gruppo Benetton. Una pronuncia che, a livello nazionale, contrasta la Costituzione argentina che prevede, all’art. 75, par. 17, che “siano riconosciuti i diritti degli indigeni al possesso e alla proprietà delle terre occupate tradizionalmente”. Diritti ribaditi dall’art. 34 della Costituzione provinciale del Chubut, la zona dell’Argentina meridionale in cui si trovavano le comunità interessate: si tratta di terre “inalienabili, intrasmissibili e insuscettibili di oneri”. Anche il diritto internazionale sembrerebbe non legittimare la decisione di questo tribunale: agli artt. da 13 a 19 della Convenzione dell’Organizzazione internazionale del lavoro n. 169 del 1989, sottoscritta anche dall’Argentina, si stabilisce infatti che “i diritti di proprietà e di possesso sulle terre che questi popoli abitano tradizionalmente devono essere loro riconosciuti”. La pronuncia di sgombero nei confronti dei Mapuche che devono cedere le loro terre a Benetton è alquanto grave soprattutto se è vero che “l’ordinamento giuridico, a livello sia internazionale che nazionale, appare tendenzialmente sempre più orientato alla garanzia dei diritti degli indigeni”, come riportato nel libro I diritti dei popoli indigeni curato dal giurista internazionale Fabio Marcelli. “Non si tratta solo di giustizia - afferma Marcelli dalle pagine del suo blog sul fattoquotidiano.it - ma anche dell’interesse a uno sfruttamento ambientalmente più sano delle terre e alla loro finalizzazione alla realizzazione della sovranità alimentare delle popolazioni che li abitano”. La 'nostra' Benetton è in Argentina uno dei più grossi proprietari terrieri, il più grande latifondista, in quanto padrona di un territorio in cui pascolano 280 mila pecore. Queste ultime, allevate in modo così intensivo, brucando sui territori delle popolazioni indigene forniscono circa il 10 per cento del fabbisogno del gruppo, ossia oltre 6 mila tonnellate di lana. Si dice addirittura che Benetton possa attraversare tutta la Patagonia senza mai uscire dai suoi terreni. Gli indigeni Mapuche non possono più tollerare le recinzioni che sorgono fra i loro appezzamenti, o gli ostacoli che trovano anche nell’accesso all'acqua. Un problema non da poco, legato sia allo svolgimento delle loro attività che alla conduzione di una vita decorosa. È impossibile pascolare il bestiame senza imbattersi in divieti e fili spinati, ed è doppiamente assurdo per un popolo che praticamente non conosce la proprietà terriera. “Noi sappiamo di appartenere alla Terra, c'è chi crede che la terra gli appartenga”, affermano i Mapuche. Nonostante le frequenti dichiarazioni di Carlo Benetton, plenipotenziario per l'Argentina, tipo “andiamo via, non conviene più, qui costa troppo, se restiamo è solo per ragioni sentimentali", resta un mistero il motivo per cui il colosso 'padano' non sembra volersi schiodare dalle terre dei Mapuche. C’è chi dice sia per lo spazio dedicato all’allevamento intensivo del bestiame, o chi ritiene che ci siano ricchezze minerarie che ancora non sfruttate. Sta di fatto che i problemi non mancano per il marchio trevigiano. Le perdite in termini di immagine sono già state ingenti. Senza considerare le decine di controversie con gli enti locali, in particolare con il comune di El Maiten, un villaggio di 4 mila abitanti il cui intendente, Miguel Guajardo, non è mai riuscito a digerire la 'soberbia' degli italiani. Fra i vari motivi, l’atteggiamento arrogante della multinazionale che, già alla fine degli anni '90, non volle pagare 100 mila dollari di tasse arretrate. Sono milioni nel mondo gli indigeni ed i contadini costretti alla miseria e all’urbanesimo dalla gestione di latifondi che creano contemporaneamente danni alle popolazioni locali ed ingenti profitti per le multinazionali. E pensare che, nonostante alcuni tribunali prendano le parti delle corporation transnazionali, per l’art. 15, par. 1 della Convenzione dell’Organizzazione internazionale del lavoro n. 169 del 1989: “Devono essere salvaguardati in modo speciale i diritti dei popoli interessati alle risorse naturali delle loro terre. Questi diritti comprendono, per questi popoli, la partecipazione all’utilizzo, alla gestione ed alla conservazione di queste risorse”. Ne sono consapevoli i Mapuche. Non perché sappiano a memoria gli articoli delle (forse inutili) convenzioni internazionali, ma perché l’amore per la propria terra e l’indisposizione a farsi piegare da chi non li vuole padroni a casa loro è inscritta nel loro dna. La portavoce delle comunitá Mapuche, Rosa Rua Nahuelquir, lo ha ribadito più volte: “Indipendentemente da quello che la giustizia huinca (ossia esterna ed ostile ai Mapuche, ndr) pensa sia di Benetton, noi continueremo a vivere nelle nostre terre, perché sono terre ancestrali dei nostri antenati che si trovano nel Wallampu, il territorio ancestrale. Continuiamo con la convinzione di invertire secoli di umiliazione, saccheggi ed espropriazioni”.

Commenti

la terra, la terra. Tutto comincia dalla terra. Quando ai popoli hai tolto la terra, hai tolto tutto.I popoli e governi del mondo ricco non lo possono capire.Anche il popolo del Sud d'Italia per un secolo lottò per la terra. Poi dovette emigrare.
pio, 15-05-2011 11:15
Caro il mio bel benetton,ma dopo che avrai distrutto quelle terre per produrci chissacchè, ti porterai via i profitti o spenderai denaro là?secondo me non lascerai nulla in quelle terre se non il tuo marchio, vero made in italy...
ENDORAMAGIC.BLOGSPOT.COM, 14-02-2012 02:14
Vengo da quella stessa terra ed ho avuto la fortuna di essere stata adottata da famiglia italiana...mi dispiace perché vedo la mia gente soffrire e non posso fare niente, se non indignarmi. Non ho tanti soldi quanti benetton. Purtroppo l' unica lingua parlata davvero universalmente oggi è quella del denaro
mapuche, 03-04-2013 11:03

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