Le "dangerous liaisons" tra l'industria alimentare e la ricerca per la salute pubblica

Sono così chiari e trasparenti i rapporti tra la ricerca nel campo della salute pubblica e l'industria alimentare? No e, a quanto pare, le linee guida sono ancora molto fumose. Ce lo spiega in questo interessante articolo Giulia Loffreda, membro dell'associazione "No Grazie Pago Io" alla quale aderiscono operatori della salute che non accettano nulla da Big Pharma.

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Quali principi dovrebbero guidare le interazioni tra industria alimentare e ricercatori nel campo della salute pubblica? A questa domanda hanno provato a rispondere alcuni ricercatori di Cambridge (Unità di Epidemiologia, Medical Research Council) che, a seguito di una revisione esplorativa della letteratura, hanno individuato 54 articoli scientifici (pubblicati tra il 1999 e il 2017).

Tali articoli descrivono e riportano linee guida per ricercatori attivi nel campo della salute pubblica che si trovano a interagire con l’industria alimentare.
Facciamo un passo indietro. È risaputo che la dieta gioca un ruolo di primo rilievo nell’incidenza delle malattie non trasmissibili. Oggigiorno il mondo, nella sua stragrande maggioranza, ha delegato il compito della propria alimentazione (per lo più di tipo industriale e ultra-processato) al sistema industriale. Pertanto, assicurare che la popolazione raggiunga una dieta salutare richiede l’azione sinergica tra ricercatori, politici, e attori dell’industria alimentare, che sia su base volontaria o obbligatoria. Spesso tali interazioni sono raccomandate da chi finanzia gruppi, studi, e dalle istituzioni di ricerca. Tuttavia, il problema basilare è che gli obiettivi dell’industria e dei ricercatori sono spesso altamente discordanti, meglio dire completamente divergenti: i primi ambiscono al profitto, i secondi ad assicurare miglioramenti nella salute delle persone. E il rischio di conflitti di interessi è sempre in agguato, minacciando la credibilità sia della ricerca che dei ricercatori, con il rischio di erodere la fiducia tra il pubblico e i politici e aumentando lo scetticismo nei confronti della letteratura pubblicata.

Nonostante questa preoccupazione, non ci sono ancora chiare linee guida per i ricercatori che operano nel campo della salute della popolazione su cosa costituisca un’accettabile interazione con l’industria. Il coinvolgimento dell’industria nella redazione di tali principi guida è considerato da molti un problema aggiuntivo e fonte di opinioni discordanti, ulteriore causa di perdita di credibilità e integrità dei ricercatori. È pratica comune per l’industria collaborare con università e finanziare progetti (o a volte persino interi dipartimenti) per migliorare la propria reputazione e per influenzare la ricerca basata sull’evidenza. I finanziamenti spesso sono in forma di sovvenzioni ma non solo: risorse di vario tipo, rimborsi viaggio, onorari, dialogo diretto che include fornire informazioni sulle iniziative dell’industria. Ad oggi, esiste limitata approvazione della presenza di queste interazioni o principi guida su come riconoscerli e gestirli. Inoltre, l’industria alimentare include una vasta gamma di compagnie e prodotti. Infine, le stesse compagnie possono fomentare comportamenti sia nocivi che benefici per la salute. Tutto questo per rimarcare le difficoltà che si possono incontrare nel delineare linee guida generali che tengano in considerazione tutti questi eterogenei fattori.
La revisione sistematica ha identificato 56 principi da 54 documenti. Questi riguardavano 5 aree chiave: 1) amministrazione del finanziamento, 2) valutazione dei rischi, 3) mantenimento degli standard di amministrazione, 4) garanzia di trasparenza e 5) miglioramento degli standard di pubblicazione. La revisione ha evidenziato un’ampia gamma di principi proposti per prevenire o gestire i conflitti di interessi tra i ricercatori sulla salute della popolazione e l’industria alimentare (per la lista completa si rimanda all’articolo originale). Su alcuni di questi principi esiste un alto livello di consenso tra vari autori, mentre altri rimangono più controversi, in particolare quelli relativi al fatto se sia opportuno, in primis, interagire con l’'industria alimentare e quali tipi di interazioni siano considerate problematiche. La revisione ha individuato scarse informazioni su come i principi dovrebbero essere applicati nella pratica.
I risultati mostrano come linee guida esaustive siano disponibili solo per le organizzazioni non governative e le agenzie governative, e maggioritariamente per i paesi occidentali. Alla luce dei limitati finanziamenti del settore pubblico per la ricerca, in particolare nei paesi a basso e medio reddito, e della proposta che alcune aree della ricerca sulla salute della popolazione e su dieta e nutrizione trarrebbero beneficio dal coinvolgimento dell’industria, è probabile che l’interazione dei ricercatori con l’industria del cibo continuerà. Non è escluso che questa possa persino essere di giovamento per la salute della popolazione. Per quei ricercatori in salute pubblica che stanno prendendo in considerazione l’interazione con l’industria alimentare, i risultati evidenziano che esiste un livello di consenso sui principi relativi agli standard per l’amministrazione, la trasparenza, e la pubblicazione della ricerca. Tuttavia, in relazione alla valutazione dell’adeguatezza e del tipo di interazione tra questi mondi, è necessaria maggiore chiarezza per garantire che la fiducia nella ricerca sulla salute pubblica in campo alimentare rimanga elevata.
Un modo per ottenere maggiore chiarezza su questi temi è attraverso la costruzione del consenso formale. Inoltre, piuttosto che principi astratti e di alto livello, chiare raccomandazioni dovrebbero essere delineate per essere così utilizzate da ricercatori e finanziatori per assicurare la credibilità e l’integrità della ricerca sulla salute della popolazione che coinvolge partnership con l’industria alimentare. Questo potrebbe aiutare a prevenire o gestire i conflitti di interessi che rappresentano una seria minaccia per la salute delle persone.

 

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