Stati Generali della Bicicletta, nuove proposte e tanta voglia di pedalare

Stati Generali della Bicicletta e della Mobilità nuova: nella due giorni di lavori che si è tenuta a Reggio Emilia, amministratori, tecnici e associazioni di ciclisti si sono confrontati su idee e proposte per migliorare la qualità urbana e la viabilità delle nostre città.

Stati Generali della Bicicletta, nuove proposte e tanta voglia di pedalare
Si sono chiusi l’8 ottobre scorso, nella ridente cittadina di Reggio Emilia, gli Stati Generali della Bicicletta e della Mobilità nuova. Da sempre abbiamo ribadito come la circolazione delle bici in città non possa far altro che bene al traffico veicolare che si snoda quotidianamente. Ne abbiamo avuto anche la riprova con la gara a tempo fatta mesi fa per le vie della Capitale. L’evento appena concluso - promosso dall’Anci, Legambiente, Fiab (Federazione Italiana Amici della Bicicletta) e da Salvaciclisti (con l’adesione della presidenza della repubblica e del comune emiliano) – mirava a mettere in campo tutta una serie di idee e/o proposte vincolanti da sottoporre alle Amministrazioni per migliorare la qualità urbana e la viabilità delle nostre città. La priorità sottolineata dal Documento di sintesi finale, elaborato dal Comitato scientifico, è quella di abbassare il limite di velocità a 30 chilometri orari sulle strade urbane (ad eccezione di quelle di grande scorrimento). Con regole più stringenti per gli automobilisti, si potrà prendere la propria bicicletta senza avere la paura che possa sopraggiungere una macchina a tutta velocità. Altro punto fondamentale, è quello di invertire gli investimenti fatti dalle amministrazioni locali in termini di mobilità sostenibile: non più fiumi di denaro riversati in imponenti opere pubbliche che non vedranno mai la luce ma piccoli e puntuali interventi significativi, che migliorino di giorno in giorno la vita dei pedoni e dei ciclisti. Come attuare tutto questo e molto altro? Con delle semplici strategie. In primis, ridisegnando gli spazi, le strade e ideando nuovi quartieri Car free, per moderare il traffico e per far convivere diversi modi di muoversi. Secondariamente, progettando e attivando una serie di servizi di mobilità integrativa per favorire 'l’abbandono' dell’automobile come unico mezzo di trasporto (parcheggi bici-Tpl, stalli, parcheggi negli spazi condominiali, ciclofficine e luoghi di aggregazione, bike sharing, corsie preferenziali e reti ciclabili per valorizzare il paesaggio). Il ruolo delle comunità (privati, associazioni e cittadini) non può passare in secondo piano, visto che il loro ruolo è determinante per fare informazione e per valorizzare i servizi che si introducono. L’aspetto economico, la linfa vitale di questi progetti, va estratta da un’accurata individuazione di investimenti da attivare o eventualmente da ridistribuire per finanziare la mobilità ciclistica. Gli ultimi tasselli, come riportato dal documento del Comitato, sono gli incentivi e disincentivi: premi a Comuni e quartieri virtuosi, incentivi per i lavoratori, incentivi per i giovani. Sul lato giuridico; il riconoscimento dell’infortunio in itinere anche per lo spostamento in bici casa-lavoro.

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