Vagabondo in Engadina

Un trenino rosso da Tirano a Sankt Moritz per poi tornare in autobus a Chiavenna. Continuano i viaggi del nostro esperto di vie traverse. Fervente sostenitore della mobilità pubblica, Paolo Merlini ci conduce questa volta in Svizzera.

Vagabondo in Engadina
Mi ricordo da bambino, di aver letto o di aver sentito le parole 'The Great Divide' cioè il Grande Spartiacque, che è poi la voce americana per indicare le Montagne Rocciose. (…) Le Montagne Rocciose sono troppo grandi, troppo lunghe, troppo importanti, per essere imponenti. (…) Le avevo oltrepassate, quando vidi il cartello, mi fermai, feci marcia indietro, scesi e mi misi sopra a cavalcioni. Faccia a sud. Mi fece una strana impressione il pensiero che la pioggia cadutami sul piede destro dovesse finire nell’Oceano Pacifico, mentre quella sul piede sinistro avrebbe trovato il modo, dopo innumerevoli miglia, di finire nell’Oceano Atlantico. (John Steinbeck In Viaggio con Charley) È un limpido pomeriggio di inizio primavera e sono in Svizzera sulla Strada Nazionale n°3 esattamente al Passo del Maloja (1.815 m.s.l.m.). L’autopostale numero 4 che da Sankt Moritz mi ha portato fino a qui, fa una pausa di 10 minuti prima di lasciare l’Engadina e 'gettarsi' in Valchiavenna/Val Bregaglia. Scendo dal bus per fiutare l’aria. Mentre inalo tutti i profumi della primavera in quota, parte la moviola del viaggio. La notte scorsa ho dormito a Milano dopo un breve passaggio alle Cantine Isola (celebre enoteca in via Paolo Sarpi, 30) e questa mattina è stato il treno regionale delle 6.20 a portarmi a Tirano (SO). Non sono solo, viaggiano con me il fido Mau, che quando il treno è entrato in alta Valtellina è andato in estasi alla vista dei terrazzamenti di chiavennasca, e Orfeo Pagnani, l’amico ed editore della casa editrice romana Exòrma. A Tirano la stazione ferroviaria di Trenitalia ha un sottopassaggio che la collega con l’autostazione sul retro. Qui transitano prevalentemente i mezzi dell’ Automobilistica Perego. Di fronte alla stazione di Trenitalia c’è la stazione della RhB cioè della Ferrovia Retica. Questa stazione RhB è il capolinea del famoso Bernina Express. Alla biglietteria, ti rendi conto che gli svizzeri non scherzano, se non altro quando si parla di mobilità pubblica. La gentile bigliettaia dalla impeccabile divisa linda e pinta, non si scompone molto quando chiediamo 3 biglietti di sola andata per Sankt Moritz. Con molto savoir faire ci chiede che gita intendiamo fare e scoperto che abbiamo in programma di rientrare in Italia con l’autopostale per Chiavenna, si offre di emettere l’intero biglietto treno+autobus. Non mi sorprendo poi molto dal momento che il concetto di 'intermodalità' lo hanno inventato alle loro latitudini. Sono anni che letteralmente 'sbavo' consultando i siti delle Ferrovie Svizzere e dell’ Autopostale. Morale: 41 euro è il costo a persona per il Bernina Express da Tirano a Sankt Moritz unitamente al biglietto del bus da Sankt Moritz a Chiavenna. Il nostro trenino rosso del Bernina è composto da almeno 10 carrozze costruite in anni differenti. In testa ci sono le 2 carrozze di ultima generazione ed è li che prendiamo posto. Conosco questa linea chilometro per chilometro ma questa è la prima volta che sono a bordo di questo treno. Ho studiato tutto sulla guida ma mentre risaliamo la Val Poschiavo, la magia della montagna mi rapisce. Il treno mi porta su e poi ancora su… Al viadotto elicoidale di Brusio ho un sussulto di gioia; tutte le montagne si specchiano nel Lago di Poschiavo costeggiato dalla linea ferroviaria prima di iniziare la salita vera. Pian piano che prendiamo quota inizia la neve che è ancora molto abbondante. Il treno sale senza l’ausilio della cremagliera a una velocità bassa ma costante che permette di godere del paesaggio come di un film su maxischermo. Alp Grum a 2.091 metri sul livello del mare e poi l’Ospizio Bernina che, a quota 2.253, è il punto più alto toccato dalla strada ferrata. Il Lago Bianco ed il Lago Nero sono ghiacciati e coperti da tanta neve fresca. Questo è un punto importantissimo per tutti i Vagabondi del Dharma perché, come dice la mia guida: “Al termine del Lago Bianco arriviamo al confine tra la Valle di Poschiavo e quella del Bernina. Un cartello giallo, ben visibile sulla nostra sinistra, segnala lo spartiacque tra il bacino dell’Adriatico e quello del Mar Nero. Il lago che ben vediamo da questa posizione, viene chiamato Lago Nero (in romancio Lej Nair). Le sue acque, limpidissime, che lasciano intravedere il fondo scuro, hanno riflessi di colorazione nera e, dopo essere confluite prima nell’Inn, attraverso l’Ova Bernina, e poi nel Danubio, sfociano nel Mar Nero”. Oggi i laghi non si vedono perché ghiacciati e ricoperti da un abbondante strato di neve fresca. Siamo in Engadina! Inizia la discesa. La ferrovia torna a costeggiare la strada che scende dal Passo del Bernina. La stazione di Bernina Lagalb e subito dopo la stazione di Bernina Diavolezza, sono alla base delle 2 famose funivie. Poi ecco la stazione di Morteratsch dalla quale, in 30 minuti (nella bella stagione) si raggiunge l’omonimo ghiacciaio. E che vi debbo dire di più? Sono in estasi… Alla Stazione di Pontresina, scendiamo e raggiungiamo St. Moritz pedibus calcantibus approfittando del bellissimo sentiero nel bosco dove l’ultima neve di marzo ancora regge. Per quelli che volessero soggiornare qui, segnalo il nuovissimo ostello della gioventù di Pontresina, moderna struttura di fronte alla stazione . Alle 12.00, mentre tutti i campanili della zona annunciano l’ora di pranzo con uno scampanìo cacofonico, ci incamminiamo e solo intorno alle 14.00, dopo aver costeggiato a lungo il Lago di St. Moritz arriviamo in centro città concedendoci una fetta di torta da Hauser. Alle 15.10, dal piazzale antistante alla stazione ferroviaria, ecco il nostro bellissimo auto postale numero 4 per Chiavenna che silenzioso ed ecologico alle 15.43 ha raggiunto il passo dove sta facendo una sosta di 10 minuti. Rileggendo i miei appunti sul Passo della Maloja, mi capacito che sono ancora sul confine tra il bacino del Mar Mediterraneo, nel quale confluiscono le acque che scendono con il fiume Mera dalla Val Bregaglia, e il bacino del Mar Nero, verso cui dirigono le acque del fiume Inn, attraversando l’Engadina. Caccio dalla borsa il bellissimo libro di John Steinbek In Viaggio con Charley che magicamente si apre sul periodo riportato in apertura. Si riparte e saranno un po’ di tornanti a farci perdere velocemente quota. Poi una lunga sequela di pittoreschi paesini della Val Bregaglia prima di passare la Dogana e guadagnare il centro città di Chiavenna. Prima di arrivare alla stazione ferroviaria di Chiavenna, mi casca l’occhio sulla strada che si avvia al Passo dello Spluga . All’imbocco, un grosso cartello verde segnala che il passo è chiuso nei mesi invernali. Poco male, perché nei mesi estivi è raggiungibile con i comodi mezzi della STPS di Sondrio. Fatevi un nodo al fazzoletto.

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