Bruxelles propone un piano per la tutela delle acque europee

Poca e troppo inquinata. La Commissione europea lancia l'allarme acqua e propone un piano per la salvaguardia delle risorse idriche che permetta di raddrizzare la mira rispetto all'obiettivo Ue per il 2015: ripristinare un buono stato di salute per il 50% dei laghi, dei fiumi e delle falde acquifere in tutto il territorio dell'Unione.

Bruxelles propone un piano per la tutela delle acque europee
Allo stato attuale l'Europa non è in grado di centrare l'obiettivo che, con la Direttiva quadro sulle acque, si è data per il 2015, cioè il raggiungimento di un buono stato per il 50% delle acque europee. È con questa premessa che il commissario all'Ambiente Janez Potocnik ha presentato la strategia sviluppata dalla Commissione Ue per la salvaguardia delle risorse idriche. Un piano che dovrebbe migliorare quantità e qualità delle acque in Europa, affrontando, da una parte, il problema dell'inquinamento e, dall'altro, la questione della scarsità idrica, con i paesi europei sempre più spesso alle prese con fenomeni estremi, dalla siccità alle alluvioni. Problemi che hanno conseguenze sulla salute e sull'ambiente, ma anche sui settori produttivi che dall'acqua dipendono, a cominciare dall'agricoltura e dalla pesca. La proposta di Bruxelles mette quindi in primo piano l'idea che la tutela delle acque e in generale gli obiettivi cosiddetti 'ambientali', debbano essere integrati nelle politiche settoriali, in particolare in quella rurale e ittica, e non trattati come tematiche separate. E non è un caso: la Commissione Ue ha dovuto riconoscere che a mettere a rischio il target per il 2015 è anche l'esistenza di conflitti tra gli obiettivi della politica idrica e quelli di altre politiche. Un'altra strada indicata dalla Commissione è quella di sfruttare meglio la legislazione già in vigore sulla materia. Tra le proposte, c'è quella di aumentare la diffusione delle misure di ritenzione naturale delle acque – tra cui il ripristino di zone umide e pianure alluvionali -, ma anche la possibilità di applicare in maniera più efficace il principio del 'chi inquina paga', in modo da disincentivare gli sprechi. Sempre in tema di consumi, il piano Ue chiede agli Stati membri di stabilire dei target in materia di contabilità delle acque e di efficienza idrica e degli standard per il riutilizzo delle acque. Ogni paese potrà individuare i propri strumenti, purchè si arrivi a migliorare la gestione idrica a livello nazionale, regionale o a livello di bacini idrografici. La Commissione Ue prevede di coinvolgere imprese e organizzazioni non governative nell'attuazione della strategia, che è sostenuta anche dal partenariato europeo per l'innovazione relativo all'acqua , una partnership pubblico-privata istituita a livello Ue nel maggio 2012 per accelerare lo sviluppo di innovazioni volte a ridurre i consumi idrici urbani, rurali e industriali. Insomma, Bruxelles si dà da fare per garantire il rispetto della direttiva sulle acque. O almeno una parte. In quel documento, infatti, si legge anche che “l'acqua non è un prodotto commerciale al pari degli altri, bensì un patrimonio che va protetto, difeso e trattato come tale”; un'affermazione piuttosto in contraddizione con la pretesa dei fautori della privatizzazione di trattare l'acqua come una qualsiasi merce, come tutte sottoposta al criterio del profitto. A ricordare alle istituzioni comunitarie e ai governi dei 27 il senso delle leggi che essi stessi si sono dati stanno pensando quindi i cittadini. Il Movimento europeo per l'acqua ha avviato un'Iniziativa dei cittadini europei (Ice): un milione di firme, da raccogliere entro il 9 maggio 2013, per ottenere dalla Commissione europea una proposta legislativa che riconosca il diritto universale all'acqua in quanto bene comune.

Commenti

Salve non commento l'articolo, assolutamente! Ma commento e critico il libro che consigliate in completa contraddizione con quanto l'erticolo riporta. non sono malata di ideologismo ho solo bisogno di avere le idee chiare. La presentazione del testo mi sembra che sia favorevole alla linea privatizzatrice, mentre si sta dicendo proprio sopra che a mettere il rischio il target del buono stato siano proprio l'esisteza di conflitti tra gli obbiettivi della politica idrica e quelli di altre politiche ad esempio di quelle che incentivano gli sprechi, si dice piu sotto. ... bè chi vuol capire non c'è bisogno di troppe parole
katia,, 30-11-2012 09:30

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