Berlusconi lascia, governo tecnico o elezioni anticipate?

Il premier Silvio Berlusconi ha annunciato che rimetterà il mandato nelle mani di Napolitano dopo il voto sulla legge di stabilità. Il Capo dello Stato dovrà allora decidere se tentare la strada di un governo tecnico, che avrebbe il compito di portare avanti i tagli e le privatizzazioni richieste dalla comunità internazionale, oppure procedere a nuove elezioni.

Berlusconi lascia, governo tecnico o elezioni anticipate?
Berlusconi lascia. Dopo aver dominato la scena politica per 17 anni il Cavaliere ha annunciato ieri che si dimetterà non appena sarà approvato il maxi emendamento alla legge di stabilità, precisando che non si ricandiderà più. Finisce così un'era buia e controversa del nostro paese, costellata di leggi ad personam, amicizie mafiose, società off shore, caratterizzata dall'indifferenza più totale verso la volontà popolare. Se ne apre un'altra, pur fra mille punti interrogativi. A convincere il premier a lasciare è stato il voto sul rendiconto statale, avvenuto ieri alla Camera attorno alle 16. La legge è passata ma con soli 308 voti favorevoli su 630 (1 contrario, 321 gli astenuti). La votazione, che aveva assunto il valore di una sorta di test per la maggioranza, ha dimostrato una volta per tutte che il governo Berlusconi non aveva più l'appoggio del Parlamento. Così il Cavaliere è salito al Colle ed ha annunciato al Presidente della Repubblica le proprie dimissioni. Prima però dovrà essere approvata la legge di stabilità. Come si legge in una nota diffusa dal Quirinale infatti “egli ha espresso viva preoccupazione per l'urgente necessità di dare puntuali risposte alle attese dei partner europei con l'approvazione della Legge di Stabilità, opportunamente emendata alla luce del più recente contributo di osservazioni e proposte della Commissione europea". Solo dopo tale approvazione Berlusconi riconsegnerà il mandato nelle mani di Napolitano, assieme alla volontà di non ricandidarsi più. Spetterà al Capo dello stato, vagliando le proposte delle varie fazioni politiche, giudicare se esiste già un'altra maggioranza in Parlamento in grado di governare il paese – probabilmente rappresentata da un governo tecnico come quello di Lamberto Dini nel '95 – o se sarà necessario ricorrere alle elezioni anticipate. Su quest'ultimo punto Berlusconi non ha dubbi: “non spetta a me decidere cosa dovrà succedere – ha dichiarato - ma io vedo solo la possibilità di nuove elezioni perché ora il Parlamento è paralizzato". Concludendo "In democrazia non si può pensare che può governare chi ha perso le elezioni". Il Cavaliere lancia poi Alfano come suo successore: “penso che in pole position ci sia Angelino Alfano e che questo comporterà un ricambio generazionale in tutta la politica. Io farò quello che il partito mi chiederà di fare nell'interesse del Paese". L'eventualità di un governo tecnico è caldeggiata dalla comunità internazionale - e dunque dai mercati, potente arma di ricatto -. Bce e Fmi spingono per l'approvazione delle cosiddette "misure anticrisi": privatizzazioni, liberalizzazioni, tagli allo stato sociale e alla spesa pubblica. Un governo tecnico si farebbe garante di tali riforme, e imporrebbe con ogni probabilità della politica ultraliberista al nostro paese. Il nome da molti associato a questa eventualità è quello di Mario Monti, commissario europeo già presidente della Trilateral Commission, un gruppo di interesse di orientamento neoliberista fondato nel 1973 da David Rockefeller. Napolitano dovrà decidere nelle prossime ore. Nel farlo sarà soggetto a molte pressioni: da parte della comunità internazionale, da parte dei partiti e della fazioni politiche, da parte di lobby finanziarie e gruppi d'interesse. In questo strano gioco di potere l'unica volontà che rischia di essere messa a tacere è quella dei cittadini. Quei cittadini che con dei referendum popolari, il 12 e 13 giugno scorsi, avevano condannato le politiche neoliberiste e già iniziavano a parlare di beni comuni e gestione partecipata dei servizi. Solo dando loro voce potrà aprirsi un nuovo periodo storico.

Commenti

Dobbiamo aver ben chiaro che il vero problema non è quello di rispondere ...credibilmente alle richieste europee, bensì quello della lite tra ingordi. Cosa sono in fin dei conti il FMI la BCE la Banca D'ITALIA se non l'unione dei singoli rispettivi agglomerati padronali ai diversi livelli di tendenze monopolistiche? Non è sufficientemente nota la natura privatistica della composizione di tali organismi, nei quali il concetto di democrazia è lontano anni luce dalla concezione del comune...illuso cittadino contribuente? Non è bastato vedere i ..balletti italiani Draghi Bini-Smaghi per non parlare di quelli Straus Kan al FMI? Adesso che il nostro grande primo ballerino della Scala ha il fiato corto a causa delle innumerevoli comparse, allevate e recentemente acquistate, gli viene offerto un po' di respiro purchè mangi il piatto avvelenato che i suoi concorrenti europei gli hanno preparato con l'intesa che, in fin dei conti, saranno i contribuenti italiani a doverselo mangiare. Questi ultimi, poveretti,pensate, pensate, avrebbero poi la possibilità di vendicarsi, andando a votare con la legge voluta e partorita dal ballerino e dalla sua spalla secessionista. A ques. to punto l'unica speranza è che il Presidente della Repubblica abbia il coraggio di escludere da ogni possibile incarico diretto o indiretto il PDL e che indichi all'incaricato ( sara' Monti, non credo e non vorrei Amato)severe regole di composizione della compagine governativa nell'ambito esclusivo della società civile, possibilmente della magistratura, della finanza e della scienza)senza alcun legame diretto con i partiti.Come magistrati, economisti e scienziati sapranno accettare un anno e mezzo di...aspettativa per il bene del paese, così i partiti contendenti dovranno pensare seriamente al proprio ruolo nei rapporti con il popolo sovrano e non potranno accusare "ribaltoni" o tentare "inciuci" di sorta. Coraggio, chè il mal è di passaggio.
Franco, 09-11-2011 08:09
è un incubo?? qualcuno mi svegli e mi dica che non è vero!:((
angiola, 09-11-2011 10:09
io sono per le votazioni subito; non capisco poi quello che ha detto Franco che il PDL deve essere fuori da ogni decisione futura ...... ma ci sono anche cittadini che lo hanno votato, e allora? non si rispetta più la decisione di questi cittadini? altro che non condivido è il fatto che 8 abbiano lasciato prima del tempo .... persone non responsabili che hanno fatto il voltafaccia, ma con quale coraggio si ripresentano in un altro partito? possibile che si passa da un partito all'altro con tanta facilità? allora mi domando MA CHE IDEA POLITICA HANNO QUESTE PERSONE? concludo che L'IMPORTANTE è STARE IN POLITICA. CHE DELUSIONE QUESTA CLASSE POLITICA!!!!!!! altra domanda. possibile che non possiamo cambiare le regole e dopo due mandati tutti a casa? lo fanno con i sindaci perchè loro non lo praticano? troppi anni in politica, troppe mani in pasta..... CAMBIAMENTO!!!!!!!
magral, 10-11-2011 08:10
Data la situazione in cui ci troviamo, l'ideale sarebbe un governo breve giusto per cambiare la legge elettorale e quindi andare al voto. Intanto prendere in considerazione quello che ha fatto l'Islanda. Uscire dal Fondo Monetario Internazionale. Uscire dall'Euro, con la speranza che lo facciano anche altri Paesi, perchè la situazione in cui ci troviamo è dovuta ai banchieri, agli speculatori. Si può uscire dall'euro e ripudiare il debito pubblico. Possiamo farlo perchè il nostro debito non è un debito, ma un indebitamento legato alle speculazioni. Il denaro non dovrà più essere stampato dai banchieri ma dai governi, senza debito, a interesse zero. Solo così finisce la musica delle speculazioni. Che sia così lo dimostra il fatto che tutti i presidenti americani, che nel passato hanno tentato di trasferire la stampa del denaro dai banchieri ai governi, sono stati assassinati dai banchieri. Come vi spiegate il fatto che alla Grecia per evitare che uscisse dall'euro il debito è stato ridotto del 50%? E' chiaro che agli speculatori, ma anche alla Germania, non conviene che i Paesi seguano l'esempio dell'Islanda. L'Argentina, dopo il ripudio del debito, ha avuto due anni di sofferenza sociale, ma oggi è in ripresa economica. Dobbiamo uscire dall'euro perchè questo sistema ci ha fatti indebitare sino al punto che oggi un neonato italiano ha già sul collo un debito di 32 mila euro. Stato, Regioni, Provincie & C. "I nostri debiti non le hanno fatte le famiglie ma le caste parassitarie pubbliche per assicurarsi clientele e tangenti" (Maurizio Blondet). In generale, all'estero i ricchi sono ricchi privati, in Italia i ricchi sono "ricchi di stato" (M. Blondet). Il caso Islanda è è una lezione importante data agli speculatori. Quando il debito diventa eccessivo è legittimo non pagarlo più. C'è un detto: "se devi mille euro alla banca il problema è tuo, se devi un milione di euro alla banca, il problema è della banca. E deve venire a patti con te." (Fonte: Biolcalenda, novembre 2011, intervista di Marcello Pamio a Maurizio Blondet).
Pietro Perrino, 11-11-2011 09:11

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