Ufficio di scollocamento, intervista a Simone Perotti

Che cos'è l'ufficio di scollocamento? Quali sono i principali problemi cui va incontro chi decide di scollocarsi? Perché molte persone, pur avendo un lavoro, sono infelici? Daniel Tarozzi intervista Simone Perotti, autore insieme a Paolo Ermani di Ufficio di scollocamento. Una proposta per ricominciare a vivere.

Ufficio di scollocamento, intervista a Simone Perotti
Il 3 maggio è uscito il libro Ufficio di scollocamento. Una proposta per ricominciare a vivere, a cura di Simone Perotti e Paolo Ermani, edizione Chiarelettere. Il Cambiamento è tra i promotori del progetto (ospitiamo anche il sito dedicato al progetto). Se vogliamo cambiare il mondo, infatti, bisogna cominciare da noi stessi. E il primo passo è riconquistare la libertà e il diritto a vivere una vita che abbia senso. Il lavoro, quando coincide con le aspirazioni e i sogni delle persone, è un grande mezzo di libertà ed emancipazione. Ma quando, come nella gran parte dei casi, si lavora per “sopravvivere”, per “la pagnotta”, anziché per realizzare noi stessi, possiamo affermare che il lavoro in quanto tale sia uno strumento di libertà? Per approfondire questi temi abbiamo intervistato Simone Perotti. Nelle prossime settimane approfondiremo il tema anche con Paolo Ermani. Simone, come mai questo libro? Faccio lo scrittore. Per la maggior parte sono un narratore, scrivo romanzi, ma per una parte la mia penna descrive quello che vede, ragiona sul mondo e tenta di capirlo. In questa epoca anche un cieco capirebbe che la nave sta affondando. Come non tentare di raccontarlo, come non tentare di spiegare ai passeggeri, me incluso, che occorre abbandonare la nave? Che cos'è l'ufficio di scollocamento? Un progetto per abbandonare la nave, appunto. Prima che sia tardi. Tu ti senti uno scollocato? Io mi sono scollocato in tempi non sospetti. Ho lavorato in silenzio, come un carbonaro, per quasi dodici anni, tra il 1995 e il 2007, quando di crisi non si parlava neppure. Nel 2007-08 ho scritto Adesso basta per raccontare che avevo abbandonato tutto e mi ero messo a vivere. Pensavo che fosse un diario minimo, una cosa per sancire un cambiamento. È diventato il manifesto del downshifting. Quando hai deciso di lasciare il lavoro, ti avrebbe aiutato avere un 'ufficio di scollocamento' a cui riferirti? Beh diamine! Il mio dramma era che non potevo parlare con nessuno, che quando ci provavo mi davano del pazzo a voler abbandonare soldi, carriera, posto fisso, casa per un'idea così folle. Adesso basta, Avanti tutta, Uomini senza vento e Ufficio di scollocamento li ho scritti proprio per raccontare, spiegare, mettere in guardia, spingere, stimolare. Io, come Paolo Ermani, come te, come migliaia di altre persone siamo la prova vivente che un'altra vita è possibile. Non raccontarlo sarebbe stato ingiusto ed egoista. Non è pericoloso parlare di 'scollocamento' in un momento in cui la disoccupazione è uno dei problemi più sentiti? Il 92% della popolazione un lavoro ce l'ha e vive male, corre verso il burrone. Pensa che avrà la pensione e invece non l'avrà. Pensa che il suo lavoro sia garantito e non è così. Non cambia il suo stile di vita e presto il sistema lo costringerà a farlo anche se non vuole. Insomma, se c'è un momento in cui occorre anticipare gli eventi, che già ci corrono dietro mordendoci il sedere, è proprio questo. Anzi, siamo in ritardo. Secondo te quali sono i problemi principali a cui va incontro chi decide di scollocarsi? Lui pensa che siano i soldi, invece è la testa, anzi, il cuore. Chi cambia dentro poi può cambiare fuori. Restare quello che si è smettendo semplicemente di lavorare è un suicidio. Lavoro e denaro sono problemi grossi, ma valgono il 30% della questione. Solo che 'cambiare dentro' a tutti suona come una formuletta new age, una cosa da parroci di periferia, o da teologi-guru. Siamo mal messi proprio perché tutti la pensano così. Cambiare dentro è la sola forza che abbiamo. Rinunciarci vuol dire perdere l'unica arma (potentissima) per resistere alle sfide del tempo. Spesso parli di promesse tradite. A quali promesse fai riferimento? Pensione, lavoro per tutti, servizi, poter diventare come quelli della pubblicità e dei film, poter crescere sempre senza fine, poter vivere una terza età sana e spensierata. Ma le vedi le pubblicità? Descrivono un mondo che non esiste. E noi gli andiamo dietro come fossimo ipnotizzati. Solo che tutti i lunedì mattina le macchine in fila sembrano un corteo funebre. Possibile che nessuno accosti e scenda? Eppure oggi è una splendida giornata... Una persona che viene licenziata senza preavviso è una persona scollocata? No è uno che è stato fregato. Da oggi in poi è uno che voleva farsi fregare e c'è riuscito. Perché molte persone, pur avendo un lavoro, sono infelici? Perché fanno una vita pessima. Il grande inganno è stato proprio quello: spingere tutti a fare la stessa cosa, per sempre, e convincersi che eravamo felici. I tuoi precedenti saggi (Adesso Basta e Avanti Tutta) hanno venduto decine di migliaia di copie. Che cosa significa? Che c'è molto bisogno di riflettere su questi temi. Siamo quasi a duecentomila email ricevute in due anni e mezzo. Ti immagini quanto bisogno c'è di cambiare da parte della gente? Cos'è per te il cambiamento? La chance più grande che abbiamo per vivere le molte vite che abbiamo a disposizione. Ognuno ne ha. Peccato che quasi tutti si accontentino di viverne una soltanto. [video|simone_perotti_ufficio_scollocamento] VAI AL SITO DELL'UFFICIO DI SCOLLOCAMENTO

Commenti

L' Autore dice anche cose condivisibili e giuste,io stesso mi scollocherei,ma Simone Perotti dimentica di ricordarsi che NON TUTTI sono uomini in carriera che hanno i mezzi per farlo..perche' caro Perotti,vedi,anche scollocarsi ha comunque un costo e non tutti hanno,come te,venduto libri prima dello scollocamento(tu li hai venduti prima di scollocarti,scrivevi gia' anche prima,informatevi in Internet)."Scollocarsi" non e'a costo zero e NON e' comunque realisticamente possibile che TUTTI possano farlo.Queste sono cose di nicchia,perche' purtroppo per noi la realta' e' molto diversa.Che la barca stia affondando,che ci si basi su false promesse irrealizzabili ,lo vediamo tutti.Quello che serve oggi e' cambiare paradigma etico ed economico,per sopravvivere(stop al consumismo no limits,energie rinnovabili,cultura del lavorare meno lavorare tutti,maggior recupero degli "otia latini",economia basata anche sulla condivisione,etc) ma queste cose proposte nel libro sono irrealisticamente utopie se applicate alla massa:vanno bene,come nicchia,per qualcuno.Poi anche io scrivo,benche' abbia rifiutato la pubblicazione di 3 miei libri per contratti capestro proposti da case editrici e so benissimo che le royalties vanno da un minimo dell' 8% per esordienti sino a un 15-16% su ogni copia venduta..e intanto noi,acquistando i libri di Perotti,finanziamo il suo downshifting.Questo mi pare,alla fine della candela,molto " old economy" anziche' "decrescita" E' una mia libera opinione,non vogliatemene Simone T.
Simone T., 10-05-2012 11:10
Sei un po' male informato simoneT. Io scrivevo e pubblicavo anche prima, ma vendendo qualche migliaio di copie. le royalties non superano il 10% ma solo da poco sono al 10, prima era l'8% sul prezzo del libro defiscalizzato, il che vuol dire 070 euro a copia al lordo delle tasse. Il che vuol dire, ancora, che se vendevo 5000 copie erano 3.500 euro ogni due anni. non mi pare che ci hai preso col tuo commento. ma se parli di soldi e di privilegi allora non è solo col commento che non ci hai preso. non hai proprio capito il ragionamento da principio. comunque, libero di pesnare come vuoi. ma ti assicuro che scollocarsi è stata dura, lo è tutt'ora. ma è bellissimo. ciao!
Simone Perotti, 11-05-2012 12:11
Sono pienamente d'accordo con Simone Torresani. Ho letto il libro e non dice nulla di nuovo rispetto a ciò che già sappiamo sulla decrescita e sulla necessità di cambiare direzione. Le premesse sono giuste e condivisibili ma a conti fatti sembra che il libro abbia come unico scopo quello di vendere il servizio dato dall'Ufficio di scollocamento (cosa faccia poi l'ufficio di scollocamento è poco chiaro, pur avendo letto il libro).
Tatiana, 11-05-2012 09:11
Non ho letto il libro, ma da quanto ho potuto intuire dalle letture in rete, Ufficio di Scollocamento è l'intento di voler aiutare la gente a liberarsi da una vita lavorativa che non piace, per poter trovare un modo alternativo di esistere, a 360 gradi. E credo che il problema stia proprio qui, nel modo alternativo di esistere. Troveremo sempre opinioni e commenti come quelli di Tatiana e SImoneT perchè molta gente non ha la più pallida idea di cosa le piace o le piacerebbe fare nella vita. Viviamo in un sistema dove,all'età di 15 anni, ti chiedono di decidere quale sarà il tuo lavoro futuro per "orientarti" scolasticamente. E da li parte la farsa; Molte persone già in età scolare crescono credendo che quell'indirizzo di studi sia il loro futuro, convincendosene talmente tanto che porteranno avanti una vita che non è la loro, perchè "tanto devo studiare qualcosa". E questo schema viene replicato sul lavoro, perchè " devo pur fare un lavoro per vivere". E ci stanno dentro talmente tanto che non perdono più nemmento un minuto per pensare a cosa le renderebbe realmente felici. Se le persone svolgessero professioni più affini alle loro passioni, troveremmo certamente meno gente isterica e frustrata in giro, troveremmo gente che ci mette il cuore in quello che fa, e sarebbe in grado di trasmettertelo, troveremmo gente che non ti vuole fregare con un preventivo per un lavoro, perchè trarrebbe guadagno dal suo operato anche umanamente e tanto altro. Non credo che questo sia un'utopia, perchè, così come siamo arrivati allo stile di vita,privata e lavorativa, che abbiamo oggi, sicuramente si può raggiungere anche il suo esatto opposto. Questione di scelte.
Jessica, 11-05-2012 10:11
Sì, Jessica; quello che non capisco è perché debbano chiedere soldi per aiutare le persone a scollocarsi. Sono andata a vedere il programma dei tre incontri di orientamento: se una persona li frequentasse tutti e tre spenderebbe 1200 euro per pagare "chi essendo uscito dal sistema offre la sua competenza retribuita per una creazione di valore diversa, utile, non consumistica" (cito il libro). Ora, 1200 euro possono essere molti per qualcuno e pochi per altri, ma da persona scollocata (non ho un lavoro tradizionale, faccio quello che mi piace, anche se questo significa vivere con pochissimo) dico che sarebbe stato meglio trovare un'alternativa a quei 1200 euro. Se continuiamo a vedere nei soldi l'unico modo per ottenere qualcosa (qualunque cosa) da quale sistema siamo usciti? C'è qualcosa che mi sfugge.
Tatiana, 11-05-2012 11:11
X Jessica:io le idee chiare le ho,il fatto e' che MOLTE VOLTE non sempre si riesce a mettere in pratica quel che si vorrebbe,purtroppo..perche' la vita,vedi,e' fatta di ostacoli che nn si chiamano solo soldi,ma molto altro ancora.. X il sig Perotti: apprezzo molto la sua risposta cordiale e pacata.Ma le dico ancora che "scollocarsi" e' e restera' sempre qualcosa di nicchia.Adesso va di moda sputare contro il "sistema"(nel quale abbiamo sguazzato tutti,me compreso, sino a ieri,pero'!).Che ci sia del "marcio in Danimarca" sono perfettamente d' accordo.Ma non posso immaginare una "scollocazione di massa",perche' se cosi' fosse,la famosa decrescita diventerebbe REGRESSO e si tornerebbe a una societa' preindustriale,con tutto quel che ne consegue(faccio presente che la societa' preindistriale,che ho analizzato in ben 2 miei libri in attesa di trovare un editore onesto,non supporterebbe oltre 2 mld di individui,adesso siamo in 7 mld e passa!).Diventerebbe REGRESSO perche' tutti i bei pc coi quali stiamo discutendo tra noi e la tecnologia attuale ,guarda caso,e' il frutto di massicci investimenti in RICERCA nati anche col famigerato "PIL" che tanto e' messo sotto accusa oggi:senza gli investimenti frutto della ricchezza,col cavolo,saremmo ancora alla Lettera22 della Olivetti x scrivere.Gia' oggi in fase di recessione molti servizi sono garantiti a singhiozzo,figuriamoci in una societa' dove il PIL sarebbe in decrescita costante.Tempo 10 anni e il decadimento esponenziale di livello tecnologico ci riporterebbe indietro di 6o anni almeno.Quel che serve oggi non e' scollocarsi,ma ripensare il mercato del lavoro:lavorare meno lavorare tutti in primis e uscire dalle logiche di quello che MArx ne "Il capitale" chiamava "Il feticcio della merce".Poi chi ha la possibilita' economica di scollocarsi lo faccia pure e compri il libro del signor Perotti,ci mancherebbe altro.Col quale sig Perotti,a cui auguro ogni bene,sono d' accordo su una cosa:siamo stati tutti truffati xke' il capitalismo si basa sulle funzioni delle curve esponenziali,che esistono in matematica ma non in un pianeta dalle risorse finite.Ma liberissimo di dire ancora che lo scollocamento e' una cosa di nicchia,che solo in pochi riusciranno a fare.Auguro cmq al sig Perotti -e lo dico come "collega di scrittura" una ottima fortuna col suo libro(che so bene anche io quanto lavoro c' e' dietro ogni singola pagina) Saluti, Simone Torresani
Simone T., 11-05-2012 05:11
Condivido ciò che dice Tatiana, e devo dire che lo apprendo con molto disappunto e delusione. Io mi sono scollocato prima di Simone Perotti, nel 2004, e per due motivi fondamentali: il primo e generale riguarda il fatto che avevo già deciso, prima di accettare il posto fisso da impiegato, che non avrei fatto lo schiavo per sempre, ma che tra i 40 e i 45 anni mi sarei ripreso la mia vita. Il secondo, che ha accelerato i tempi, è stato il subentro ai vertici di una nota azienda nostrana, Telecom Italia, capitanata da uno dei più stronzi e arroganti manager che l'Italia ricordi: mai avrei potuto sopportare di lavorare per lui, nel modo più assoluto. Voglio precisare che non sono ricco, ovviamente, ma sono fortunato perchè non ho figli e sono proprietario di un piccolo appartamento. Queste le mie risorse. Insomma la crisi non c'entra niente nella mia scelta, proprio perché in realtà questa è stata determinata dal desiderio di vivere la mia vita serenamente e senza frustrazioni piuttosto che possedere soldi da spendere o accumulare. Per quanto mi riguarda infatti è proprio il denaro, e quindi il capitalismo che lo erge a suo sovrano, la causa principale di tutti i nostri problemi, NON LA CRISI , che è solo una variabile (certamente pilotata) del sistema che ci opprime. Qualcuno obietterà che i soldi sono però indispensabili per sopravvivere in questa società, cosa purtroppo assolutamente vera, ma quanti sono davvero necessari? Questa è la risposta che dovrete darvi, sinceramente e individualmente, prima di intraprendere questo cammino. Non servono uffici di orientamento a pagamento, al massimo qualche consiglio saggio e gratuito e qualche buona lettura che vi apra la mente verso nuovi modi di concepire l'arte, o il mestiere, di vivere.
ARTURO MARADEI, 12-05-2012 12:12
Simone T, mi spiace leggere una punta di amaro sarcasmo nel tuo commento. Non devi di certo insegnarmi nulla sulle difficoltà della vita, le quali possono influenzare le scelte che facciamo. A tutti i livelli ognuno ha i propri problemi; I tuoi non sono più gravosi dei miei e i miei non sono più gravosi dei tuoi. Ma, ripeto, è sempre questione di scelte. E questa lezione, l'ho imparata a furia di batterci la testa e dare la colpa "ai problemi" del mio non agire.
Jessica, 14-05-2012 03:14
Nemmeno tu,Jessica,hai nulla da insegnarmi della vita!Anzi sei stata tu la prima a provocare dicendo che "alcune persone(sottointeso:me) non hanno idee chiare".E tu come fai a saperlo?Mi conosci,forse? Si da' il fatto che io le idee molto chiare le ho e ho voluto ribadirlo. Poi ciascuno la pensa come vuole:io sn smp dell' idea che scollocarsi e' una cosa di nicchia,per pochi.E che una societa' di scollocati equivale al regresso tecnologico(con tutto quel che ne consegue,sia chiaro).Non ho nulla contro Perotti,al quale,come avrai potuto leggere,ho anche fatto i miei migliori auguri personali in tutta sincerita'.Ho solo espresso una opinione.Con questo chiudo la "querelle".Ciascuno esprima pure le sue idee.Poi sara' la Storia,come sempre,ad ergersi giudice supremo
Simone T., 15-05-2012 12:15
Hai frainteso, io non ti ho proprio sottinteso. Il mio era un discorso generalizzato. Anche perchè il tuo post lasciava ben trasparire che tu non eri proprio tra quelle persone, quindi non capisco perchè ti sei sentito chiamato in causa. Comunque, concordo sul chiuderla qui.
Jessica, 15-05-2012 10:15
A Tatiana. Ovviamente noi non chiediamo soldi a chi si vuole scollocare e se leggessi attentamente il libro lo capiresti. Anzi è proprio vero il contrario, nonostante avessimo potuto fare come chiunque, non abbiamo messo nessun marchio, nessun logo, nessun copyright alla cosa e anzi invitiamo chiunque e ovunque a farsi il proprio ufficio di scollocamento. Strano attaccamento ai soldi che abbiamo, no? Il nostro giornale è poi pieno zeppo di cose che puoi fare per scollocarti a costo zero. Il prezzo dei corsi che citi sono corsi che facciamo normalmente come associazione Paea da sempre e che abbiamo inserito in un percorso possibile di scollocamento. Sono corsi che se li paragoni a quelli che fanno simili le ditte o enti formativi in ambito tradizionale, hanno costi irrisori. Se li paragoni a corsi simili in ambito energie rinnovabili, risparmio energetico, etc, hanno costi più bassi del normale. Ma non solo hanno costi bassi ma ti danno tante di quelle informazioni, pratiche, utili per diminuire i consumi in mille modi, che alla fine altro che quei soldi risparmi. Vatti a leggere i programmi, quello che proponiamo e paragonali con qualsiasi corso simile non finanziato da nessuno, fatto da persone con competenze simili e poi ne riparliamo. Del resto la nostra filosofia è sempre stata quella di proporre questi argomenti alla portata di tutti. In ogni caso è proprio come dici tu: senza analizzare storia, contenuti, motivazioni, obiettivi, si guarda solo ai soldi, perchè solo su quello ruota qualsiasi ragionamento, così come questo sistema ci insegna assai bene. Trovo sempre molto strano che non ci si soffermi con la stessa criticità sulle migliaia di sprechi di soldi che ci sono ogni giorno e di cui siamo anche protagonisti e che non ci danno nessun vantaggio o possibilità come invece vorremmo fare noi con il tentativo che stiamo facendo con l'ufficio di scollocamento. Paolo Ermani
Paolo Ermani, 15-05-2012 03:15
Non ho ancora letto "Ufficio di Scollocamento" ma ho già letto i due libri precedenti e temo che anche questo, pur partendo da ottimi presupposti, abbia lo stesso grave difetto, ovvero rivolgersi a chi ha già diversi anni di esperienza aziendale alle spalle e pertanto non è più giovanissimo. In questo modo non solo gli anni migliori della vita vengono comunque "bruciati", ma non si tiene conto di una differenza fondamentale: se un uomo può benissimo dimettersi intorno ai 40-45 anni, una donna ha bisogno di liberarsi entro e non oltre quella data. A prescindere dal fatto che desideri o meno avere dei figli, ma proprio perchè a partire da una certa età la forza fisica inizia a diminuire e i piccoli disturbi di salute iniziano ad aumentare, per non parlare del sistema nervoso che soffre lo stress e lo somatizza molto più di quello maschile. Ho appena avviato un blog http://theitaliandownshifter.blogspot.com per registrare, passo dopo passo, il mio tentativo di downshifting entro i trent'anni, e mi piacerebbe conoscere l'opinione di Simone Perotti al riguardo. Grazie.
Elisabetta Spada, 25-05-2012 10:25
Dico la mia in merito all'argomento..io ho 25 anni, lavoro da 4 come impiegata con il famoso contratto a tempo indeterminato..che pare dia la felicità e risolva tutti i problemi del mondo..ma indovinate un pò? Non sono nè felice, nè entusiasta di quello che faccio. E pensate un po' ho iniziato a pensare, prima ancora di sapere chi fosse Simone Perotti e di leggere i suoi libri, come avrei potuto, con il mio compagno, cercare una vita più su misura per me! Tutto è partito da una spinta interiore..tutto nasce da un desiderio irrefrenabile di voler cambiare..dalla perfetta consapevolezza di quanto sia assurdo questo sistema e di quanto tempo rubi alla nostra vera vita!! Quanti di voi possono davvero dire di sentirsi realizzati? Ecco..questa per me è stata la spinta! Soldi o non soldi (e credetemi che non provengo da una famiglia ricca)giovani o vecchi, se uno desidera davvero qualcosa..LO PUO' FARE! Ma bisogna scordarsi questo sistema..e sopratutto..SCORDARSI DI FARE TUTTO DA SOLI! Aiutarsi, cooperare, condividere, adattarsi..sono le parole chiave! Ecco perchè anche chi non ha un capitale iniziale può decidere di fare il grande passo. Ma bisogna avere un po' di inventiva, cerca nuove soluzioni..anche le più strane! E sottolineo anche che gli "scollocati" non sono dei fancazzisti che non fanno nulla tutto il giorno..ma che possono far progredire la società eccome! Non si tornerebbe assolutamente indietro, ma si aprirebbe un futuro fatto più a nostra misura..se l'avanzamento tecnologico ci ha portato fin qui, forse non basta solo questo per dirci progrediti!! Forse siamo anche troppo progrediti tecnologicamente..ma umanamente ci stiamo perdendo. E per come stanno messe le cose oggi, se proveremo a fare questo almeno potremmo dire di aver provato a cambiare qualcosa per il nostro bene.
Francesca Bellocchio, 25-05-2012 07:25
Ho comprato con molti dubbi il libro "Ufficio di scollocamento", dubbi che ho sempre avuto nei confronti della maggior parte dei titoli diell' editore Chiare lettere. Sono sempre stato un po' allergico agli snobismi degli intellettuali di sinistra che fanno della protesta il loro business. Già leggendolo, il libro ha confermato i miei dubbi. Un mare di banalità, un sacco di notizie ormai arcinote, un gran numero di idee tanto fantasiose quanto poco concrete e poco realizzabili, una scrittura decisamente di livello bassino. Poi, ho scoperto questa selva di siti e blog, con annessa vendita di libri e prodotti, e tutto e diventato chiaro. Una brillante idea per sfruttare il momento storico ed economico in cui viviamo per fare business. In momenti come quello attuale, in cui lo smarrimento prevale, qualsiasi idea o speranza si vende come il pane ed e' pieno di giovani che cercano una alterativa illudendosi di trovarla in un libricino di qualcuno che l'alternativa l'ha trovata eccome. E gli faccio anche i miei complimenti.
Antonio Disabato, 26-05-2012 12:26

Lascia un commento


Per lasciare un commento, registrati o effettua il login.