Tunisia, vincono gli islamici moderati. Quale democrazia?

Il 23 ottobre scorso Ennhada, partito islamico moderato, ha stravinto in Tunisia le elezioni per l'Assemblea Costituente. Mentre gioisce per la conquista della democrazia da parte di un Paese arabo, l'Occidente dovrebbe però riflettere sui paradigmi del modello che sta esportando.

Tunisia, vincono gli islamici moderati. Quale democrazia?
Il 24 ottobre code interminabili di persone hanno celebrato le prime elezioni democratiche in Tunisia dopo 24 anni di dittatura. Sono immagini di festa quelle che stanno facendo il giro del mondo; pugni alzati in segno di vittoria, bandiere al vento, signore anziane che col sorriso in faccia infilano nelle urne la loro scheda elettorale. Sono passati già 9 mesi dal giorno in cui l'allora presidente Ben Alì fu costretto all'esilio. Era il 14 gennaio. Un mese prima il giovane venditore ambulante Mohamed Buazizi si era dato fuoco davanti alla sede del governatorato di Sidi Bouzid per protestare contro il sequestro della propria merce da parte delle autorità, scatenando un crescendo di indignazione popolare. Le rivolte si espansero rapidamente a molte città con un susseguirsi di manifestazioni, represse spesso nel sangue dall'esercito. Lo stesso esercito che, stanco infine di essere strumento della repressione dei propri concittadini, si sarebbe ribellato al dittatore costringendolo alla fuga. Ed eccoci di nuovo alle elezioni. A votare è stato circa il 70 per cento dell'elettorato. Di questo, il 40 per cento ha scelto il partito islamico moderato di Ennhada, guidato da Rachid Gannouchi. Non sarà però il leader Gannouchi a guidare il nuovo esecutivo, bensì il numero due del partito, l'ingegnere ed ex giornalista Hamadi Jebali, da sempre oppositore di Ben Alì, che a causa della propria militanza politica ha trascorso 16 anni in carcere, di cui 10 in isolamento. Jebali dovrà adesso trovare degli alleati per formare una coalizione di governo che goda di una stabile maggioranza, dato che il suo partito non ha ottenuto la maggioranza assoluta alle elezioni. Ad ogni modo Gannouchi ha annunciato che il nuovo governo sarà pronto fra circa un mese. La vittoria del partito Ennhada non ha mancato di suscitare polemiche. I militanti dell'Rcd, il partito dell'ex presidente Ben Alì, proprio nella notte appena trascorsa hanno causato scontri e tensioni in piazza a causa della notizia della cancellazione delle liste di Petition Populaire in sei circoscrizioni, per la presenza fra i candidati di ex elementi dell'Rcd. Inoltre c'è chi teme una 'deriva islamista' della Tunisia, in ragione del regime repressivo e molto filo-occidentale imposto per un quarto di secolo da Ben Ali. Ma Gannouchi si è affrettato a rassicurare che Ennhada è un partito islamico 'tranquillo', che non ha certo intenzione di creare banche islamiche, né di vietare il bikini. Niente sharia insomma, ma piuttosto un partito che si ispira al turco Akp di Recep Tayyip Erdogan. Insomma, l'Occidente ha di che stare tranquillo, e può gioire per la conquista della democrazia da parte di un paese arabo, per una volta – buon per loro – non imposta a suon di bombe. Difatti, nonostante l'ex presidente Ben Ali fosse ben visto dai paesi occidentali, molti leader europei ed il presidente americano Obama si sono congratulati con il popolo tunisino per la conquista. Sarebbero però necessarie alcune riflessioni. La democrazia è probabilmente il modello sociale migliore che conosciamo. Ma è bene capire cosa si intende per democrazia. Prima di esportare il proprio modello in tutto il mondo con toni trionfalistici l'occidente intero dovrebbe aprire una riflessione su quali sono i paradigmi di tale modello. Democrazia significa ancora 'potere del popolo', inteso come impegno costante dei cittadini nella cura e nello sviluppo della 'cosa pubblica'? Oppure il termine è solo un guscio vuoto, che nasconde e giustifica il dominio dei poteri economici mondiali in nome di una inesistente volontà popolare? Gli ultimi avvenimenti nei campi della politica internazionale farebbero propendere per la seconda ipotesi. In tal caso, la democrazia non sarebbe più il fine ma il mezzo, il grimaldello utilizzato dai potentati economici per aprire i mercati di tutto il mondo.

Commenti

La deomocrazia non so se sia mai esistita, almeno se si intende come governo del popolo. Oggi nel civile, progredito e illuminato occidente non esiste proprio.
Nicola, 29-10-2011 09:29

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