Mario Monti nuovo premier. Verso l'economia del "suicidio deliberato"?

La nomina a nuovo premier del neosenatore a vita ed ex commissario europeo Mario Monti chiude il ventennio berlusconiano ma rappresenta un ulteriore passo verso il rafforzamento di una politica economica votata alla crescita senza freni "che significa solo dare ancora più soldi e risorse a chi vuole continuare a devastare il Paese e il pianeta per comprarsi il cinquantesimo panfilo. E sono praticamente tutti d'accordo".

Mario Monti nuovo premier. Verso l'economia del
Dal cilindro è uscito Mario Monti. Se mentre fino ad ora c'era comunque un Berlusconi a cui non dava retta quasi più nessuno, inviso addirittura ai mercati e ai mercanti, se non altro perché troppo spudoratamente rivolto ai suoi interessi e soprattutto piaceri, ecco che si profila all'orizzonte il grande timoniere che mette più o meno d'accordo tutti. Nominato dai mercati e mercanti europei, Monti è visto come l'Arcangelo Gabriele, colui che farà piazza pulita e rimetterà le cose a posto cioè farà qualsiasi cosa per il rilancio dell'economia intesa come crescita, senza farsi distrarre da donnine allegre e addormentarsi durante gli impegni istituzionali. Si profila quindi lo scenario peggiore, cioè dove tutti o quasi sono d'accordo. Recentemente infatti uno degli aspetti più negativi di questo periodo infausto, non sono stati solo gli infiniti scandali emersi dall'ombra ma anche uno scandalo al sole dove imprenditori e sindacati nel settembre scorso hanno sancito un accordo per agevolare la crescita. Un brivido di terrore è corso lungo la schiena di chiunque ha a cuore le sorti delle persone e dell'ambiente. Imprenditori e sindacati assieme per dire a gran voce che bisogna assolutamente ripartire a tutta velocità. Ma ripartire per fare cosa? Prendiamo in esame due settori tradizionalmente trainanti dell'economia ai quali l'intero paese si è genuflesso per anni e anni e che ne hanno tragicamente cambiato il volto: l'industria automobilistica e l'edilizia. Secondo questa Santa Alleanza imprenditori/sindacati per la crescita ripartire significherebbe ad esempio produrre ancora più automobili e farne acquistare sempre di più. L'Italia è già ai vertici mondiali per numero di automobili pro capite con seicento auto ogni mille abitanti e complessivamente abbiamo più veicoli a motore che potenziali conducenti. Le morti per l'inquinamento in città aumentano, i morti per incidenti stradali sono migliaia all'anno per non parlare dei feriti e dei disabili. Praticamente siamo in una guerra civile quotidiana. Aumentando poi la diffusione delle automobili si aumentano quei gas serra che determinano i cambiamenti climatici con le relative conseguenze che noi tutti stiamo imparando tristemente a conoscere sempre più da vicino. Chi comprerà ancora automobili visto che ne siamo sommersi? A chi giova aumentare ulteriormente l'enorme garage dell'ex Bel Paese chiamato Italia? Dove è il benessere, la qualità della vita, la salvaguardia di salute e ambiente in tutto questo? L'edilizia ci può dare risposte meno negative? Nel solo periodo che va dal 1990 al 2005 è stata edificata un'area pari a Lazio e Abruzzo assieme, dal 2000 al 2008 le nuove abitazioni costruite sono quasi raddoppiate passando dalle 159.000 alle 287.000 e si continua imperterriti a cementificare con i risultati che tutti abbiamo verificato nelle recenti alluvioni. Non ci vogliono nemmeno più degli esperti per capirlo, ormai pure "il barista sotto casa" ha compreso che la diretta conseguenza della cementificazione è farsi portare via pezzi di paesi e città non appena la natura fa quello che deve fare, cioè semplicemente piovere. Costruire per cosa poi? Ci sono appartamenti sfitti e case vuote ovunque, schiere di capannoni costruiti e abbandonati, seconde e terze case abitate per un mese l'anno, inumerevoli borghi lasciati in rovina in ogni parte della penisola. O magari si pensa di rilanciare la moda? L'Italian Style? Ma vendere a chi? Ai cinesi, agli indiani e farli diventare vuoti e superficiali come noi che buttiamo valanghe di soldi in vestiti firmati? E quando le risorse inizieranno a scarseggiare cosa faremo? Ci mangiamo i jeans di Dolce e Gabbana? Stacchiamo pezzi di parafango, li condiamo con un po' di cemento e cerchiamo di inghiottirli? Eppure si firmano allegramente accordi per incentivare questa politica ed economia del suicidio deliberato. Mario Monti lavorerà affinché tutti gli impedimenti e le resistenze di ogni tipo, vengano debellati e si proceda a tutta forza verso la direzione della crescita senza freni, che significa solo dare ancora più soldi e risorse a chi vuole continuare a devastare il paese e il pianeta per comprarsi il cinquantesimo panfilo. E sono praticamente tutti d'accordo, tutti allineati, tutti 'responsabili', anche il presunto Obama di Bari della cosiddetta sinistra 'ecologica'. Non vorremo infatti mica essere contro i nostri interessi? Ma sono veramente i nostri interessi o gli interessi di chi ci ha ridotto in questa situazione? Trovo veramente inaccettabili gli appelli al senso di responsabilità ad unirsi intorno al salvatore della patria che altro non è che un efficiente impiegato nelle mani della BCE e dei nostri alleati europei più forti economicamente, i quali avevano puntato su Berlusconi ma fra un'orgia e l'altra gli è un po' scappato di mano. Adesso vogliono andare sul sicuro e puntano sul cavallo vincente attorno al quale stanno convergendo tutti in nome della salvezza del paese. Salvezza del paese o definitivo affossamento dell'Italia? Tra l'altro questa adesione ampia e incondizionata pone le basi per avere le mani libere di fronte a chiunque abbia l'ardire di contestare alcunché. Stia attento quindi chi, per esempio, si permette di essere in disaccordo sul fatto che gli buchino montagne e gli distruggano la valle per farci passare inutili treni. Stia attento chi protesta perché non vuole essere cancro-valorizzato da inceneritori vari e inquinato da centrali a carbone e altre simili schifezze. Tutto ciò di cui si parla in questi giorni in merito all'investitura del nuovo messia dell'economia non ha niente a che vedere con l'economia reale che si basa su tre elementi fondamentali: sole, acqua e terra. Sono i fondamenti della nostra vita, da lì inizia e finisce la vera economia umana, tutto il resto viene eventualmente dopo. Chi sta al timone, datogli purtroppo da noi, si sta occupando degli elementi base della nostra esistenza? Drammaticamente no. Di fronte al problema del picco del petrolio che provvedimenti si stanno prendendo? Nessuno. Di fronte alla conseguente scarsità di cibo che ne deriverà, che provvedimenti si stanno prendendo? Nessuno. Di fronte all'aumento vertiginoso dell'inquinamento e relativi cambiamenti climatici che tipo di provvedimenti seri si stanno prendendo? Nessuno. Visto che ai piani alti, abitati da destra o sinistra indifferentemente, pensano a come farci acquistare ancora più automobili, cementificare e convincerci a comprare oggetti di cui abbiamo già strapiena la casa, la vera politica da intraprendere è soprattutto a livello locale, perlomeno si ha potenzialmente più il controllo di quello che succede e si cerca di dipendere il meno possibile dalle Merkel, i Sarkozy e i loro impiegati italiani. Una seria e assennata amministrazione pubblica locale dovrebbe immediatamente incaricare dei neolaureati per studiare e capire come poter approvvigionare di cibo ed energia la popolazione del suo territorio nel breve e medio termine. Il tutto con risorse locali per almeno l'80-90%. Dopodiché dovrebbe mettere assieme imprenditori, agricoltori, associazioni, cooperative, studenti, cittadini, artigiani e illustrare ad ognuno la situazione e gli interventi da effettuare con la collaborazione di tutti; e orientarsi verso una economia realmente sostenibile e di resilienza in modo da migliorare da subito, sensibilmente, la qualità della vita di ognuno ed affrontare adeguatamente la situazione quando peggiorerà. Il progetto Transiton Towns sta facendo qualcosa di simile già in diversi paesi, soprattutto della Gran Bretagna, basterebbe ispirarsi un po' a loro. Ci sono alcuni esempi del genere anche in Italia. Nell'agire in questo modo ci sarebbero solo vantaggi da ogni punto di vista e si trasformerebbe una crisi in opportunità. Questa crisi infatti ci sta dimostrando chiaramente che non si può più continuare a insistere a fare quello che abbiamo fatto fino ad oggi e che evidentemente non funziona. Bisogna quindi invertire la rotta, tra l'altro la posta in palio è la sopravvivenza nostra e dei nostri figli e nipoti, quindi credo ne valga la pena. Basta con l'economia della devastazione, basta con le Sante Alleanze per una crescita ferale. Si lavori finalmente per il reale benessere nostro e dell'umanità intera.

Commenti

Sono quasi d'accordo in tutto tranne che per un particolare. E' chiaro che bisogna affrontare una transizione ma che appunto di "transizione" graduale si tratti. Forse non e' stato compreso che qui si rischia l'armagheddon di un default disordinato, uscita dall'euro, lacrime e sangue per tutti. La decrescita e' bene che sia il nostro obbiettivo ma nell'immediato bisogna lavorare ad evitare che qualcuno si faccia male con situazioni incresciose e prevedibili come le conseguenze di un default disordinato sul nostro debito. A Monti o chi per lui non diamo nessuna cambiale in bianco, si lavori per superare il rischio immediato e si dia il tempo alle persone di adattarsi alla filosofia della decrescita. La decrescita e' bene che sia piu' un fatto privato da coltivare in sordina che l'obbiettivo dei governi pubblici. Quando avra' fatto abbastanza proseliti e ci sara' il naturale ricambio delle classi dirigenti sara' difficile per l'elite contrastarla e tornare a proporre il mito della crescita.
spartan3000it, 14-11-2011 01:14
Intanto quoto il commento di spartan3000it il rischio default è un rischio che non possiamo permetterci anche e specialmente in un ottica di un cambiamento futuro. Detto ciò nell'articolo ecologia, sviluppo economico sembrano in contrapposizione, non credo proprio che sia così: un inceneritore è, anche economicamente, meno conveniente di una filiera completa di raccolta/riciclaggio/riutilizzo, ci lavorano meno persone, produce meno pil, ecc... I motivi per cui sono stati privilegiati in passato questi investimenti sono l'accentramento e la centralità connesse: un inceneritore deve essere costruito/gestito per forza da grandi ditte (dei soliti gruppi di potere) mentre una filiera di raccolta e riciclaggio può essere divisa, anzi è naturalmente divisa, in varie componenti gestibili anche da piccoli gruppi o cooperative. In questo campo una persona che guarda con occhio solamente economico senza pensare alle conseguenze relative alla sostenibilità preferirebbe comunque la soluzione che prevede molti soggetti che complessivamente generino un giro d'affari maggiore.
Gianluigi "G,G" Crimi, 14-11-2011 01:14
Ci troviamo in una situazione veramente difficile. da Una parte sappiamo che la crescita della nostra economia, in termini di aumento del PIL, non può continuare all'infinito. Anzi ci sono dei segnali molto chiari che indicano come sia l'ambiente che l'umanità nel suo complesso non riesca più a supportare un obiettivo di questo tipo. Dall'altra parte se il PIL non cresce il debito raggiunge dei livelli insostenibili, accompagnato dai grandi disagi sociali dovuti alla disoccupazione. Quindi che fare? Anche per me il progetto delle "città di transizione", insieme alla decrescita felice e ad altri progetti affini, può essere una risposta a questo dilemma. Le istituzioni posso aiutare e agevolare questo passaggio, ma non ci possiamo affidare solo su di loro. E' importante che tante persone comincino ad andare in questa direzione in modo che, in caso di crollo(che prima o poi ci avverrà), ci sia già un'alternativa pronta a funzionare facendo partire un nuovo tipo di economia basata sulla prosperità diffusa piuttosto che sulla crescita fine a se stessa.
Massimo, 14-11-2011 02:14
""Monti fu nominato da Berlusconi e confermato da D'Alema". Come non fidarsi di quest'uomo?" fonte, spinoza.it
Z.M., 14-11-2011 04:14
Prego a voi tutti di visionare questa conferenza disponibile su facebook che vi aprirà gli occhi sulle vere ragioni della crisi economica europea (http://www.youtube.com/watch?v=DUu-tFS3CTg IL PIù GRANDE CRIMINE -PAOLO BARNARD) Come possiamo pensare che Monti con le sue misure di austreità ci risolleverà dal defoult!??? Vi prego informatevi e informate! Ci stanno rubando il futuro! E la cosa buffa e che li stiamo trattando da salvatori della patria!
silvia, 14-11-2011 04:14
È necessario anzitutto uscire dalle gabbie mentali che ci hanno imposto, a cominciare dal linguaggio e dagli argomenti. Il concetto stesso di PIL non significa niente se non é correlato alla situazione a cui si riferisce. Una guerra o un terremoto fanno aumentare il PIL, ma non certo il benessere della popolazione. Transizione é cominciare positivamente a TUTTI i livelli, nei quali si riesce ad intervenire, a discutere, proporre, sperimentare, educare, fare opposizione alle sconsiderate politiche che ci hanno portato dove siamo. E bisogna partire dal concetto basilare che queste crisi economiche sono funzionali e sistemiche ed ogni uscita da una crisi può solo preparare la crisi seguente. L'unica soluzione praticabile é uscire dal cerchio, facendo pagare la crisi a chi l'ha provocata per i suoi interessi.
tonibx, 14-11-2011 06:14
Articolo eccellente, lo sviluppo infinito dell' industria e della popolazione non è più possibile, ma come si dice la maggioranza pensa: meglio morire di inquinamento che poveri ! Non so come sarà possibile uscirne!
fabio, 14-11-2011 06:14
la vedo nera. Vedo un futuro nerissimo se i cittadini tutti non si sveglieranno e cominceranno a cambiare vita da se stessi, senza aspettare che siano gli altri a codificarla. Alzare la testa è dire che il mondo è casa nostra e cominciare a vivere nel rispetto e dignità di ogni essere vivente e dell'intero pianeta. Questo governo ci condurrà per mano alla rovina, credere in questa gente è solo follia.
maria, 14-11-2011 09:14
Ok, Monti è un economista di "questa" economia. Nessuno si illude che la sua nomina rappresenti una svolta verso un futuro sostenibile. Detto ciò,... meglio lui che il nano! Oppure qualcuno crede che con Berlusconi ci saremmo avvicinati prima e meglio alla decrescita felice? O qualcuno si illude che possano essere i vertici economici e istituzionali a guidare la transizione?
Domenico Isola, 14-11-2011 11:14
attenzione a quello che dite mentre di berlusconi se ne possano dire tante cioe che e un monopolista ecc...questo signore cioe monti viene dal" nulla" non e stato votato. non era nemmeno voluto da larghi settori della politica fino a poco tempo fa ed e stato imposto dai mercati(cioe dalla troika BCE FR e F M I)con un golpeDI TIPO MODERNO NON CON I CARRI ARMATI MA CON IL DENARO.UN TIPO DI GOLPE GIA SPERIMENTATO IN PARECCHI PAESI DELL,AMERICA LATINA,E NON SOLO .Quindi anche se questo governo si fara deve essere solo per un,emergenza e non una consuetudine poi la politica ele persone devono fare la propia parte se no e finita
claudio50, 15-11-2011 08:15
E' ORA CHE DI FRONTE ALLE SCELTE POLITICHE PIU' O MENO IMPOSTE CI SI PONGA IN MANIERA POLITICA PROTAGONISTA. BENE QUINDI LA VISIONE DI CONTRAPPOSIZIONE TRA CRESCITA DI COSE DANNOSE-DANAROSE E NECESSITA' DI CAMBIAMENTO. LA RISPOSTA PROTAGONISTA DEVE PERO' ESSERE POLITICAMENTE CONCRETA E SULLA STESSA LINEA SU CUI OGGI SI IMPONE E NON SU UNA LINEA AVVENIRE. ADESSO CHE DALLA SPONDA DEL CAMBIAMENTO ABBIAMO DETTO "BASTA CON IL SACCHEGGIO, DEI RICCHI E LORO ASPIRANTI,DEI BENI NATURALI, UMANI E CULTURALI DEL PAESE" E CHE DALLA SPONDA ISTITUZIONALE OCCIDENTALE SI E' MANIFESTATA LA NON TROPPO CAPITA COINCIDENZA CON IL "BASTA CREDITO AL SISTEMA ITALIA", ADESSO BISOGNA DIRE, DA PROTAGONISTI CHE POSSONO FINALMENTE ALZARE IL CAPO VERSO IL CIELO MA TENERE BEN PIANTATI I PIEDI A TERRA: 1.TUTTI I GOVERNI DI UNO STATO DEMOCRATICO PARLAMENTARE PLURALISTA DEVONO ESSERE TECNICI, DEVONO CIOE' CIMENTARSI AL MEGLIO PER ESEGUIRE E CONCRETIZZARE I BISOGNI E LE ASPIRAZIONI DEI CITTADINI RAPPRESENTATI NELLE VARIE ESPRESSIONI DELLE BASI POLITICHE ELETTORALI. 2.SE, COME SEMBRA, LA PRINCIPALE COMUNE ASPIRAZIONE E' ADESSO QUELLA DI PORRE UNA BASE DI COMPATTAZIONE COMUNE SOCIALE DI VALORI QUALI L'EQUA REDISTRIBUZIONE DELLE RICCHEZZE E DEI SACRIFICI, ALLORA BISOGNA PRETENDERE E CONTROLLARE PER IL MOMENTO SOLO QUESTO. 3.QUESTO POSSIBILITA' DI CONTROLLO SI OTTIENE SOLO DAVANTI AD UN GOVERNO FORMATO DA SOLI TECNICI -COME DOVREBBE ESSERE PER SUA NATURA E FUNZIONE UN GOVERNO DI UN PAESE DEMOCRATICO PLURALISTA (MI RIPETO, MA...OCCORRE..."REPETITA IUVANT")-. 4.IL BANCO DI PROVA DA PARTE DELL'INCARICATO SARA' DATO DALL'AUSPICABILE RINUNCIA DELLO STESSO ALLE GARANZIE DI PARTECIPAZIONE DIRETTA DEI POLITICI. BASTA...PER IL MOMENTO E PER TENERE I PIEDI A TERRA.
Franco, 15-11-2011 08:15
Caro prof. MONTI, lodevole l'iniziativa di consultare i GIOVANI. Ma chi ha scelto per rappresentarli? Sono andato sul sito del Forum Nazionale dei Giovani italiani per capire chi erano ed ho visto che le notizie sono ferme a 1 anno e mezzo fa e che è on-line un questionario per formulare proposte da consegnare entro il 31 dicembre ... 2008 (?) tre anni fa !! Spero che le persone fisiche con le quali parlerà siano in grado di rappresentarLe le istanze dei giovani di oggi (risorse umane che il Nostro Paese si permette di sprecare in barba al loro e al proprio futuro), ma certo non mi sembra che tale scelta sia rappresentativa della categoria sociale individuata tra gli interlocutori delle consultazioni odierne. Saluti e ... buon lavoro.
Claudio, 15-11-2011 01:15
Sono completamente d'accordo con il contenuto dell'articolo . Mi rendo conto che questo forum appariene ai giovani , prime vittime di quello che sta accadendo , ma mi sia permesso comunque di dire qualcosa . Sono pienamente d'accordo sul fatto che sia necessario attivarsi per valutare , per capire . E' indispensabile che siano dei giovani a farlo . I vecchi sono quasi sempre coinvolti o vittime del sistema , quindi difficilmente possono essere privi di condizionamenti . I giovani possono. Poi cosa hanno i presunti maghi dell'economia che un giovane laureato intelligente non ha? Ve lo dico subito .Il giovane laureato non ha una agenda con i numeri di telefono giusti , non conosce gli scheletri nell'armadio dei politici , dei magistrati , dei presidenti , non ha le mani in pasta nelle amministrazioni comunali , provinciali , regionali , negli enti territoriali e nel governo . Ecco cosa manca ai giovani , non certo la capacità di analizzare , di capire . Poi scusate , hanno un altro gravissimo difetto , tendono ad essere onesti , a dire quello che pensano , a condividere con gli altri le loro scoperte , le loro consapevolezze . Non vi aspettate che questi banditi abbiano l'onesta intellettuale di dire quello che pensano . Sono al servizio delle multinazionali , finanziarie e non , della Germania della Francia , dell'Inghilterra degli Stati Unitti . Se ci sarà una possibiltità di affrancarsi da questo sfacelo dovrà necessariamente partire dal basso , dalle piccole comunità per allargarsi a quelle più grandi e dovrà essere del tutto nuova e non legata ai partiti quella che potrà avviare il cambiamento. Gli altri sono ormai inevitabilmente compromessi
Claudio Ruffilli, 15-11-2011 04:15

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